San Rocco, santo pellegrino di speranza e amore per il prossimo

San Rocco, santo pellegrino e taumaturgo, lasciò la casa paterna, donò tutti i suoi beni ai poveri e si mise in cammino per andare incontro a chi era nel bisogno. Parecchi comuni della Diocesi (Pisticci e Marconia, Montescaglioso, Ferrandina e Grottole ) venerano come santo protettore San Rocco.

I pellegrinaggi hanno origini che risalgono ai primi secoli dell’era cristiana ed erano strettamente legati alla venerazione dei luoghi in Terra Santa. Nel corso dei secoli si rivolsero verso altre mete in particolare Roma e Santiago de Compostela, diventando una prassi comune nel Medioevo.

Questa antica usanza cristiana aveva principalmente finalità religiose legate ai concetti di penitenza ed espiazione dei peccati, una pratica devozionale che consisteva in un lungo viaggio verso luoghi di culto alla ricerca della fede interiore o per lo scioglimento di un voto per grazia ricevuta. I pellegrini (da peregrinus “straniero”) lasciavano le proprie città e famiglie, facevano donazioni ai poveri o ad Enti ecclesiastici, si confessavano e si mettevano in cammino per strade infestate da briganti, con seri rischi di contrarre malattie contagiose, spesso in condizioni climatiche avverse.

Avevano un abbigliamento particolare: il bordone (bastone), un cappello a larghe falde, la bisaccia, la conchiglia per attingere l’acqua ed una zucca x conservarla. Un loro deciso incremento si ebbe nel 1.300 con l’indizione del primo Giubileo di Papa Bonifacio VIII che portò a Roma un numero enorme di pellegrini successivamente noti come “romei”.

San Rocco non fu da meno, lasciò la casa paterna, donò tutti i suoi beni ai poveri e si mise in cammino per andare incontro a chi era nel bisogno. Guarì gli appestati incontrati lungo le strade suscitando la speranza in chi l’aveva smarrita. Fu sostanzialmente un precursore del Giubileo indetto secoli dopo da Papa Francesco che ci ha invitati ad essere “pellegrini di Speranza.”

Una virtù che oggi abbiamo dimenticato essere “teologale” cioè donata da Dio che ci spinge ad aspirare ai “beni del cielo” (non solo della terra) e ci proietta verso il futuro per il compimento del disegno di Dio. Non a caso Sant’Agostino scriveva che “la speranza è l’attesa di un bene futuro”.  

L’essere pellegrino di Speranza, San Rocco lo aveva intuito già secoli addietro e lo praticava con zelo insieme alla Carità mai disgiunta dalla Fede.

La Speranza è una virtù che non ama l’odio e non può essere statica o passiva ma implica un impegno concreto verso il bene dei fratelli bisognosi sull’esempio mirabile del Santo taumaturgo Rocco. Una virtù personale e collettiva per tornare a sperare nei “beni immediati e futuri” della pace e della solidarietà fra i popoli oggi troppo spesso divisi e incattiviti gli uni versi gli altri.

Statua di San Rocco in Chiesa Madre di Ferrandina

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Mario Di Biase

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