Padre Basilio Gavazzeni. Domani 29 settembre nella chiesa di Sant’Agnese la celebrazione del trigesimo

A 30 giorni dalla sua dipartita, lunedì 29 settembre alle ore 19, nella Parrocchia di Sant’Agnese sarà celebrata una santa messa in suffragio di padre Basilio Gavazzeni.

Sarà don Francesco Di Marzio in qualità di figlio “primogenito” – il primo, cioè, dei tre sacerdoti generati dalla comunità di Agna – a officiare la celebrazione in suffragio di Padre Basilio Gavazzeni.

Per oltre quarant’anni, padre Basilio ha accompagnato come parroco la comunità parrocchiale di Sant’Agnese, cresciuta nel tempo grazie all’aggregazione di nuovi quartieri, ed è stato per tutti, insieme al suo confratello padre Severino Donadoni, un importante punto di riferimento.

Uomo di grande spessore morale, con una cultura sconfinata che spaziava dall’amore per l’arte, alla letteratura, al cinema (amava definirsi cinefilo e ne aveva tutte le competenze), padre Basilio non ha mai perso di vista quello che è stato l’obiettivo principale della sua vita: l’amore per Cristo, un amore così forte da spingerlo a ideare il premio nazionale “Matera, Città cristologica”. L’iniziativa, promossa dalla Fondazione antiusura “Mons. Cavalla” di cui padre Basilio era presidente, ha permesso alla città di esportare il suo nome oltre i confini nazionali. E il legame della Città dei Sassi con la figura di Cristo è innegabile, vista la scelta di diversi registi di rendere Matera il set naturale dei loro capolavori.

Indimenticabili le sue omelie, ricche di spunti di riflessione profonda, spesso accompagnate da un modo tutto suo di gesticolare al limite della teatralità e la sua commozione travolgente di fronte agli eventi tragici della vita del Cristo, reazioni che può avere solo un uomo che vive ciò in cui crede. E come dimenticare le sue “réunion du londì” in cui con rigore e oggettività trattava gli argomenti scelti cercando sempre di mettere in relazione storia, cultura e fede!

Nonostante il suo carattere burbero e, come diceva lui stesso, un po’ “vichingo” nelle abitudini, padre Basilio era amato da tanti: “l’anima della parrocchia”, “una roccia poderosa”, “un uomo buono”, alcune delle espressioni dei parrocchiani all’indomani della sua scomparsa. E tanti dei parrocchiani sono rimasti increduli della sua dipartita, dopo averlo perso di vista per “la via dell’anonimato” – sempre le sue parole – che padre Basilio aveva scelto negli anni successivi al suo “pensionamento”.

Importante la sua eredità spirituale, ma anche la sua memoria storica, fatta di eventi indelebili, alcuni belli altri dolorosi – come l’attentato del 1994 e le successive azioni calunniose contro di lui, da cui uscì, per ovvi motivi, indenne – che hanno caratterizzato la sua vita di sacerdote venuto dalla bergamasca.

Oltre alla sua fede incrollabile, sono state la lotta all’usura e al gioco d’azzardo, l’attenzione alla sofferenza fisica o spirituale di chi ruotava intorno a lui, l’amarezza per l’incapacità di poter intervenire in situazioni complicate, la difesa del bene comune e la sete di giustizia gli elementi che hanno caratterizzato l’uomo e sacerdote che è stato padre Basilio che, come ultima destinazione terrena della sua vita, ha scelto non di tornare nel luogo natio ma di restare nella città “situata in un budello di mondo” – anche queste sono sue parole – che lo ha visto protagonista di tante battaglie. Una personalità e unicità la sua che risulta impresa ardua contenere in poche righe.

Nulla di più appropriato, e consolatorio, delle parole di Sant’Agostino pronunciate dal vescovo Benoni durante l’omelia per il suo congedo terreno:

Signore, non ti chiediamo perché ce l’hai tolto, ma ti ringraziamo per avercelo donato.

Grazie, padre Basilio!

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Maria Grazia Colucci

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