
Esultanza e gioia
La CEI accoglie con commozione e gioia l’elezione a nuovo Papa del card. Robert Francis Prevost che ha assunto il nome di Leone XIV. In particolare è rilevante la sottolineatura che viene fatta all’invito del Pontefice a «essere una Chiesa missionaria, una Chiesa che costruisce i ponti, il dialogo, sempre aperta a ricevere come questa piazza con le braccia aperte, tutti, tutti coloro che hanno bisogno della nostra carità, la nostra presenza, il dialogo e l’amore». I vescovi italiani si uniscono al vescovo di Roma e Primate d’Italia che custodisce l’unità nella carità della Chiesa universale.
Preservare il dialogo e costruire la pace
Il momento in cui viviamo non è uno dei più facili, anzi è proprio uno di quelli più difficili per le rivendicazioni nazionaliste nel mondo, per l’indifferenza rispetto alle povertà di vario genere, all’egoismo dei popoli che spesso generano guerre e conflitti anche armati. Purtroppo, alla guerra russo-ucraina e a quella israelo-palestinese nell’ultime ore si è aggiunta anche quella indo-pachistana. Molto opportunamente la CEI sottolinea: «In questo tempo, così tumultuoso per i conflitti che affliggono vaste aree del pianeta e i vari cambiamenti sociali e culturali in atto, continuiamo a lavorare “per la pace nel mondo”. Le assicuriamo il nostro impegno per costruire ponti di dialogo, per soccorrere l’umanità sofferente, per essere sempre a servizio degli ultimi e dei più bisognosi».
Di seguito riportiamo il testo integrale del Messaggio della Conferenza Episcopale Italiana:
Beatissimo Padre,
esprimiamo i sentimenti di commozione e gioia delle Chiese in Italia nell’accogliere la notizia della Sua elezione al Soglio Pontificio. Insieme alle comunità ecclesiali eleviamo il canto di lode al Signore per il dono della Sua chiamata a essere «principio e fondamento visibile dell’unità nella fede e della comunione nella carità» (Messale Romano), messaggero di pace in un mondo lacerato e ferito.
Accogliamo il Suo invito a «essere una Chiesa missionaria, una Chiesa che costruisce i ponti, il dialogo, sempre aperta a ricevere come questa piazza con le braccia aperte, tutti, tutti coloro che hanno bisogno della nostra carità, la nostra presenza, il dialogo e l’amore».
La nostra Conferenza Episcopale è unita in modo speciale a Lei, a motivo del Suo ruolo del tutto unico di Vescovo di Roma e Primate d’Italia. Siamo grati di poter esercitare la collegialità episcopale sotto la Sua guida paterna. Le comunità ecclesiali si rallegrano con noi stringendosi intorno a colui che custodisce l’unità nella carità. Oggi la storia e soprattutto l’affetto di noi tutti si intrecciano per creare un nuovo rapporto, saldo e filiale, con Lei, Beatissimo Padre.
Seguendo gli appelli del Suo predecessore, Papa Francesco, ci siamo posti “in uscita” e “in cammino” con la gioia di chi ha sperimentato la pace di Cristo Risorto. Una pace, come Lei ci ha ricordato, «disarmata e disarmante, umile e perseverante», perché «proviene da Dio, che ci ama tutti incondizionatamente».
In questo tempo, così tumultuoso per i conflitti che affliggono vaste aree del pianeta e i vari cambiamenti sociali e culturali in atto, continuiamo a lavorare «per la pace nel mondo». Le assicuriamo il nostro impegno per costruire ponti di dialogo, per soccorrere l’umanità sofferente, per essere sempre a servizio degli ultimi e dei più bisognosi.
Santità, può contare su di noi, sulle Chiese in Italia: vogliamo essere strumenti vivi per realizzare il sogno evangelico di diventare un’unica famiglia umana, «un solo popolo sempre in pace».
La Sua elezione nel tempo liturgico di Pasqua è per noi un segno che il Risorto non ci ha lasciato orfani. A Dio rendiamo grazie e all’intercessione di Maria affidiamo il Suo ministero, perché illumini il Popolo di Dio con la verità del Vangelo e lo edifichi con la testimonianza di vita.
Roma, 8 maggio 2025
La Presidenza
della Conferenza Episcopale Italiana

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