Oltre trecento fedeli, richiamati dal canto dei miracoli, prima di iniziare le ordinarie attività della loro giornata, si sono riversati ogni mattina alle 7:45 nella chiesa pisticcese di “Sant’Antonio” per la tradizionale “tredicina” al santo padovano-portoghese. Il canto del responsorio e la benedizione con la reliquia del santo sono i momenti centrali di questa pratica che, anche quest’anno, hanno presieduto – assieme alla celebrazione eucaristia del mattino – dall’1 al 13 giugno, a turno, tutti i sacerdoti di origine pisticcese e i frati minori del convento di Cristo Re in Matera.
“La tredicina – testimonia la pisticcese Antonella Rinaldi – è un’esperienza intensa e commovente per tutta la città: crea un’atmosfera di unione interparrocchiale e di fede condivisa, rafforza il legame tra le tre parrocchie presenti sul territorio e il santo di Padova: l’amato santo dei miracoli, colui che ascolta, esaudisce, fa ritrovare le cose perdute, da quelle più piccole della quotidianità, a quelle più grandi della nostra vita”.
Ma la tredicina non è solo rito: ogni anno, nell’occasione, “viene condotta una raccolta di carità per un progetto. Quest’anno – testimonia don Mattia Albano, parroco di ‘Sant’Antonio di Padova’ in Pisticci – per il Ciad, dove opera sr. Valentina Vena, un’alcantarina figlia della nostra comunità, per permettere ai bambini di studiare e nutrirsi. Ma anche le altre feste sono occasione di carità: ad esempio, l’anno scorso in occasione di Sant’Antonio e dei festeggiamenti per la Madonna di Viggiano sono stati devoluti 7mila euro per l’acquisto di generatori di corrente in Tanzania”.
Don Mattia: “Una partecipazione liturgica e una devozione notevole”
“C’è una forte devozione al santo tra i pisticcesi: un attaccamento, un affetto che – ancora don Mattia – fa davvero onore al nostro popolo. Tanta devozione per sant’Antonio che si traduce in una notevole fedeltà agli appuntamenti liturgici”. E sottolinea che sia il reliquiario sia le aureole del santo e del Bambinello sono stati realizzati interamente in oro con il patrocinio del popolo pisticcese.
Quest’anno, poi, la reliquia è stata portata nelle diverse cappelle della parrocchia – quella della Madonna di Viggiano, nel Rione Piro, della Madonna di Picchione, nell’omonimo rione, e nella Cappella di S. Giovanni Battista, in corso Metaponto – e dopo la celebrazione dell’Eucaristia, ha fatto visita agli ammalati che risiedono lì vicino.
Don Mattia testimonia i bei momenti spirituali vissuti nei giorni della festa: “Le confessioni e due adorazioni eucaristiche. Poi, negli ultimi anni, da quando sono parroco, ho istituito, la ‘festa dei bambini’ che ricade qualche giorno prima di sant’Antonio, quest’anno l’11 giugno: tutti i bambini e le gestanti sono venuti in oratorio, sono stati benedetti, hanno giocato lì con i gonfiabili, un po’ di musica e poi è stata offerta loro la merenda”.
Tutte le parrocchia insieme in festa
Il 13 giugno – continua don Mattia – per noi è solennità: la giornata inizia con gli spari, la tredicina, la Santa Messa solenne, il giro della bassa musica per le vie della parrocchia e, a seguire, la visita al santo di tutti i bambini delle scuole elementari e dell’infanzia che ricevono la benedizione. Alle 11 un’altra Messa e alle 18 la celebrazione eucaristica interparrocchiale: è una scelta che abbiamo fatto noi parroci pisticcesi di vivere ogni singolo momento di festa a livello interparrocchiale, come sarà pure nei prossimi giorni, ad esempio per la festa di san Giovanni, del Cuore di Gesù, della Madonna delle Grazie”.

con un frate di TIvoli
Dopo la Messa delle 18 c’è stata una processione partecipata da circa 300 persone, accompagnate dalla banda; a seguire e per concludere i festeggiamenti lo spettacolo di fuochi d’artificio a cura de “La pirotecnica-Madio” di Bernalda.

Anche a Pisticci, l’usanza del pane di sant’Antonio – “Avrò benedetto non so quanti quintali di pane”, racconta ancora don Mattia – e il perdurare del voto che fanno alcune mamme di vestire i bambini da Sant’Antonio, con il saio francescano e il cingolo.
“La cosa più interessante è vedere anche che c’è gente che continua quest’opera”, commenta don Mattia. “Io sono contento personalmente, ho vissuto dei bei giorni anche di grazia: una festa altamente religiosa, di stampo cristiano, inoltre circondata da altre manifestazioni esterne come la banda e i fuochi”.
“Quello di Sant’Antonio, oggi più che mai, è un messaggio di dialogo: Antonio ci insegna a parlare di pace, che non è mai inutile e ci aiuta ad avere una fede più grande, ad essere capaci di sopportare le croci e la fatica quotidiana. Il Santo taumaturgo ci viene incontro, come ha fatto nel giorno della festa, per le strade, per sciogliere i nostri conflitti e continua ad intercedere per noi”, è la riflessione di Antonella Rinaldi all’indomani dei festeggiamenti.
Una sentita celebrazione interparrocchiale a Montalbano Jonico

Anche a Montalbano Jonico la sera del 13 giugno è stata celebrata una bella Eucaristia interparrocchiale nel Tempio dello Spirito Santo, dov’è stata trasferita dal Convento (chiesa di San Rocco) la statua lignea ottocentesca del santo taumaturgo di Padova.
La messa votiva di sant’Antonio, presieduta da don Massimo Ferraiuolo e concelebrata da don Valerio Latela, ha radunato un’amplissima porzione di popolo montalbanese. Una liturgia cantata, con un’omelia incentrata sulla vita del santo taumaturgo.
È seguita la distribuzione del pane “di sant’Antonio” che tante famiglie del posto hanno preparato.

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