Solennità del Corpus Domini. Celebrazione diocesana: sempre tanto partecipata dal popolo di Dio

Una solennità che non conosce inflessioni nella partecipazione e nel sentire del popolo di Dio quella del Corpus Domini. Così, anche a Matera, lo scorso 19 giugno, il giovedì dopo la domenica che segue la solennità della Pentecoste, la concelebrazione diocesana e, a seguire, la processione eucaristica. Entrambi i momenti sono stati presieduti dall’Amministratore Dicessano don Angelo Gioia e hanno richiamato numerosi fedeli da tutta la Chiesa locale.
Giovedì 19 giugno: celebrazione diocesana del Corpus Domini in Cattedrale

Se il Giovedì Santo la Chiesa guarda all’Istituzione dell’Eucaristia, scrutando il mistero di Cristo che ci amò sino alla fine donando se stesso in cibo e sigillando il nuovo patto nel suo Sangue, nel giorno del Corpus Domini l’attenzione si sposta sulla relazione esistente fra Eucaristia e Chiesa, fra il Corpo del Signore e il suo Corpo Mistico.

Farci noi stessi pane per chi abbiamo intorno l’altro messaggio che ci giunge dalla festa che celebriamo oggi e ci trasmette il brano del vangelo della condivisione dei pani e dei pesci che la liturgia ci propone per il giovedì del Corpus Domini e per questa domenica.

Il miracolo che solo a Cristo e ai suoi discepoli credenti può riuscire è quello di trasformare il poco della nostra umanità in quello che ci è necessario, proprio come quei cinque pani e i due pesci. Non ci vuole molto, non ci vuole sempre tutto, ma ci occorre l’essenziale.

Queste le parole che don Angelo Gioia, Amministratore Diocesano, pronuncia nell’omelia di giovedì 19 giugno ispirandosi sempre alla pericope evangelica.

Da questo, allora, può rinascere la missione della Chiesa del nostro tempo, che riconoscendosi discepola del Signore e serva dell’umanità, l’aiuta a non sbafarsi con lo sfruttamento e l’abbondanza dei mezzi propri e degli altri, con il potere dei potenti, ma a nutrirsi con l’alimento sempre genuino della gratuità e della generosità.

Ecco il mandato che, attraverso la sua omelia, l’Amministratore indirizza alla comunità diocesana, chiamata a tramandare Cristo in una società sempre “più povera di eternità sebbene più ricca di mondanità”: è necessario

dover sfuggire dal desiderio di imprimere e imporre sulla storia la propria immagine di umanità, potenza e vittoria […] imboccando i vicoli ciechi della sopraffazione, dello sfruttamento e del vincere a tutti i costi in favore invece della ricerca di un bene non ancora scoperto che tesorizza la fragilità quale risorsa che rende uguale agli altri e riscatta le povertà.

Perché il Signore, e non il dominatore della storia, è solo Lui. […] E in Lui e grazie a Lui ogni uomo può diventare artefice di storie nuove per sé e per gli altri.

Giovedì 19 giugno: celebrazione diocesana del Corpus Domini in Cattedrale

“Passa ancora in mezzo a noi”

A seguire, la processione eucaristica, che ha coinvolto oltre che una folta rappresentanza di clero, i bambini che da poco hanno celebrato la prima comunione, le associazioni, le confraternite e il popolo di Dio in tutte le sue componenti. Un corteo di fedeli guidati da don Antonio Di Leo, direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano, è stato efficacemente coinvolto nella preghiera attraverso invocazioni litaniche eucaristiche, preghiere e canti. Non sono mancati opportuni momenti di silenzio o di riflessione guidata dall’ascolto di testi del magistero sull’Eucaristia e da alcuni passi dell’omelia che Papa Francesco ha tenuto a Matera in occasione del Congresso Eucaristico Nazionale.

Evidente, anche più che in anni precedenti, lo stile orante con cui il popolo di Dio ha preso parte.

I cavalieri del santo sepolcro di Gerusalemme hanno scortato il baldacchino-cielo sotto cui ha proceduto il Santissimo Sacramento che portava don Angelo Gioia.

Sempre un momento edificante il passaggio di Gesù Eucaristia per le strade della città: ecco una mamma che al passaggio di Gesù Sacramentato ha fatto fare il segno di croce al figlio, forse di tre anni – guardava esterrefatto! –, di un uomo anziano che a fatica si inginocchia – non come il giovane che è al suo fianco! – e di alcuni che si sono alzati in piedi dai tavolini dei bar dov’erano seduti e di un signore che ha atteso prima di addentare la pizza. Molti filmano, forse per portare a casa un ricordo delle vacanze, riconoscendo comunque la straordinarietà dell’evento.

Giovedì 19 giugno: celebrazione diocesana del Corpus Domini.
Processione eucaristica per le vie del centro di Matera.

Appropriate a descrivere la situazione le parole di un canto del Rinnovamento nello Spirito Santo:

Passa ancora in mezzo a noi, Figlio di Dio.
Se tu vuoi sanarci puoi: grande è la tua bontà
Dal profondo gridiamo a te: Tu sei Gesù Signore
Volgi a me il tuo sguardo e fermati, Signore,
fammi grazia per amore del tuo nome.

Ma si sa, non tutti sono sensibili o comprendono un mistero così grande, peraltro come quando anche Gesù in persona passava per le strade della sua Palestina: “La sua, la nostra messa il mondo non capirà”, sono le parole di un altro canto. E così qualcuno ha continuato a mangiare o a percorrere la sua strada indifferente.

Sempre suggestiva la benedizione eucaristica finale dal balcone dell’episcopio.

Oggi, domenica 22 giugno, invece, la processione si svolge nella maggior parte dei centri della Diocesi.

Una tradizione di otto secoli

Accadde nel 1208 che la beata Giuliana di Retìne, priora nel Monastero di Monte Cornelio, a Liegi, città natale di Urbano IV, durante un’estasi, vide il disco lunare risplendente di luce candida, deformato però da un lato da una linea rimasta in ombra: da Dio intese che quella visione significava la Chiesa del suo tempo, che ancora mancava di una solennità in onore del SS. Sacramento. Ecco l’istituzione della festa nelle regioni galliche.
La festa “del SS. Corpo e Sangue di Gesù” fu poi estesa alla Chiesa Universale l’11 agosto 1264 – l’anno seguente il miracolo eucaristico di Bolsena – da papa Urbano IV con la bolla “Transiturus”, con data fissata al giovedì successivo alla prima domenica dopo Pentecoste.
La festa è stata ininterrottamente celebrata nel tempo con una partecipazione sempre molto sentita del popolo di Dio in tutte le sue componenti, sospesa solo da eventi di forza maggiore, ad esempio nel 2020 per le restrizioni imposte contro la diffusone del Coronavirus.

In alcuni territori è anche festa civile

Dal 1977 si è ritenuto opportuno spostare la celebrazione della festa alla domenica seguente, cioè alla seconda domenica dopo la Pentecoste. Nella nostra Chiesa diocesana qualche anno fa si è ritornati a celebrare il Corpus Domini nella data originaria, ovvero il giovedì successivo alla prima domenica dopo Pentecoste.

In diverse nazioni, il giovedì del Corpus Domini invece è festa civile: nei cantoni cattolici della Svizzera, in Spagna, in Germania, Irlanda, Croazia, Polonia, Portogallo, Brasile, Austria e a San Marino.

A Roma la celebrazione, presieduta dal Papa, inizia nella Cattedrale di San Giovanni in Laterano, per poi concludersi con la tradizionale processione fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore; il Santo Padre la presiede in quanto Vescovo di Roma.

In tante città italiane, tra tutte Orvieto, è tradizione creare tappeti di fiori, le “infiorate”, lungo il percorso delle processioni, un’usanza diffusa anche in Spagna. Per non parlare dell’Ecuador, dove si è svolto il Congresso Eucaristico Internazionale nello scorso mese di settembre.

Nelle città di Orvieto e Bolsena oltre al Santissimo Sacramento vengono portate in processione le reliquie del miracolo eucaristico di Bolsena.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Immagine-WhatsApp-2025-06-22-ore-14.58.40_2d4a8f2d-827x1024.jpg
Anche in Diocesi la tradizione delle infiorate.
In foto, quella realizzata da alcune donne della Parrocchia di S. Maria Maggiore (Miglionico)

Scrivi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

For security, use of Google's reCAPTCHA service is required which is subject to the Google Privacy Policy and Terms of Use.

Giuseppe Longo

Latest videos