Giornata delle vittime di mafia: il messaggio del Card. Bassetti

Pubblichiamo il Messaggio del Cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e Presidente della CEI, a don Luigi Ciotti, in occasione della “Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, promossa da Libera e Avviso pubblico.

Carissimi amici,

era il 21 marzo 1996 quando, a un anno dalla fondazione di Libera, vi fu la prima “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, dal 2017 istituita per legge.

Da allora, le mafie sono molto cambiate. Si sono adattate ai mutamenti sociali, la loro pervasività è stabilmente planetaria, e si compirebbe un errore se fossero considerate solo un fenomeno italiano, o solo relegato al nostro meridione.

Noi oggi ricordiamo le vittime di questo flagello, di questa strada di corruzione che nega in radice il bene comune. Si compie un errore se si associano le mafie alla sola violenza delle armi.

La loro violenza è anche più ampia: si chiama corruzione.

Ricordando i nomi delle persone, il loro martirio, il dolore che le circonda, e anche il lavoro, il coraggio, l’onestà, l’impegno, le speranze, comprendiamo che questi martiri sono nostri modelli, nostri maestri, ed è a loro che dobbiamo guardare per imprimere in noi stessi la consapevolezza della gravità di questi fenomeni che divorano le società, in Italia e all’estero. Questi martiri sono lì a osservarci, a giudicare le nostre azioni, le nostre intenzioni e le nostre coscienze: sono tutti lì a misurare la nostra verità e coerenza.

Papa Francesco avverte la tragica urgenza in tutto il pianeta, la oscura incidenza di queste forze nemiche dell’essere umano e del Vangelo. Come non ricordare, fra i molteplici interventi, ciò che disse a Sibari, il 21 giugno 2014: «Coloro che nella loro vita seguono questa strada di male, come sono i mafiosi, non sono in comunione con Dio: sono scomunicati». Questa non è una dichiarazione conclusiva, ma un invito ad andare avanti.

Su questo terreno, carissimi amici di Libera, dobbiamo impegnarci quotidianamente per eliminare ogni brandello di equivoco, in primo luogo per seguire il Vangelo, onorare le nostre vittime, i nostri martiri, e per sostenere chi, sul campo, combatte per una società più giusta e libera, affinché vi sia un concreto sviluppo umano integrale. Ricordiamo la imminente beatificazione di Rosario Livatino, che illumini e motivi le nostre coscienze.

Al paragrafo 28 dell’enciclica Fratelli tutti, Papa Francesco scrive: «La solitudine, le paure e l’insicurezza di tante persone, che si sentono abbandonate dal sistema, fanno sì che si vada creando un terreno fertile per le mafie. Queste infatti si impongono presentandosi come “protettrici” dei dimenticati, spesso mediante vari tipi di aiuto, mentre perseguono i loro interessi criminali». Con la pandemia, le mafie – e la sottocultura mafiosa – si stanno rafforzando, e così aumentano le loro vittime. Non possiamo rischiare di farci avvelenare dai loro frutti cattivi, ecco perché dobbiamo dare forza ai corpi intermedi come Libera, i quali – secondo la Costituzione – formano l’architrave della democrazia.

Mi rivolgo a voi, ma anche a tutta la Chiesa e alle persone di buona volontà, per chiedere un impegno costante e chiaro, nel ricordo dei martiri e dei loro cari, nella consapevolezza che le mafie prosperano lì dove c’è corruzione, inefficienza ed ambiguità. Dobbiamo muoverci concretamente, tutti assieme, per sostenere il Santo Padre contro queste apostasie, che spesso calpestano lo stesso messaggio evangelico per fondare le loro identità.

Ricordo con gratitudine i progetti che abbiamo in comune, come “Libera il bene – dal bene confiscato al bene comune” e il progetto “Liberi di scegliere”, che permette ai minori e alle loro madri di allontanarsi dalle famiglie di ’ndrangheta.

In questo spirito di commozione, consapevolezza, e invito all’azione, la Pasqua del Signore ci attende. Sarà una Pasqua dolorosa, nella quale alla sofferenza per la salute e per i troppi defunti, si associa l’ansia e il dolore della crisi economica. Sentiamo i segni della Passione del Cristo, ma uniti potremo tornare a sperare secondo la Sua volontà che ha redento il mondo, contro le forze del male.

Grazie, amici di Libera, per il vostro impegno, e prego Dio perché questa XXVI Giornata susciti altra speranza, altro coraggio e impegno per tutti noi.

Vi benedico, nel Nome di Cristo Redentore.

Gualtiero Card. Bassetti

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Redazione

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