Percorso sulle varie forme ed espressioni artistiche religiose presenti nella nostra regione sviluppato in dialogo con artisti contemporanei. (prima puntata)
L’Arte nelle sue varie forme ed espressioni come la pittura, la scultura, la poesia, la musica, ecc. ha come missione la cura dell’animo umano e la sua elevazione, per generare quella sensibilità che pone tutti noi, credenti e non, in modo diverso e più attento di fronte ai fatti del mondo, ai fatti dell’umanità. Gli artisti con le loro mani, la loro creatività, il loro genio ci aiutano ad entrare in contatto con la bellezza e il suo valore dirompente.
Non sono un esperto, ne un critico d’arte, come tanti so apprezzare la bellezza in tutte le sue forme, quando ti trovi ad esserne avvolto e rapito.
Mi sono sempre chiesto, come mai, quando si entra nella Cattedrale, nella chiesa di San Francesco D’Assisi, nella chiesa di San Giovanni e le altre chiese antiche della mia città Matera (discorso che vale anche per altre città), si prova un senso di trasporto nel tempo e una condizione esistenziale e di spiritualità che ti fa stare bene, circondato da colonne con capitelli stupendi, architetture che ti avvolgono, affreschi che ti danno il senso del messaggio cristiano, oltre alla presenza di chi ha calpestato nel tempo questi luoghi e ti fa sentire avvolto dalla storia?
Invece, quando entri nelle chiese della città moderna e contemporanea ti senti avvolto da luoghi anonimi e tutti uguali? Forse si è sbagliato nei secoli nel chiamare artisti per dare bellezza e significato ad un messaggio universale? Non credo!
Questo sarà l’indagare del nostro viaggio.
Partiamo dal mettere alcuni punti fermi. Paolo VI rivolse agli artisti, nell’incontro nella Cappella Sistina, la seguente esortazione: “bisogna ristabilire l’amicizia tra la Chiesa e gli artisti”.
Era giovedì 7 maggio del 1964. Nella la sua omelia, riavviò un dialogo rinnovato e attualizzato con gli artisti e l’incontro rappresentò una svolta e l’inizio di un nuovo percorso, di una rinnovata collaborazione tra la Chiesa e l’arte nelle varie forme.
Esattamente un anno dopo, l’8 dicembre 1965, fu il Concilio Vaticano II a rinnovare l’appello agli artisti: “Il mondo nel quale viviamo ha bisogno di bellezza per non sprofondare nella disperazione. La bellezza, come verità, è ciò che infonde gioia al cuore degli uomini, è quel frutto prezioso che resiste al logorio del tempo, che unisce le generazioni e le fa comunicare nell’ammirazione. E questo grazie alle vostre mani”.
Vuole iniziare così, un percorso nella rubrica Arte della rivista Logos con la pubblicazione dell’Omelia che Paolo VI tenne nella “Messa degli artisti” nella Cappella Sistina, nella solennità dell’Ascensione di Nostro Signore il 7 maggio 1964. La pubblicazione dell’Omelia rappresenta la base da cui partiremo per un viaggio nel mondo dell’arte e degli artisti della nostra regione e non solo. Si affronteranno vari aspetti, per comprendere a distanza di 57 anni, quale rapporto c’è oggi, agli inizi del terzo millennio, tra la Chiesa e l’arte.
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