“Pellegrini di speranza: il dono della vita” è il tema che papa Francesco nei suoi giorni di governo “ospedaliero” ha pensato di dare a questa 62^ GMPV.
Ogni vocazione nella Chiesa – sia essa laicale o al ministero ordinato o alla vita consacrata – è segno della speranza che Dio nutre per il mondo e per ciascuno dei suoi figli.
Sono queste alcune delle riflessioni che Papa Francesco ci offre nel messaggio che dalla camera in cui era degente al “Gemelli” scriveva per questa giornata.
Ma ogni vocazione è anche segno di speranza – sottolineava Francesco in questo Anno Santo della Speranza – per chi abbiamo accanto perché ci mette nella condizione in cui “facciamo della nostra vita un dono”. Continua così il messaggio di Papa Francesco:
Chi si mette in ascolto di Dio che chiama non può ignorare il grido di tanti fratelli e sorelle che si sentono esclusi, feriti, abbandonati. Ogni vocazione apre alla missione di essere presenza di Cristo là dove più c’è bisogno di luce e consolazione. In particolare, i fedeli laici sono chiamati ad essere “sale, luce e lievito” del Regno di Dio attraverso l’impegno sociale e professionale.
Ogni vocazione matura – sono ancora le indicazioni che il papa fornisce nel suo messaggio – ritagliandosi del tempo da dedicare alla preghiera: “Abbiate il coraggio di fermarvi, di ascoltare dentro voi stessi e di chiedere a Dio cosa sogna per voi. Il silenzio della preghiera è indispensabile per ‘leggere’ la chiamata di Dio nella propria storia e per dare una risposta libera e consapevole”.
“Voi giovani – continua il messaggio – non siete un nel frattempo” ma “l’adesso di Dio”, “co-protagonisti con lo Spirito Santo, che suscita in voi il desiderio di fare della vita un dono d’amore”.
Non meno importante l’accompagnamento spirituale individualizzato per un cammino vocazionale, che i pastori sono chiamati “ad accogliere, discernere e accompagnare”, e nemmeno da trascurare la preghiera di tutta la comunità cristiana a sostegno delle vocazioni. Anzi, ci sono diverse congregazioni religiose che hanno come proprio carisma la preghiera per le vocazioni, memori di quell’imperativo che lo stesso Gesù Cristo rivolgeva mentre annunciava il Regno: “Pregate il padrone della messe che mandi operai nella sua messe” (Mt 9,37-38; Lc 10,2).
Pregare per le vocazioni, non è mai superfluo chiarirlo, non significa pregare perché il Signore mandi nuovi sacerdoti nella sua Chiesa ma perché ogni figlio della nostra Chiesa viva la sua esistenza come risposta ad una specifica chiamata.
Pregare, discernere e sostenere le vocazioni: Rogazionisti e Vocazionisti
Tra le tante congregazioni religiose istituite in 2000 anni di vita della Chiesa, ci sono quelle dei Vocazionisti e dei Rogazionisti, questi ultimi presenti anche nella nostra Diocesi, che hanno come carisma l’attenzione alle vocazioni.

I Vocazionisti, fondati nel 1920 dal sacerdote napoletano san Giustino Russolillo (1891-1955), avevano come primo compito quello di aiutare quei ragazzi privi di mezzi finanziari a diventare sacerdoti. Il fondatore aveva sperimentato in prima persona le difficoltà cui può andare incontro un giovane che desideri diventare prete, ma non ne ha i mezzi, nel suo caso, economici. Non senza essere messo in difficoltà dal vescovo del luogo, Giustino fondò il primo “vocazionario” a Pianura di Napoli, centro di aggregazione e promozione delle vocazioni dove i giovani facevano vita comune e, così, discernimento vocazionale. In tempi in cui la santità appariva ancora un traguardo riservato solo ad alcune categorie di persone, san Giustino, inoltre, si fece sostenitore dell’idea della santificazione universale. Poi, l’attenzione si allargò anche ai sacerdoti in crisi. La famiglia vocazionista, costituita oggi da circa 500 religiosi e 400 religiose, oltre a numerosi associati a istituti secolari di consacrazione laicale e a diverse fraternità ispirate all’opera di Giustino, è presente in 20 paesi di tutti i cinque continenti e persegue la missione del discernimento vocazionale per aiutare ogni uomo a rispondere alla divina vocazione alla vita, alla fede, alla santità.
A Matera sono presenti invece i Rogazionisti, i religiosi e le religiose “della preghiera per le vocazioni”: “Pregate [Rogate] dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe”, il loro motto. Due imperativi accorati di Gesù, riportati nei vangeli di Matteo e Luca, che – commenta padre Angelo Sardone, religioso rogazionista, superiore del “Villaggio del Fanciullo” di Matera, collaboratore del Centro Diocesano Vocazioni e animatore provinciale dell’Unione di Preghiera per le Vocazioni – “sono rimasti come nascosti per quasi 2mila anni, fino a sant’Annibale (1851-1927)”, sacerdote messinese che a cavallo tra ‘800 e ‘900 fondò l’Istituto maschile dei Rogazionisti del Sacro Cuore di Gesù e quello femminile delle Figlie del Divino Zelo. “Con la convinzione che le vocazioni, come la grazia, devono scendere dall’alto, nasceva per sant’Annibale l’esigenza di forzare, in ginocchio, il Sacro Cuore di Gesù – ancora le parole di padre Angelo – perché mandi sacerdoti e religiosi del calibro di Francesco d’Assisi, Domenico di Guzman e Francesco di Sales. Un impegno alla responsabilità che padre Annibale intuì con forza in un momento di intimità con l’Eucaristia, a 17 anni, e che verrà ulteriormente rafforzato in lui dall’incontro con le povertà e il degrado estremi del quartiere Avignone di Messina e con la miseria delle povere famiglie di Messina prostrate dal terremoto. Un impegno che padre Annibale sintetizzerà con le tre azioni del pregare, del diffondere questo spirito di preghiera e del vivere la chiamata in prima persona a essere operai della messe”.
Il sabato che precede la domenica del buon Pastore, la famiglia Rogazionista celebra la memoria di Maria “Regina e Madre del Rogate”, festività propriamente rogazionista in preparazione alla Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. Padre Angelo ci lascia i testi liturgici propri dell’ufficio delle letture e delle lodi per chi volesse unirsi più strettamente alla preghiera per le vocazioni (ovviamente, i Rogazionisti celebrano anche l’Eucaristia con formulario specifico).
Veglia di preghiera diocesana: sabato 10 maggio a San Giacomo
Nella coscienza, seppur forse riscoperta di recente, che è stato proprio Gesù a chiedere di pregare il padrone della messe perché mandasse operai nella sua messe, ecco i diversi momenti di preghiera vocazionale che in molte comunità parrocchiali sono previsti durante l’anno e che culminano poi con la Veglia di preghiera diocesana per le vocazioni organizzata dall’Ufficio Diocesano per le Vocazioni “Credere, sperare, amare”, che don Angelo, amministratore diocesano, presiederà sabato 10 maggio alle ore 19:30 nella Parrocchia di “San Giacomo” a Matera. Tutta la comunità diocesana è invitata.

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