La responsabilità dell’ascolto

Il ruolo della responsabilità da sempre ha caratterizzato e certificato la qualità delle persone che guidano le nazioni, le aziende, le famiglie. Oggi pare che questo ruolo si sia molto annacquato.

Don Mimmo Battaglia, il cardinale arcivescovo di Napoli, nella sua omelia per l’Immacolata, si è rivolto direttamente alla politica, invitando gli amministratori a ricordare le conseguenze delle proprie scelte sulla cittadinanza dicendo: “La politica vera è responsabilità, non potere”.

Oggi più che mai emerge la necessità di esercitare il ruolo della responsabilità: da parte dei politici ma anche da parte di altri soggetti strategici per la crescita umana della società civile come ad esempio gli educatori nelle due grandi espressioni della famiglia e della scuola.

Tutto parte da un dato di fatto. Oggi non c’è capacità di ascolto, anzi non c’è voglia di ascoltare l’altro: chi ci sta accanto nella vita familiare, chi amministriamo nella società civile, chi ci affianca nel lavoro, chi guidiamo nell’educazione; più in particolare c’è una scarsa capacità di ascolto degli adulti verso i giovani.

Cosa fare non è semplice da esaminare ma possiamo almeno elencare alcuni fenomeni per prenderne coscienza per un primo passo concreto.

Intanto, bisognerebbe iniziare dai bambini, prendendo dei provvedimenti educativi sull’uso dei social network ed in particolare adottare delle regole stringenti così come già altri paesi hanno fatto. Ad esempio l’Australia che ha appena deciso di vietare l’uso dei social media ai minori di sedici anni, una misura drastica, certo, ma che nasce da una attenta analisi dei dati. In Italia esistono parecchi studi già fatti da università e studiosi della materia, bisogna solo avere le responsabilità della decisione.

C’è poi il problema che l’Italia non è più un Paese accogliente. Sotto questo punto di vista, in materia di migranti, se ne è discusso in Europa nei mesi scorsi ma i punti di vista sono abbastanza diversi ed interessi particolari delle singole nazioni hanno impedito un momento di sintesi e di definizione del problema.

Un’altra situazione che non si può ignorare è quella delle condizioni delle carceri. In una recente visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella casa circondariale femminile di Rebibbia è venuta fuori una situazione delle carceri italiane “sempre più precaria, sempre più complessa, sempre più dolorosa”. Alcuni dati sono significativi: il tasso medio effettivo di affollamento è almeno del 133%”. Dietro questa percentuale si stagliano persone, non fantasmi, vite, voci, drammi. Solo quest’anno ci sono stati 74 suicidi, oltre a due di agenti della penitenziaria e altrettanti di operatori sociali.

Infine, c’è un altro drammatico problema costituito dalla cosiddetta povertà sanitaria che vede coinvolta in Italia una fetta di popolazione di 501.922 persone nel 2024 di cui 145.557 minori. Ciò significa che hanno dovuto chiedere aiuto ad una delle 2.034 realtà assistenziali convenzionate con Banco Farmaceutico per ricevere gratuitamente farmaci e cure che, altrimenti, non avrebbero potuto permettersi. Rispetto al 2024, c’è stato un aumento dell’8,4%.

Ancora più grave è il fenomeno della rinuncia di curarsi che è più manifesto negli anziani poveri ed in generale nelle persone delle aree interne e montane del Mezzogiorno. Infatti, la notizia è della Corte dei Conti: l’incremento è più marcato tra gli uomini (+5,6%) rispetto alle donne (+3%). Le principali cause sono riconducibili alle lunghe liste d’attesa (6,8%, con un incremento di 2,3% rispetto al 2023) e alle difficoltà economiche (5,3%).  Tale fenomeno in Basilicata nel 2024 si è incrementato del 4,1%  toccando un valore del 10,8% (nell’anno precedente era il 6,7%) superando la media nazionale del 9,9%. Le disuguaglianze territoriali sono sensibili: nel Nord Italia la quota di rinuncia è del 9,2%, mentre sale al 10,7% nel Centro e al 10,3% nel Mezzogiorno.

Son questi solo alcune tipologie di mancanza di responsabilità a vari livelli – in particolare di persone che nel loro ruolo rinunciano ad essere da esempio – che hanno influenza sui fenomeni elencati e che dovrebbero invece essere oggetto di un attento esame affinché si possa pervenire al vero Bene Comune. Per adesso vogliamo solo confidare nella Speranza, che il Giubileo che si chiude tra qualche giorno ci ha trasmesso, e soprattutto sul grande evento del Natale di nostro Signore che certamente darà luce sufficiente a tutte le persone di buona volontà che vogliono mettersi in ascolto responsabilmente ed operare a favore delle varie povertà esistenti.

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Domenico Infante

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