Anniversari di sacerdozio. Una celebrazione ricca di emozioni per il decimo di fra Alfredo, don Nino e fra Tommaso

Indimenticabile e storico momento domenica 17 agosto a Montescaglioso: in chiesa madre, presente una numerosa rappresentanza delle comunità lucane e pugliesi dove i tre sacerdoti in questi tre anni hanno esercitato il loro ministero. Mons. Ligorio: “La Chiesa è bisognosa, oggi più che mai, di operai nella sua vigna”. Fra Alfredo: “Siamo grati al Signore per la sua fedeltà di questi dieci anni di fronte alla nostra pochezza”.

“Ogni sacerdote, scelto tra gli uomini, è chiamato da Dio per il bene degli uomini e in voi abbiamo riconosciuto una sincera apertura verso gli altri, la capacità di farvi prossimo nella sofferenza, nel dolore e nella prova. Dieci anni di sacerdozio vi hanno riempito di polvere i piedi, fatto tremare chissà quante volte e caricato sulle spalle i dubbi di chissà quante persone. Dieci anni di sacerdozio vi hanno però anche fatto sperimentare in modo incredibile la misericordia di Dio capace di prendere la debolezza umana e trasformarla in forza di fede per il singolo e per il popolo tutto”.

Possiamo sintetizzare con queste parole l’indimenticabile e storico momento che le comunità ecclesiali di Montescaglioso hanno vissuto domenica 17 agosto nella Chiesa madre di Montescaglioso, riunitasi per festeggiare don Nino Martino, padre Alfredo Santoro e padre Tommaso Mianulli, nel loro decimo anniversario di ordinazione sacerdotale. Infatti, proprio nella chiesa matrice, dieci anni fa, i tre, in tre momenti diversi (26 settembre, 17 ottobre e 21 novembre), furono ordinati sacerdoti da S.E. rev.ma mons. Salvatore Ligorio, all’epoca Arcivescovo di Matera-Irsina. Ed è stato proprio mons. Ligorio, invitato dai tre sacerdoti, a presiedere l’Eucarestia, concelebrata da diversi sacerdoti riuniti per condividere la gratitudine a Dio per il dono della vita presbiterale. Alla celebrazione erano anche presenti le diverse Comunità che hanno raccolto le primizie del ministero dei tre sacerdoti e quelle che oggi li accolgono: le Comunità parrocchiali di Maria SS. Annunziata in Scanzano Jonico, di San Lorenzo da Brindisi in Taranto, dell’Immacolata in Trinitapoli, di Sant’Agnese in Matera, le Comunità conventuali cappuccine di Alessano, Rutigliano e Scorrano.

Mons. Ligorio, spendendo parole di stima e affetto per padre Alfredo, don Nino e padre Tommaso, ha rivolto alla comunità presente parole cariche di conforto e sottolineando il valore della vita consacrata nel servizio a Dio e ai fratelli, ha auspicato la nascita di nuove vocazioni nella Chiesa, bisognosa, oggi più che mai di “operai nella sua vigna”.

Toccanti e dense di significano le parole che padre Alfredo, a nome dei tre, ha rivolto alla fine della celebrazione:

Quando si celebra un anniversario significativo come questo, riaffiorano immagini, sensazioni, memorie di quei momenti che ci hanno portati allora a vivere l’evento più bello, importante e decisivo della nostra vita. Riviviamo le medesime emozioni anche se molti volti mancano. Ciò per cui abbiamo voluto fare festa è la fedeltà del Signore che ha saputo fare della nostra pochezza umana uno strumento prezioso nelle Sue mani per l’annuncio del Vangelo e per dispensare la Misericordia Divina nei confronti di tanti fratelli e sorelle. Da parte nostra c’è stata, e c’è, solo una disponibilità a lasciarci ancora plasmare e condurre, non senza resistenze e incertezze, ma il Signore è stato sempre più forte e ha saputo ogni volta sedurci con la bellezza della Sua proposta e incoraggiarci con il sostegno della Sua grazia. E oggi abbiamo voluto solo esprimere tutta la nostra immensa gratitudine al Signore e alla Chiesa. Per questo rendimento di grazie, innanzitutto abbiamo scelto questo luogo, non solo perché qui abbiamo ricevuto l’imposizione delle Sue mani e la Sua preghiera di consacrazione, ma anche perché questa Parrocchia è dedicata alle due colonne su cui poggia la fede apostolica della nostra Chiesa. Paolo l’apostolo instancabile come nella persecuzione, così nell’evangelizzazione e Pietro, l’umile pescatore che fa i conti con i suoi limiti, che piange, che fa promesse e che riconosce le sue povertà…proprio come noi.

Una chiesa madre gremita come non mai, segno evidente della gratitudine a padre Alfredo, don Nino e padre Tommaso per il lavoro a servizio delle diverse comunità che hanno voluto far sentire il loro affetto ai loro sacerdoti in una tappa tanto significativa. Insomma, una celebrazione ricca di emozioni, alla presenza anche dei familiari dei tre festeggiati.

Al termine della celebrazione i festeggiati hanno ringraziato tutti per la presenza numerosa e il sostegno con la preghiera; la festa poi è proseguita all’interno del cortile dell’Oratorio, dove è stato preparato un festoso e gustoso rinfresco con il finale di una grande torta.

Carissimi padre Alfredo, don Nino e padre Tommaso, vi auguriamo ogni bene, imploriamo su ciascuno di voi, nella gioia di questo decimo anniversario, la benedizione del Signore, affinché voi possiate continuare con la stessa forza a prestare la vostra opera al servizio di Dio e del prossimo per molti e molti anni.

Testimonianze, ricordi, racconti (a cura della Redazione)

La parola alla comunità montese che li ha visti crescere

È l’apertura di don Nino e fra Alfredo a tutte le iniziative che venivano proposte in oratorio il ricordo principale di don Vittorio Martinelli, già arciprete di Montescaglioso, che li ha seguiti nel loro percorso di formazione sin dalla più tenera età: ragazzini sempre attivi e, poi, disponibili a seguire un cammino di crescita cristiana: “Sono i gioielli del mio cuore”. E aggiunge don Vittorio: “Don Nino è stato anche mio alunno allo Scientifico: aperto, rispettoso e studioso”.

Ma ricorda don Nino anche una delle insegnanti delle elementari, Rosetta Leoncino: “Riscuoteva dai compagni una stima sconfinata, naturale e quasi legittimata a priori: non erano invidiosi della sua bravura, gli riconoscevano quella sua marcia in più che lo rendeva speciale ai loro occhi. I suoi interventi evidenziavano notevoli capacità di riflessione e saggezza. Era l’alunno modello che tutti gli insegnanti vorrebbero avere: per limpidezza, bontà, senso del rispetto, dell’obbedienza, responsabile negli impegni assunti, e si capiva che il buon Dio aveva per lui un meraviglioso progetto”.

Non meno significativa la testimonianza del confratello don Ivan Santacroce, più piccolo di un anno, con un percorso di formazione praticamente parallelo a quello di don Nino, che nello stesso 2015 veniva ordinato diacono a Montescaglioso: “Don Nino frequentava l’oratorio della chiesa madre sin dai tempi della scuola elementare, facendo il chierichetto, poi il catechista e l’animatore parrocchiale oratoriano. Io, invece, mi sono affacciato in oratorio solo sui 15 anni ma da allora abbiamo condiviso momenti liturgici, di animazione dell’Estate Ragazzi e, poi, l’esperienza dell’Agorà dei Giovani, nel 2007 a Loreto con Benedetto XVI: insieme abbiamo vissuto un cammino spirituale che ci differenziava dagli altri partecipanti all’evento, un germe vocazionale, con il senno di poi, riconoscibile in entrambi. Di don Nino, nonostante le diversità caratteriali che pure ci hanno portato in alcuni momenti allo scontro, posso dire che la sua è una personalità sacerdotale bella, eppure molti questo non lo colgono fermandosi a quello che vedono esteriormente: potrebbe apparire rigido, nella sua azione come maestro delle cerimonie, ma in effetti non è così. Ma don Nino è una persona che possiede una sensibilità e un’empatia che non sempre sono comuni nel contesto del presbiterio, non giudica, non appesantisce. Il suo essere giovanile, socievole, coinvolgente sono degli aspetti positivi che fanno bene alla sua comunità di Sant’Agnese. Perciò a don Nino faccio i migliori auguri affinché il suo essere sacerdozio si rafforzi sempre più attraverso l’unica presenza che conta che è quella di Gesù Cristo, tutto il resto è di secondaria importanza”.

Il sacerdote nella società di oggi: quale senso e quali sfide

“La sfida principale del sacerdote oggi, racconta fra Tommaso, è quella di essere al passo con i tempi ma con una fedeltà al vangelo, quella di non restare chiusi nelle sacrestie, di andare incontro alla gente, ‘perdendo’ del tempo con loro, soprattutto con i giovani, e condividerne gioie e speranze, fatiche, successi e i dolori. In poche parole: esserci”.

“È far riconoscere ai giovani l’autenticità di una vita dedicata al Vangelo una delle più forti sfide, aggiunge fra Alfredo, nel mio caso con la vita consacrata e attraverso il mistero del ministero ordinato. Inoltre, guidare una comunità ecclesiale fuori dallo schema del ‘si è sempre fatto così’ per aprirsi al soffio della novità dello Spirito Santo di Dio”.

Tre sacerdoti, tre vocazioni

“La mia vita ecclesiale – racconta fra Alfredo – si è consolidata nell’impegno e nel servizio alla Comunità parrocchiale chiesa madre: lì dove ho ricevuto i sacramenti, mi sono formato nell’ACR, ho prestato servizio come catechista, ministrante, nella Schola Cantorum e in un gruppo giovanile teatrale.  Il tutto sotto lo sguardo ‘vigile’ di don Vittorio Martinelli, quello materno delle Suore Figlie di Sant’Anna e con l’amicizia, ormai decennale, con don Angelo Gallitelli. Certamente, tutto questo era anche stato coltivato nella mia famiglia, già impegnata nei decenni precedenti in alcuni ambiti della stessa parrocchia.

In un momento di scontro tra i miei ideali di giovane universitario e la realtà che mi circondava, e allorquando l’idea di entrare in seminario si faceva sempre più insistente, ho riscoperto la figura del giovane Francesco di Assisi che mi ha incuriosito più di tutto.

Mentre avveniva questo, don Nino aveva da poco cominciato a frequentare il catechismo in parrocchia ed io cominciavo a conoscere fra Tommaso.

Ho, dunque, intrapreso un cammino di discernimento con un frate, che all’epoca viveva a Montescaglioso, e che mi ha portato poi a cominciare il cammino formativo fino all’ordinazione diaconale, ricevuta straordinariamente a Pomarico con fra Tommaso e all’ordinazione presbiterale a Montescaglioso, di cui festeggiamo l’anniversario”.

Invece, fra Tommaso racconta che sin da bambino frequentava il convento dei cappuccini di Montescaglioso occupandosi dell’animazione liturgico-musicale: “Fin da allora avvertivo in me questo desiderio che non capivo. Cruciale è stato l’arrivo di due frati nuovi che hanno capito prima di me quello che mi accadeva e mi hanno aiutato a discernere. Anche la morte improvvisa del mio papà mi ha aiutato a decidermi, perché dicevo: tutto può finire e, un giorno, potrei ritrovarmi ad aver sprecato la mia vita. Ho iniziato con degli incontri vocazionali: c’era anche fra Alfredo, con cui ho condiviso tutto il cammino fino all’ordinazione. Mi è sembrato naturale scegliere i frati con cui ero cresciuto e nel corso della formazione e tutto oggi sento che quella è la mia vocazione, soprattutto per la scelta della fraternità, qualcosa di bello se pure allo stesso tempo difficile, ma a cui mi sento chiamato”.

Don Nino – ha testimoniato don Ivan – frequentava l’oratorio della chiesa madre sin dai tempi della scuola elementare, facendo il chierichetto, poi il catechista e l’animatore parrocchiale oratoriano. È lì che nasce la sua vocazione la cui prima risposta è l’entrata nel seminario interdiocesano “San Giovanni Paolo II” a Potenza nel 2009. Dopo l’ordinazione, una licenza in teologia fondamentale in Gregoriana, sebbene la sua passione sia stata sempre la liturgia, ecco che lo vediamo preciso e attento come maestro delle cerimonie accanto al vescovo.

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Nunzio Buonsanti

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