Era il 7 luglio, esattamente due mesi prima della data della sua canonizzazione, quando don Carmine Lamonea, presidente regionale ANSPI Basilicata e incaricato regionale per il servizio di Pastorale Giovanile, presiedeva una celebrazione eucaristica nella Parrocchia “Santa Famiglia” di Matera in cui sottolineava l’importanza degli oratori nella trasmissione della fede alle giovani generazioni e la validità ancora attuale del metodo educativo di san Filippo Neri che, con i ragazzi di 5 secoli fa, alternava la presentazione delle vite di santi a uscite e attività ricreative. E incensando la reliquia “ex capillis” del beato Carlo Acutis dava inizio alla lunga peregrinatio che dalla sede dell’ANSPI zonale Matera-Irsina avrebbe toccato 23 parrocchie della diocesi.

accanto a diversi sacerdoti a servizio di parrocchie dove sorgono oratori ANSPI
Un desiderio del presidente e del direttivo dell’ANSPI zonale Matera-Irsina, Nico Paolangelo, per questa estate, che ha sullo sfondo l’evento delle canonizzazioni, il 7 settembre in Piazza San Pietro, dei due giovani Carlo Acutis, morto di leucemia a soli 15 anni, patrono dei giovani, di internet e degli spazi digitali, e Piergiorgio Frassati, “l’uomo delle otto beatitudini” che moriva esattamente 100 anni fa, a 25 anni, dopo una vita breve ma significativa, segnata dalla militanza in Azione Cattolica e dalla sensibilità per i poveri. Un’estate, questa, in cui Carlo Acutis è inoltre protagonista di diversi Grest che, come da indicazioni dell’ANSPI nazionale, hanno tra i personaggi guida la sua figura.
Una peregrinatio resa possibile dall’Associazione Oasi App che custodisce la reliquia, che in origine avrebbe toccato sette parrocchie e sarebbe terminata negli ultimi giorni di luglio, ma poi tante realtà locali hanno chiesto di essere inserite in questa iniziativa e il circuito si è esteso a 23 parrocchie, è tuttora in corso e proseguirà sino a metà settembre, quando Carlo sarà già santo.



Quella materana è inaspettatamente una chiesa ricca di realtà oratoriane, fa notare Nico Paolangelo nella serata di presentazione della peregrinatio, sottolineando l’importanza del metodo dell’oratorio nella pastorale giovanile e dell’impegno dei laici giovani nella direzione degli stessi: tra tutti c’è il più giovane, Matteo Scasciamacchia, 19 anni, alla guida di quello di Bernalda. E indica i sacerdoti presenti – don Cosimo Roberti, parroco del luogo, don Egidio Musillo, parroco di S. Maria Maggiore in Miglionico, don Giuseppe Calabrese, di San Salvatore all’Immacolata di Irsina, don Stefano Casamassima, viceparroco della Mater Ecclesiae di Bernalda – come esempi di presbiteri che stanno investendo nell’oratorio e nell’impegno dei giovani laici.
La devozione per l’eucaristia, “autostrada per il cielo”, e il motto “tutti nasciamo originali, ma molti muoiono come delle fotocopie” sono forse l’eredità che il beato Carlo oggi ci lascia. Ma tanti frutti di grazia e tanto slancio alle attività dei Grest di questa estate sta apportando la peregrinatio della reliquia attraverso le parrocchie della diocesi. Di seguito alcune testimonianze.


Il dettaglio della reliquia.


Bernalda: un animatore ha rappresentato il beato Carlo al Grest
“Accogliere un santo che è giovane come noi e come noi ha vissuto anche i ‘pericoli’ della gioventù, ci porta a vivere la fede più nel profondo. Se in lui molti di noi si identificano, molti altri giovani dovrebbero vedere in Carlo una guida che ci accompagna nella nostra giovane età e vivere come lui: una persona normale che ha vissuto la fede molto bene e la malattia rinsaldando la fede. Tutti dovremmo vedere quello che ha fatto come un dono e portarlo come un’eredità nelle nostre vite”, commenta Matteo Scasciamacchia. “Ci siamo preparati per tempo ad accogliere la sua reliquia, anche perché Carlo fa parte dei ‘personaggi’ che ci hanno guidato nell’oratorio estivo quest’anno. Ogni giorno, in oratorio, un ragazzo, Angelo Russo, impersonava Carlo e portava una sua citazione che ci aiutava a introdurre il tema del giorno e a vivere la sua spiritualità in modo più semplice”.
Marconia, don Filippo: “Una reliquia che testimonia nel silenzio e ha fatto innamorare tante persone di Gesù”
Da Bernalda, poi, la sera del 27 luglio la reliquia è giunta a Marconia, dove ha ricevuto una calorosa accoglienza, racconta mons. Filippo Lombardi, parroco di San Giovanni Bosco:
Un evento di grazia ci ha toccato. Nel pomeriggio, in un clima di festa abbiamo accolto la reliquia del beato Carlo, davanti ad essa abbiamo pregato e, poi, recitato il rosario. Dopo una solenne eucaristia, l’adorazione eucaristica: abbiamo fatto nostra l’espressione di Carlo che dice che “l’Eucaristia è l’autostrada per il Cielo”.
La sera successiva un momento di veglia con i giovani. Continua mons. Filippo Lombardi: “Abbiamo letto qualche stralcio della sua vita; quindi, con lui abbiamo adorato Gesù e durante l’adorazione abbiamo letto le frasi che lui ha pronunciato, che gli stavano a cuore e ci ha lasciato in eredità; alla fine, ogni ragazzo, accendendo un lumino davanti alla reliquia, ha scritto e consegnato una preghiera. Un momento molto bello e suggestivo, accompagnato dai canti e animato particolarmente dai giovani. Durante la giornata si sono fermate presso la reliquia molte persone per una preghiera e nelle tre sere dal 29 al 31 luglio abbiamo unito la messa a un momento di adorazione eucaristica con la benedizione eucaristica”.
Conclude mons. Filippo Lombardi:
Carlo ha parlato: con la sua vita, con il suo silenzio, con la sua presenza in quella reliquia. Ha parlato con la sua testimonianza facendoci innamorare di Gesù
Non meno intensi i frutti della presenza della reliquia nell’altra parrocchia di Marconia, San Gerardo Maiella, dov’è giunta il 31 luglio sera condotta da due collaboratori parrocchiali, Giuseppe Natuzzi e Michele Viggiani. L’arrivo è stato accompagnato da una veglia di preghiera. Una giornata intensa, poi, il primo agosto: le lodi, le confessioni e l’Angelus al mattino; un’adorazione eucaristica comunitaria e la celebrazione nel pomeriggio. Racconta il parroco, don Franco Laviola:
Notevole il numero di persone che sono venute a salutare Carlo nelle 24 ore, sebbene già molti si fossero già recati a visitarla nell’altra parrocchia di Marconia.
È stato significativo apprendere da Carlo come sia possibile vivere il mistero dell’Eucarestia nel quotidiano più ordinario.
Un aspetto che abbiamo sottolineato è che la sanità di Carlo non è stata eroismo ma aprire in ogni circostanza la porta del cuore a Cristo: il resto lo ha fatto Lui.

Montescaglioso: doppio passaggio, doppia grazia
Doppia grazia tocca a Montescaglioso, dove la reliquia è giunta la prima volta il 16 luglio presso la parrocchia di Santa Lucia, nel mezzo dei sei giorni di Grest, la seconda volta il 2 agosto in chiesa madre; in entrambi i casi, cordiale e calorosa è stata l’accoglienza da parte di tutta la comunità montese.
Il parroco di Santa Lucia don Mark Stanislaus e il vice don Antonello Petrocelli ricordano ancora con toni vivi e piacere entusiasta a distanza di tre settimane: “I principali destinatari del dono di questa presenza erano i più di 120 bambini e circa 40 animatori di scuola superiore del Grest, ma tantissimi montesi sono accorsi numerosi sia per la preghiera personale per tutte le ore del giorno sia per i momenti comunitari. Tanti ricordi ci sono rimasti nel cuore. Il primo giorno, in cui i bambini e i giovani del Grest si sono affidati alla sua intercessione offrendo una preghiera, un desiderio, scrivendolo su un fiore in carta da loro realizzato e deposto ai piedi della reliquia. Indimenticabile l’adorazione eucaristica ‘Sotto le stelle’: un momento suggestivo e spiritualmente intenso, animato dai canti e dalla presenza di una comunità numerosa, attenta, che nel silenzio orante dinanzi al Santissimo Sacramento ha affidato le proprie intenzioni, i desideri e la vita quotidiana. Un’intensa partecipazione l’abbiamo registrata anche in occasione della celebrazione eucaristica in memoria del beato Carlo, al termine della quale è stata impartita ai fedeli la benedizione con la reliquia e si è conclusa la statio a Montescaglioso”.
E la riflessione di don Mark e don Antonello pensando a quei giorni:
La vita di Carlo Acutis ci dice che è possibile rendere straordinario l’ordinario già dalla giovinezza. Giorni di grazia e gioia per la nostra comunità parrocchiale, ma anche giorni di svago e gioco, quelli del Grest che quest’anno hanno trovato senso più pieno poiché vissuti con Gesù e l’esempio dei santi.
E così, il due agosto la reliquia del beato Carlo, da Marconia è tornata a Montescaglioso, condotta da Giuseppe Natuzzi, festosamente salutata dai bambini, dai ragazzi e dagli animatori dell’Estate Ragazzi dell’Oratorio “Don Bosco” della Chiesa Madre. Pienamente riuscito il momento di accoglienza in oratorio a cui è seguita una partecipata processione verso la chiesa madre; gremitissima la celebrazione della sera del 2 agosto conclusa con la benedizione, per intercessione di Carlo, di bambini, ragazzi e animatori dell’Estate Ragazzi. Particolarmente toccante il momento dell’adorazione eucaristica vocazionale la sera di domenica 3 agosto in chiesa madre e autenticamente vissuto il momento di preghiera di questa mattina nell’ambito dell’Estate Ragazzi. Attesa la celebrazione eucaristica di questa sera che conclude della seconda statio montese della reliquia che partirà per Craco.
Si allega, infine, il programma della peregrinatio, già reso noto prima dell’avvio della stessa.

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