Il 29 novembre anniversario della Fondazione antiusura Mons. Vincenzo Cavalla.  Un rischio, da non sottovalutare. Liberi dall’usura: un impegno comune

Padre Basilio Gavazzeni, presidente della Fondazione Lucana antiusura, deceduto il 29 agosto 2025, «È stato un sacerdote coraggioso e lungimirante che ha sfidato l’usura e l’omertà senza mezzi termini.”

L’apertura di sportelli per la prevenzione e la lotta al drammatico fenomeno dell’usura ha rappresentato il punto di arrivo di un percorso sociale, politico e istituzionale teso a dare risposte concrete ai cittadini e alle attività economiche. Il contrasto all’usura è stato affrontato con l’istituzione del Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura, con la Legge 7 marzo 1996 n.108, che ha stabilito i tassi soglia usurari e ha previsto interventi di solidarietà per le vittime. L’articolo 644 del codice penale punisce l’atto di farsi dare interessi usurari e introduce specifiche aggravanti per chi opera nel settore bancario o finanziario.

Nel Codice civile, l’art. 1815, comma 2, stabilisce la nullità della clausola che prevede interessi usurari, con la conseguenza che non sono dovuti interessi. La legge ha istituito il Fondo presso il Ministero (all’epoca) del Tesoro, per favorire l’accesso al credito a imprese e famiglie in difficoltà. Con una comunicazione del 29 ottobre 2025, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha reso noto di aver messo a disposizione 39,84 milioni di euro da erogare attraverso il Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura. Le risorse andranno a famiglie e imprese per il tramite di 191 enti gestori tra associazioni, fondazioni e confidi, che fanno da garanti presso gli istituti di credito e svolgono anche le funzioni di sportello di ascolto per chi è in difficoltà economica.

Tra questi soggetti vi è la Fondazione Lucana antiusura Mons. Vincenzo Cavalla, di Matera. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, con i finanziamenti stanziati dall’entrata in vigore della legge del 1996 – con cui vengono concesse garanzie statali per facilitare l’accesso al credito a imprese e cittadini a rischio usura – ha consentito, a tutt’oggi, di garantire finanziamenti per un importo complessivo di oltre 2 miliardi di euro. E’ facile cadere nella trappola degli usurai: un momento di difficoltà per eventi familiari imprevisti, per malattia, per un’urgenza di natura economica, insieme all’impossibilità di offrire garanzie alle banche per avere un prestito, porta e costringe tante persone a considerare questo canale come la soluzione più immediata.

La lotta all’usura deve passare necessariamente attraverso il potenziamento dell’informazione, e quindi una forte campagna di prevenzione, ma anche e soprattutto un diverso rapporto con gli Istituti Bancari. Il coinvolgimento delle Banche in questo progetto ha comunque rappresentato sin dall’inizio una condizione indispensabile per la credibilità stessa dell’iniziativa e averlo oggi realizzato costituisce una importante garanzia di serietà e di concretezza che si è in grado di offrire ai territori. Lo sportello antiusura è collegato in rete con tutti i servizi sociali che affrontano il tema del disagio, fornendo una lettura approfondita delle singole problematiche per prevenire l’aggravarsi degli eventi.

Un’ultima constatazione va fatta sul carattere assolutamente aperto degli sportelli antiusura pronti a tutti i chiarimenti e alla ricerca di soluzioni. La battaglia contro il fenomeno dell’usura, con la crisi economica legata prima alla pandemia ora alle guerre e alla povertà crescente, diventa ancora più urgente. Il loro intervento, rappresenta un momento importante nella costruzione di politiche attive sui territori tese a combattere i fenomeni di disagio che coinvolgono singole persone, famiglie e imprese.

Purtroppo sono in aumento le difficoltà di famiglie e imprese, che rischiano di incrementare il fenomeno dell’usura. I primi dati confermano una ripresa della criminalità organizzata su questo fronte, ma anche la diffusione, addirittura, di piccoli fenomeni di usura che coinvolgono famiglie in difficoltà, aggravando la loro situazione di impoverimento. D’altra parte appaiono sempre più evidenti i limiti di una normativa che ha rappresentato un passo avanti significativo nella lotta all’usura ma che oggi mostra, nella sua applicazione, diversi problemi.

Alla luce della gravità del fenomeno dell’usura, l’utilizzo del fondo per le vittime dell’usura andrebbe ripensato. La concessione di mutui da restituire non ha funzionato perché non ha consentito il salvataggio e il rilancio delle attività economiche perché, un po’ meno dell’80% dei mutui concessi, non vengono restituiti e perché, in questo modo, non si incentiva la denuncia dei fenomeni usurari fondamentale per colpire i criminali. A fronte di queste considerazioni, la Legge n. 44/1999 (legge antiracket), che assegnava risorse a fondo perduto a chi denunciava per ridare vita alla propria attività economica, ha funzionato molto meglio e ha consentito di infliggere duri colpi ai clan criminali.

A questo punto occorre riflettere sulla necessità che la Legge n. 44/1999, destinata solo alle attività economiche, possa essere applicata anche alle famiglie che, ad oggi, sono escluse dal fondo. Infine, deve essere valorizzato meglio il lavoro delle associazioni antiusura che possono contare su fondi pubblici per supportare le famiglie, ma che non possono godere, nel rapporto con il sistema bancario, del riconoscimento e delle garanzie che chi opera con fondi statali dovrebbe poter avere. Come detto, a Matera ha sede in Piazza Sant’Agnese la Fondazione Lucana Antiusura Mons. Vincenzo Cavalla, fondata il 29 novembre 1994; un soggetto autorevole e garante, un argine contro il fenomeno dell’usura, che rappresenta, ancora oggi, un grave problema per i singoli cittadini e un ostacolo al libero sviluppo e alla crescita delle strutture produttive della nostra città e della nostra Regione.

Il prossimo 29 novembre è il 31mo anniversario dalla nascita della Fondazione, e ricordare da dove è nata l’esperienza di lotta all’usura è fondamentale per non dimenticare. Il 6 maggio 1994, verso le 23,45 una bomba scosse il rione Agna di Matera. L’ordigno era stato posto all’ingresso della parrocchia di padre Basilio, rendendola inagibile. Padre Basilio se pur sconvolto, non si fece abbattere da un tale atto criminale, ma continuò con ancor più vigore nel suo impegno di contrasto all’usura. Con l’aiuto del suo ordine missionario dei Monfortani e dal vescovo di Matera Mons. Antonio Ciliberti, realizzò in poco tempo un’altra chiesa, ben più grande e imponente della precedente, con tanto di sala per conferenze e concerti, e un centro sportivo con campi da volley, basket e calcio a 5.

Per il prossimo 29 novembre, la Fondazione Mons. Vincenzo Cavalla, ha organizzato un Convegno per ripercorrere il cammino e la storia della Fondazione, e per sottolineare l’impegno di tutte le Fondazioni e le Associazioni presenti sul territorio nazionale per dare risposte concrete al bisogno di tanti, ricattati e minacciati dall’usura. Essere presenti numerosi al Convegno che si terrà dalle ore 9:30 alle 12:00, presso la Sala Ratzinger della Parrocchia di Sant’Agnese a Matera, rappresenterà un forte segnale per isolare il fenomeno e i criminali che approfittano dei momenti di debolezza e di fragilità di famiglie e imprese.

Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno contribuito alla nascita della Fondazione, tra cui il compianto presidente (per tre decenni) padre Basilio Gavazzeni. «È stato un sacerdote coraggioso e lungimirante che ha sfidato l’usura e l’omertà senza mezzi termini» ha dichiarato l’arcivescovo di Matera-Irsina, Benoni Ambarus su “Avvenire” del 30 agosto 2025. Ma il ringraziamento va anche all’attuale presidente don Francesco Gallipoli e a tutti coloro che hanno operato e continuano nell’impegno di assistenza, consulenza e aiuto, opera indispensabile al contrasto dell’usura.

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Marino Trizio

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