
Non è uno dei quattro vangeli canonici ma il “Protovangelo di Giacomo” che riporta questo evento della vita di Maria che tanto ha suggestionato le prime comunità cristiane.
Bambina di tre anni, Maria viene accompagnata dai suoi genitori, Anna e Gioacchino, per mettersi a servizio del tempio. Sì, il tempio doveva essere come un monastero, attorniato di cellette, dove tante donne e alcuni uomini, accanto ai sacerdoti e ai leviti, prestavano il loro servizio, fatto soprattutto di preghiera.
E a qualcuno piace immaginare Maria, oltreché accanto a Zaccaria, marito di Elisabetta e padre del Battista, anche assieme ad Anna e Simeone che, anni dopo, lì, l’avrebbero riaccolta quando tornava nel tempio con Giuseppe a presentare il suo Figlio primogenito.
Così piccola ma consenziente, e anche così matura in virtù della sua “immacolatezza”, Maria imparò in quegli anni ad ascoltare la voce del Signore. Un lungo seminario per divenire la madre di Dio, tempio vivo e vero “Santo dei Santi”.
Una festa che passa quasi inosservata e ci mostra un parallelismo tra la vita di Maria e quella di Gesù, gli unici “senza peccato” della storia. Di entrambi ricordiamo la natività (25 dicembre e 8 settembre), la festa “del nome” (3 gennaio e 12 settembre) e la presentazione al tempio (2 febbraio e 21 novembre). L’inizio di un tempo che anche per noi può essere propizio per iniziare a prepararci ad accogliere il Signore che viene, a cui ufficialmente ci avvia – tra qualche giorno – la prima domenica d’Avvento.
In Basilicata una ventina di clarisse nel monastero di Santa Chiara a Potenza
Una festa di origine devozionale che in oriente si celebra sin dal VI secolo – una delle dodici feste maggiori della liturgia bizantina –, in occidente dal XIV, ma è stato Papa Pio XII a fissare in questo giorno, nel 1953, la Giornata “Pro Orantibus: giornata dedicata ai fratelli e alle sorelle consacrate alla preghiera, come lo erano Anna, Simeone, Maria nel tempio.
Secondo i dati più recenti, le monache di clausura sono circa 34mila in tutto il mondo, distribuite in oltre 3.500 monasteri. In Italia se ne contano circa 4.500, con una presenza significativa di ordini francescani, benedettini e carmelitani. Nonostante il calo generale delle vocazioni religiose, la scelta contemplativa resta stabile e in alcuni Paesi cresce, soprattutto in Africa e Asia.
Anche in Basilicata vi sono una ventina di clarisse che, secondo la regola di Chiara di Assisi, vivono il mistero del nascondimento in Cristo nel monastero di C.da Botte in Potenza e oggi ci raccontano qualcosa della loro vita:
La nostra è una vita semplice, che trascorre nell’umile fatica quotidiana e nella preghiera al Padre, scandita dalle Ore Liturgiche.
Siamo voce dell’umanità che rivolge al Signore la sua supplica.
Il senso della nostra vita è l’offerta di noi stesse per la salvezza di ogni uomo, unita all’offerta di Cristo.
La regola di santa Chiara ci chiede di vivere il lavoro come collaborazione all’opera della Redenzione. Produciamo biscotti, marmellate, liquori, panettoni, conserve sott’olio. Inoltre, facciamo anche lavori di pittura su ceri pasquali… che insieme alla Provvidenza amorosa del Padre, consentono il nostro sostentamento.
Abbiamo completato i lavori di ampliamento del monastero tre anni fa e stiamo lentamente pagando i mutui contratti per la costruzione.
Spiegano inoltre le sorelle Clarisse a proposito della giornata di oggi:
La festa della presentazione di Maria al Tempio è il simbolo dell’offerta della nostra vita al Padre e all’umanità intera. È l’unione al mistero della vita nascosta e avvolta nel silenzio di Maria per la salvezza di ogni uomo.


Pregare per loro è segno di gratitudine al Signore
“Trascorreremo la giornata di oggi nella preghiera e nell’adorazione. Verrà a trovarci l’arcivescovo, mons. Davide Carbonaro, che presiederà al mattino la celebrazione dell’Eucarestia e, alla sera, i Vespri, con la partecipazione di altri sacerdoti, religiosi e fedeli”, riferisce suor Antonella. “Ricordare e pregare in questo giorno per coloro che incessantemente, con la loro vita nascosta e silenziosa, intercedono presso il Padre, è un segno di gratitudine al Signore che ci ha chiamate a stare con Lui”.
Se c’è qualcosa che al mondo le suore chiedono per chi vive tra le mura del monastero, è “la fedeltà di essere con Lui fino all’ultimo respiro e di servirlo con amore”.
Se c’è qualcosa che dalle mura del monastero le sorelle percepiscono del mondo è che questo “ha sete di Cristo e della Sua Parola, malgrado le ferite e le contraddizioni della nostra umanità”.
Per una maggiore conoscenza della realtà delle Clarisse di Basilicata, le sorelle ci hanno lasciato il collegamento al loro sito internet.


Un sostegno per le Clarisse di Basilicata
Un’azione concreta, oltre la preghiera, in questo giorno “pro orantibus”, potrebbe essere il sostegno per il pagamento del mutuo che le sorelle clarisse di Potenza hanno contratto per l’ampliamento del monastero, che si è reso necessario dall’arrivo di nuove vocazioni.
“Quando non ci basta il lavoro delle nostre mani, possiamo ricorrere alla Provvidenza, diceva la nostra fondatrice, Chiara d’Assisi”, ripetono quasi per giustificarsi le suore che ci hanno lasciato l’IBAN che riportiamo: IT14Y0887342180000000102076. Potremmo anche noi essere segno provvidenziale e dono di amore per loro in questo giorno!
Ma non solo. Possiamo far conoscere i lavori che vengono realizzati nel monastero: i bellissimi ceri pasquali che vediamo in molte delle nostre parrocchie, le bomboniere che potrebbero diventare un modo alternativo per celebrare i nostri eventi, le dolcezze artigianali.

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