Sono i frati cappuccini di origini montesi Alfredo Santoro – 46 anni, figlio della chiesa madre, attualmente Guardiano del Convento di Alessano (Diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca) e archivista provinciale – e Tommaso Mianulli – 44 anni, figlio del convento di Montescaglioso, assistente regionale della Gioventù Francescana e dell’Ordine Francescano Secolare, Guardiano del Convento di Scorrano (Arcidiocesi di Otranto) – che, assieme a don Nino Martino – 37 anni, anche lui montese, oggi parroco di Sant’Agnese in Matera, vicario foraneo per la Città di Matera, cerimoniere episcopale, Canonico del Capitolo Cattedrale, membro del Consiglio Presbiterale e del Collegio dei Consultori – domenica 17 agosto alle ore 19 nella chiesa madre di Montescaglioso ringraziano il Signore per i 10 anni di sacerdozio in un’unica eucaristia presieduta da mons. Salvatore Ligorio, che li ordinava presbiteri a distanza di un mese l’uno dall’altro, le ultime ordinazioni da lui presiedute nella nostra diocesi.

Giorno di gioia per la comunità montese che nel mezzo delle feste patronali ringrazia il Signore per i dieci anni di sacerdozio di questi suoi figli: “Eravamo tutti e tre in Salento e una sera, praticamente per caso, nacque l’idea di vivere assieme questo anniversario importante. Seduta stante partì la macchina organizzativa. In primis, sentimmo la necessità di coinvolgere mons. Ligorio, il vescovo che ci ha ordinati tutti e tre, per il senso di paternità che ha manifestato sempre anche nei confronti di noi altri due che non apparteniamo al presbiterio diocesano”, racconta fra Alfredo. “Una unica celebrazione nel segno di quell’amicizia e fraternità sacerdotale che coltiviamo malgrado le distanze e le scelte diverse”, aggiunge fra Tommaso.
“Tutta la comunità della chiesa madre è all’opera dietro le quinte, in particolare – racconta ancora fra Alfredo – la Schola cantorum con cui, per l’occasione, si sono integrati alcuni elementi della comunità di Santa Lucie e dei Cappuccini, del Comitato Feste Patronali, dei volontari Caritas e delle catechiste, e il servizio liturgico, guidato dal seminarista Pasquale Bernalda, con amici del seminario di Molfetta e Potenza: insomma, una bella occasione per sperimentare ancora una volta la bellezza della convivialità delle differenze e che ‘insieme è più bello’”.
Ma la città tutta è festa per questo evento di grazia: “Montescaglioso si prepara a rivivere gli eventi che l’hanno messa in moto dieci anni fa – osserva Nunzio Buonsanti, catechista e animatore dell’oratorio Don Bosco della chiesa madre –. È bello che i tre sacerdoti abbiano deciso nei giorni delle feste patronali di ricordare questo evento particolare della loro vita in un unico momento sebbene operino in contesti diversi: questo dà idea della fraternità sacerdotale. È una gioia partecipare a questo traguardo: con fra Alfredo ci separano pochi anni, don Nino un ragazzo che è vissuto nell’oratorio parrocchiale”.
“Una gioia grande celebrare tre anniversari sacerdotali per la comunità montese che tanto ha pianto per i cinque sacerdoti che quasi mezzo secolo fa – ma il ricordo tra gli anziani è ancora vivo – abbandonarono il ministero presbiterale e, poi, ha pianto e pregato per il dono di nuove vocazioni al sacerdozio. E così, tante nuove vocazioni di speciale consacrazione sono giunte in quest’ultimo 25nnio: queste tre ordinazioni presbiterali e una diaconale solo nel 2015 che possiamo definire l’anno clou in tal senso”, aggiunge Pasquale Bernalda, sottolineando che la scelta di far presiedere questa celebrazione da mons. Ligorio risale a quando ancora non si prevedeva il trasferimento di mons. Caiazzo da Matera e che la scelta di una unica celebrazione trasmette un messaggio di unità oltreché una testimonianza vocazionale per la comunità montese. Anche fra Alfredo spiega: “Il tono che vorremmo dare a questa celebrazione è il ringraziamento al Signore per le numerose vocazioni che ha voluto donare alla nostra città, soprattutto negli ultimi venti anni”.



“Le emozioni che mi abitano in questi giorni sono quelle della gratitudine e della felicità: mai avrei pensato nella mia vita di essere sacerdote, di annunziare la Parola”, riferisce fra Tommaso, mentre fra Alfredo parla dell’emozione di “vivere questo momento come celebrazione della fraternità sacerdotale” e del desiderio “di poter vivere in pienezza la celebrazione, nella quale abbiamo scelto di far confluire tutte le nostre caratteristiche e i nostri desideri di poter ringraziare il Signore con le nostre scelte di bellezza: la musica, il canto, la liturgia”.
L’augurio, allora, che questi sacerdoti, figli della nostra Chiesa locale, vivano nella gioia e nella grazia questo momento in cui fanno memoria della loro vocazione, allietati dalla nostra presenza o, se non fosse possibile, almeno sostenuti dalla nostra preghiera.

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