
Fu Papa Pio XII, il primo novembre del 1950, a proclamare l’ultimo dogma mariano secondo il quale la madre di Gesù Cristo, “terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo” (cost. ap. ‘Munificentissimus Deus’, par. 44).
“La Chiesa, discepola di Cristo, pellegrina e ministra di speranza” è il tema scelto per le celebrazioni di quest’anno, con chiaro riferimento al messaggio dell’anno giubilare.
È attorno all’icona raffigurata al centro del soffitto ligneo settecentesco della chiesa dei SS. Pietro e Paolo al Caveoso, in cui san Pietro porge le chiavi in mano alla Vergine Maria, posta tra lui e il Cristo risorto, che si snoda il tema del triduo di quest’anno in onore di Maria Assunta in Cielo. È ad esso che ci invita a guardare don Pasquale Giordano – Vicario Episcopale per la nuova Evangelizzazione e la Catechesi e attuale amministratore della parrocchia dei SS. Pietro e Paolo al Caveoso – per entrare nel senso dei festeggiamenti: “Lo splendore della gloria di cui è circonfuso il Risorto si contrappone all’oscurità in cui è immersa la creazione, raffigurata nell’immagine di una circonferenza divisa in due parti, ciascuna delle quali rappresenta il cielo, caratterizzato dalla presenza del sole e della luna, e la terra”.

“Il mondo avvolto nelle tenebre – continua don Pasquale – rappresenta tutta la creazione che soffre ma che, al tempo stesso, è animata dalla speranza, ovvero dall’ardente desiderio di diventare veramente libera partecipando alla gloria del Signore Gesù. La speranza non è una vaga utopia ma è la certezza interiore che è in atto un processo di rinnovamento e di redenzione operati da Dio, attraverso Gesù. La realtà nella quale siamo immersi, in cui sempre più forti riecheggiano i tuoni della guerra e le grida degli innocenti martirizzati, sembra contraddire la voce dello Spirito che suggerisce al cuore della Chiesa di perseverare nella giustizia e nella misericordia per sconfiggere il male e far regnare la carità. […] Maria è rappresentata su un piano intermedio tra Pietro e Cristo, ad indicare la sua funzione mediatrice e in particolare la Chiesa penitente, che vive protesa verso il compimento della speranza, ovvero l’essere totalmente una in Cristo.
“In questa icona – ancora don Pasquale – sono presenti i temi fondamentali di questo anno giubilare. Pietro, pellegrino di speranza, capofila di un popolo in cammino tra tante prove, che guardando a Maria riconosce in lei il ‘segno di consolazione e di sicura speranza’. Ogni credente invoca la sua materna protezione affinché, come madre e maestra, insegni la via che conduce a Gesù”.
Il programma prevede, oltre alle celebrazioni liturgiche, due incontri culturali:
- La ragione della nostra Speranza, il 13 agosto, che si sviluppa nella lettura biblico-teologica del ciclo pittorico sul succitato dipinto su san Pietro che decora il soffitto della chiesa;
- La nostra chiesa, la nostra storia, il 14 agosto, che prevede la proiezione del video “J’s a Sand P’t” (“Giù a San Pietro”) a cura di Nino Vinciguerra. A seguire un momento di convivialità nella piazzetta della Madonna dell’Idris, promosso da alcuni residenti del quartiere e aperto a tutti coloro che vorranno assaporare la tipica “frisella” materana e la visita gratuita a U’ firn d’ la chiazzodd (Museo del Pane) di Francesco Annese e a Benedetto Montemurro.
La festa culminerà il 15 agosto con la celebrazione eucaristica delle ore 19 presieduta mons. Benoni Ambarus, Arcivescovo di Matera-Irsina e Vescovo di Tricarico; a seguire la fiaccolata con la statua di Maria Assunta per le vie dei Sassi.
La chiesa di San Pietro Caveoso è raggiungibile con il bus urbano Linea Sassi dal parcheggio di via Saragat, alle spalle del Comune, con fermate in Piazza Matteotti e Via Rosselli.
Di seguito la locandina del programma.

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