Giovanni, nato nell’anno 1070 nella Città dei Sassi dalla nobile famiglia “ De Scalzonibus” ( attuale nome materano Scalcione) da fanciullo si forma culturalmente e spiritualmente presso il monastero benedettino di Sant’ Eustachio ove vi è oggi la Cattedrale.
Attratto dalla vita religiosa in gran segreto, ancora giovinetto, fugge su un asinello verso Taranto ( Isola di San Pietro) ove si fa pastore di greggi e servo presso una Comunità di monaci; in estrema penitenza, con digiuni e preghiere viaggia eremita per Calabria e Sicilia; cibandosi di erbe e fichi selvatici dorme penitente in una vasca di acqua gelida per vincere il sonno e poter lungamente pregare. In Calabria, da eremita, dopo affannosa ricerca del Padre celeste riceve finalmente l’intimo colloquio con il Divino.
Instancabile missionario ed evangelizzatore viaggia in lungo ed in largo per le terre di Sicilia, Lucania e Puglia. Ritorna a Matera; si rifugia nei pressi di Ginosa (TA), allora terra di Matera ove “sfugge” malinconicamente alla presenza dei genitori allora confinati; successivamente alla promessa di non parola per due anni, organizza la prima Congregazione Benedettina e restaura il monastero di san Pietro allora alle porte di Ginosa; soffre senza freno persecuzioni ed angustie in nome di Dio; subisce il supplizio delle carceri e delle catene per mano di dominatori corrotti e tiranni; sopporta instancabile il dolore; vive il conforto e la visione di San Pietro, dell’Angelo consolatore e della Madonna; Gesù gli appare invece alla presenza del suo amico benedettino San Guglielmo da Vercelli fondatore del Santuario di Monte Vergine (AV). Inviato dalla Vergine al Santuario di San Michele e a Pulsano ( FG) svolge intensa azione apostolica ove ripara il monastero dedicato alla Madonna e fonda la nota “Congregazione Benedettina dei Pulsanesi biancovestiti”. Per dono di Dio manifesta, per dieci anni, virtù miracolose e potenza taumaturgica su malati e storpi; concede grazie a quanti lo hanno cercato e conosciuto; comanda sulla morte; vince su satana; sana gli indemoniati; decide sulla pioggia liberando i contadini dalla siccità.
Il 20 giugno 1139 muore presso il monastero di San Giacomo in Foggia, manifestando ancora miracoli alle genti del Gargano ed a quanti lo hanno invocato. Nel 1830, per volontà popolare dei fedeli materani, le sue sacre spoglie, rivenute presso il l’Abbazia di Pulsano, furono traslate in Matera e poste tutt’oggi in un’urna d’argento presso l’altare minore della Cattedrale.
Nel 1955, per la sua memoria e per la pluri secolare devozione della popolazione, per le grazie ricevute, in occasione della riforma fondiaria, nel Borgo Venusio (MT) luogo contadino di famiglia, fu eretta la Chiesa dedicata al Santo materano; nello stesso anno, nel nuovo quartiere di Serra Venerdì, fu dedicato al Santo la strada “Viale di San Giovanni da Matera. Considerato tra i dieci santi maggiori che la chiesa cattolica ricorda ed onora, Papa Giovanni Paolo II°, il 27 aprile del 1997, in Piazza della Visitazione di Matera ( ex Piazza Matteotti) ha celebrato la Santa Messa ponendo sotto l’altare l’urna del Santo materano.
Sulla figura di San Giovanni da Matera tra gli storici e i religiosi che sono intervenuti sulla sua Vita ricordiamo: Padre Marcello divenne sacerdote secolare e fu parroco di San Giovanni Battista dal 1924 al 1953 finché fu nominato Vicario Generale della diocesi e Decano del Capitolo Metropolitano da monsignor Vincenzo Cavalla. Intellettuale raffinato, laureato alla Sapienza, fu autore di numerose pubblicazioni fra cui “Vita si San Giovanni da Matera”. Il senatore Raffaele Giuralongo, grande estimatore del santo che nel suo libro dal titolo :” Breve storia della città di Matera” delinea il Santo locale come il più noto eretico eremita vissuto intorno al 1100 ricordato, per la qualità di organizzatore di comunità monastiche soprattutto nel Gargano e non solo, per il rigore della sua vita morale e per le sue intransigenti prese di posizione contro le deviazioni dei potenti, laici o ecclesiastici che fossero come il Vescovo di Bari che arrivò a minacciargli il rogo e che lo espulse dalla città, dopo averlo tenuto in carcere, per il successo che presso gli strati popolari otteneva la sua predicazione, ritenuta sovversiva degli equilibri sociali”. Ed ancora ricordiamo: D. Anselmo Filippo Pecci O.S.B. che in occasione dell’8° centenario di San Giovanni da Matera scrisse nel 1937 la lettera pastorale al Clero e al Popolo dell’Arcidiocesi Unite di Acerenza e Matera ponendo in rilievo che per secoli il culto per san Giovanni da Matera non fu esclusivo di questa ns. città e diocesi. Ma largamente diffuso in Italia, dove Giovanni, padre e fondatore della Congregazione Pulsanense ( nei secoli XI-XIV) riempì di luce e memorie vive e di religione gran parte dell’Italia, le Puglie, la Lucania, le Calabrie, la Toscana, l’Emilia fin la lontana isola di Malta. Dai libri citati, si prende atto che ci sono stati dei momenti in cui il Santo è stato in parte dimenticato. Nel perseverare nella divulgazione della Vita e delle Opere di San Giovanni da Matera, il Clero, il Direttivo dell’Associazione San Giovanni da Matera e la Comunità materana, auspicano che in questo momento storico di guerre diffuse, di incertezze sociali, i riferimenti spirituali di San Giovanni possano riprendersi per essere ruolo di guida e di speranza per la nostra collettività e per tutti coloro che si avvicinano “ in silenzio” alla sua essenza sempre viva e zampillante di doni cristiani.
Per la pluri secolare devozione e per le grazie ricevute, il Clero, l’Associazione San Giovanni da Matera, i fedeli e il popolo di Matera, nella ricorrenza del 886° anniversario di morte del beatissimo eremita Giovanni, Abbate della Santa Chiesa Pulsanense che con tutte le sue forze si mortificò per Cristo, in Cattedrale e presso la Parrocchia di Borgo Venusio al Santo concittadino riservano per venerdì 20 giugno 2025 alle ore 18,30 grande festa e intenso culto religioso.

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