
Un tempo, l’incontro con il carro avveniva per il popolo materano il 29 giugno sera, nel giorno iconico dei santi Pietro e Paolo. Ma la tradizione che in questi ultimi anni sta prendendo piede, al punto da far perder memoria della vecchia usanza, forse ignota alla Generazione Z, è quella di aprire al pubblico la fabbrica del carro sin dal 23 giugno, primo giorno della novena, in cui il materano entra nel mood della Bruna.
Quasi un rito, soprattutto tra i più giovani, mettersi in fila, più o meno pazientemente, in un misto di adrenalina e curiosità, pur di varcare la sera del 23 l’ingresso della fabbrica e scattare una fotografia – meglio un selfie – davanti al nuovo carro. Nonostante le raccomandazioni di don Francesco di diluirsi negli otto giorni seguenti.
Un’atmosfera festosa: i colori del carro, le trombe, i fuochi d’artificio, la musica del coro “Totus tuus” che quest’anno ci dona la sorpresa delle voci bianche, tante attese al solo pensiero del giorno più lungo dell’anno.
A tutto questo fa da contorno non indifferente lo show ideato da Be Sound (Carlo Iuorno), proposto per l’occasione in questi ultimi anni, fatto di suoni e luci psichedeliche a cui sovrappone di tanto in tanto la voce che guida alla riflessione: citazioni di inizio pontificato di Leone XIV, Giovanni Paolo II e dalla leggenda della Bruna: “La pace sia con tutti voi! … Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà! … Su un carro addobbato voglio entrare ogni anno nella mia città”.


Fa eco allo spettacolo illuminotecnico la voce carica di don Francesco: “Grazie, Francesca, per la tua opera per il tuo capolavoro. Questo carro non è più tuo da questo momento, ma lo consegni alla città! Questo carro è tuo, popolo di Matera! E simbolo della tua fede segno della tua passione e simbolo tangibile della tua tenacia di questo popolo, segno eloquente della nostra resilienza!”.
Un clima di spensieratezza in cui alle orecchie del numeroso popolo accalcato nella piazzetta risuonano anche le parole del Vangelo: quest’anno il brano di Giovanni sull’apparizione del Risorto a Tommaso, che è stato d’ispirazione alla realizzazione del carro trionfale, scandito dalla voce di don Angelo Gallitelli, introdotto da don Angelo Gioia: “Il dubbio di Tommaso abita in ciascuno di noi e agisce come un tarlo distruggendo non solo il nostro rapporto con Dio ma anche le relazioni di amicizia”.
Poi, la preghiera, il Padre Nostro, nella cui recita tanta parte del popolo presente si lascia coinvolgere, e i momenti più intimi della firma del carro da parte dell’artista e la benedizione dell’originale opera d’arte. Davvero un’opera che piace a tutti, di cui di seguito riportiamo alcune impressioni.
“È il momento più emozionante perché viene svelato a tutti il lavoro durato sei mesi, opera di Francesca Cascione che ha superato brillantemente il concorso e ha realizzato un’opera maestosa, molto più imponente, più bella, più colorata rispetto a quella dell’anno scorso”, commenta Bruno Caiella, presidente dell’Associazione Maria SS. della Bruna. Un’opera che a Francesca è costata notti insonni e 24 ore di lavoro no stop sino alla mattina del 23 giugno. Il risultato: una bellissima imbarcazione ricca di statue, quasi un vascello che trasporta tutti i popoli della terra. E l’apprezzamento corale è il primo contraccambio a tanta fatica.





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