Nel nome di Leone… sia pace

Nell’ambito della Festa di San Leone Magno a Metaponto, si è tenuto ieri sera un incontro culturale sul tema “Nel nome di Leone… Sia Pace” presso la chiesa dell’Assunta al Lido. Presente don Angelo Gioia, Amministratore parrocchiale e Vicario Generale della Diocesi, hanno relazionato don Giuseppe Lavecchia e il dott. Salvatore Arpaia.

“Oggi abbiamo fatto un viaggio lungo secoli di storia, da San Leone Magno Papa, passando per s. Agostino, san Paolo VI Papa, san Giovanni Paolo II Papa fino a Papa Francesco e a Papa Leone XIV. Ebbene, la costante di questi secoli di storia è risultata essere, sia dal punto di vista spirituale che scientifico, quella che solamente in Dio e nel Suo Cristo l’umanità trova salvezza e armonia. Quel Dio che è Eterno ed Immutabile”. E’ quanto ha enunciato don Angelo Gioia, Vicario generale diocesano e amministratore della locale parrocchia, introducendo la serata culturale sul tema della pace coniugato con quello della cura e la custodia del creato. L’iniziativa è stata collocata nel contesto della festa di S. Leone Magno, patrono di Metaponto. Lo spunto è stato offerto dal tragico incendio del 9 luglio scorso che ha pesantemente segnato la cittadina jonica.

Perché nel nome di Leone? Intanto san Leone Magno Papa, spiega don Angelo, è “il riferimento storico che rimanda al cosiddetto sacco di Roma del 455 quando la città fu sì saccheggiata dai vandali ma non distrutta insieme ai suoi abitanti per intercessione del Santo Padre che aveva già fermato Attila. Egli, da buon pastore della Chiesa, portò conforto e speranza a quel popolo. Ecco allora la similitudine con lo scampato pericolo dei metapontini in occasione dell’incendio: danni ai beni sì ma incolumità per le persone. In sintonia con Leone Magno si colloca Papa Leone XIV il quale, eletto al Soglio di Pietro nel pieno di terribili conflitti, si sta spendendo in ogni modo per la pace”.

Un saluto particolare è stato rivolto all’artista di Bernalda, Maria Grazia Tarulli, sensibile alle sorti di questo territorio, la quale, all’indomani dell’incendio, ha dipinto un significativo quadro esposto durante la conferenza, accompagnato da una brochure esplicativa dal suggestivo e significativo titolo “Brucio Anch’io”.

Infine don Angelo ha dato il benvenuto ad Alfredo Avallone, presidente della locale Associazione di operatori turistici “Leucippo”, augurando a lui e ai suoi colleghi provati dal disastroso incendio una pronta e piena ripresa delle attività. Gradita presenza tra l’uditorio è stata quella di don Pasquale Giordano.

Relatori di eccezione sono stati don Giuseppe Antonio Lavecchia, già parroco di Metaponto, e il Prof. Salvatore Arpaia, scienziato senior con ENEA, l’agenzia nazionale italiana per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. Salvatore Arpaia, già facente parte del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, è cittadino di Bernalda ed è un uomo di scienza impegnato nella testimonianza della sua fede e dei valori cristiani nella propria professione.


Don Giuseppe nel suo intervento ha contestualizzato storicamente l’episodio della vicinanza di papa Leone Magno ai romani subito dopo il saccheggio ad opera dei Vandali di Genserico nell’anno 455, come si diceva in premessa.

Papa Leone Magno si rivolse a quei cittadini sofferenti a causa degli eventi citando la parte del Discorso della Montagna dal Vangelo secondo Matteo, soffermandosi in particolare sulla beatitudine “beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio”.

Non soltanto questo – prosegue don Giuseppe – Papa Leone Magno fece ricorso a S. Agostino citando il suo “De Civitate Dei (la città di Dio) anno 410”, quando il santo d’Ippona, di fronte alle ingiustizie perpetrate ai danni della città di Roma e alle accuse contro i cristiani di averne causato la caduta, distinse le due città: “quella di Dio guidata dal Suo Amore, quella terrena dominata dall’amore per sé stessi”.

In sintesi, dove regna Dio regna anche la pace, invece dove imperversa l’egoismo dell’uomo, sorge ogni sorta di conflitto.

“Gli operatori di pace, conclude il relatore, siamo tutti noi che possiamo testimoniare la nostra vita di fede smorzando e “disarmando” sul nascere contese, gelosie, invidie. Oggi ciascuno di noi può fare la propria parte in armoniacon la volontà di Dio. Se questo manca, saremo sempre alla ricerca di un colpevole”.

 
Don Angelo, prima di passare la parola al prof. Arpaia, consegna all’uditorio una perla che rende immediatamente l’idea di quanto si sta svolgendo nella serata:  “armonia si traduce in ebraico con Shalom, pace” (ἁρµονία).



Prende la parola il Prof. Salvatore Arpaia il quale da subito consegna ai convenuti un versetto biblico tratto dal Libro della Genesi: “ Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse”. (Gen 2, 15)

“Preferisco corroborare quanto di scientifico esporrò sul tema della cura e la custodia del creato, prosegue il Prof. Arpaia, facendo parlare soprattutto Dio attraverso la Sua Parola, per poi metterci anche le mie di parole”. Un bel segno di coerenza con la fede vissuta da parte di un uomo di scienza.

Vastissimo il campo di azione preso in considerazione dal relatore, con l’ausilio di slides che hanno favorito la presa di coscienza, anche attraverso algoritmi e numeri, di uno stato di cose che non depone certo a vantaggio dell’umanità.

Di particolare risalto sono state le citazioni del Prof. Arpaia di alcuni Papi recenti che hanno affrontato, tra non poche incomprensioni, il fenomeno dell’ambiente a rischio. Da Papa Paolo VI che ha parlato di sfruttamento sconsiderato del creato, a Papa Giovanni Paolo II che considera un “errore culturale pensare che la terra possa fornire energia per sempre… L’uomo porta avanti la sua idea predatoria sulla natura”. E Poi Papa Francesco con la sua lettera enciclica “Laudato sì”, una lucida e chiara fotografia dei nostri tempi.

Venendo al territorio di Metaponto e delle località costiere: “è noto, per esempio, – prosegue il relatore – il fenomeno dell’erosione costiera e sono noti gli interventi eseguiti che però hanno denunciato una essenziale mancanza di monitoraggio, componente necessaria per assecondare l’evoluzione naturale degli elementi. Ma anche per gli incendi boschivi: si rende necessaria una vigilanza preventiva che al giorno d’oggi è assicurata anche da moderne tecnologie”. Per questi problemi: “Bisogna avere il coraggio di investire a lungo termine in prevenzione e rimedio senza attendersi risultati immediati”, conclude il Professore.

La seguitissima serata si è conclusa con i ringraziamenti ed alcune domande dei presenti, oltre che con la testimonianza dell’artista Maria Grazia Tarulli, e con l’annuncio da parte di don Angelo Gioia dell’evento “20^ Giornata nazionale per la custodia del creato” che si terrà a Matera dal 13 al 14 settembre2025.

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Franco Maggi

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