Scout. A Timmari (Matera) il Campo di Formazione Metodologica

Per il terzo anno consecutivo, Timmari si conferma come un luogo accogliente per la formazione degli scout.

Dal 20 al 24 agosto la città di Matera ha ospitato 29 capi scout provenienti da tutta Italia, riuniti per il CFM E/G, il campo di formazione metodologico dedicato agli Esploratori e alle Guide (ragazzi dai 12 ai 15 anni). Dal Trentino alla Sicilia, i partecipanti si sono dati appuntamento presso la chiesa di San Vincenzo de’ Paoli (La Martella) per iniziare un’avventura all’insegna del Sud.

Ad accoglierli, i capi di Matera travestiti da briganti che hanno “rapito” i nuovi arrivati, aiutandoli a vivere il campo in modo “diverso”.

Subito si è entrati nel vivo con i laboratori: la formazione delle squadriglie è avvenuta in modo originale, ispirandosi agli odori tipici della Murgia: lavanda, santoreggia, timo e rosmarino.

Dopo le presentazioni e il racconto delle motivazioni personali, i partecipanti hanno firmato gli impegni da assumere per il campo. Le catechesi guidate dall’Assistente spirituale, incentrate sulla figura di Davide, hanno dato il via agli incontri di approfondimento sul metodo scout, un metodo nato oltre cento anni fa da un generale inglese, Robert Baden Powell, che volle togliere i ragazzi dalle strade di Londra per proporre loro un’esperienza di crescita e responsabilità. Oggi lo scautismo conta oltre 38 milioni di membri in più di 200 Paesi, di cui 182.000 solo nell’AGESCI (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani).

Si è conclusa con una cena condivisa, arricchita dai cibi portati da ogni regione d’Italia, la prima serata.

Il secondo giorno è stato dedicato alla scoperta di Matera: al seguito di Raffaele Natale, guida turistica e scout Agesci per oltre 40 anni, i capi hanno esplorato i vicoli e le bellezze della città, imparando come una società abbia saputo adattarsi a un ambiente tanto affascinante quanto ostile.

Nel pomeriggio, raggiunto il campo base, dopo il montaggio delle tende e delle cucine da campo, sono cominciati i primi incontri di formazione.

Tra i momenti più significativi: le imprese di reparto, in cui gli episodi della vita di Davide sono stati rivissuti in chiave teatrale permettendo a tutti i capi di mettersi in gioco secondo le proprie qualità e capacità, e l’hike che si è concluso al Santuario di Dio Salvatore con la lavanda dei piedi durante la messa e una veglia sotto le stelle.

Lucrezia, di Teramo, ha descritto il campo come “un’esperienza intensa di formazione, comunità e crescita personale, utile per scoprire nuove vie per educare con passione”.

Roberto, 25 anni, del gruppo Casagiove 1 (Caserta), ha aggiunto: “Il CFM mi ha permesso di tornare ragazzo e di vivere, da educatore, ciò che quotidianamente facciamo vivere ai nostri ragazzi”.

Anche Mara, dall’Emilia-Romagna, ha voluto condividere la sua emozione scrivendo alla sua comunità capi: «È stato un cammino unico che mi ha lasciato nuove consapevolezze, fiducia e strumenti per affrontare le mie paure. A chi non l’ha ancora fatto lo consiglio di cuore: è un’esperienza che ti cambia dentro e ti fa guardare oltre».

Tra i partecipanti c’era anche un Assistente ecclesiastico che ha lasciato per alcuni giorni le sue dieci parrocchie di Vicenza per comprendere più da vicino cos’è lo scautismo.

La giovane Beatrice, 23 anni, di Civitanova, ha concluso così: «Partecipando al CFM E/G a Matera abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con capi di diverse zone d’Italia. È stato un grande momento di arricchimento formativo e spirituale, un’occasione per fermarci a riflettere sulle nostre scelte come donne e uomini, sull’essere cristiani e, soprattutto, educatori delle donne e degli uomini di domani».

Messe, catechesi, incontri, dialoghi, preghiera e attività hanno reso il campo un’esperienza che per molti capi segnerà una nuova consapevolezza: essere capi scout significa assumere un impegno concreto per la società, con il desiderio di lasciarla migliore di come l’abbiamo trovata.

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Don Gianpaolo Grieco

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