
È don Egidio Casarola, che ha guidato la comunità per ben 33 anni, che ha presieduto l’Eucaristia in occasione di questo anniversario a cifra tonda.
I passaggi più significativi della vita parrocchiale – ha ricordato don Egidio nell’omelia – sottolineando come la chiesa non sia solo fatta di pietre, ma soprattutto di persone. E ha richiamato l’impegno di una comunità nata in un contesto difficile, formata da realtà diverse, che ancora oggi fatica a sentirsi pienamente unita.
Il ricordo è andato anche ai parroci che si sono succeduti, a partire da don Giovanni Mele, primo parroco della comunità.
Egli inizialmente guardava con sospetto alle opere artistiche considerate troppo innovative per un tempo in cui gli abitanti di Matera lasciavano i Sassi per le nuove case in muratura; ma comprese presto l’urgenza di fare della parrocchia un centro non solo spirituale, ma anche sociale ed educativo, aprendo per primo un doposcuola nei locali parrocchiali.
Negli anni, tanti sacerdoti hanno continuato quest’opera, ciascuno con la propria impronta: tra tutti don Michele Grieco, che ha sostenuto con forza la parrocchia sotto il profilo culturale ed economico.
Don Egidio ha incoraggiato parroco e parrocchiani a non perdersi d’animo ma di combattere perché, nonostante le tante difficoltà, non tutto vada perduto. Egli stesso, in più occasioni, è dovuto scendere in prima linea nonostante le tante difficoltà e incomprensioni da parte della comunità e della città stessa di Matera, che molto spesso ha risentito di quelle scelte di comodo che hanno frantumato la società nel valore che caratterizza la città dei Sassi: il vicinato, quale cellula di civiltà.
Un capitolo importante della storia recente, frutto dell’impegno di don Egidio, è rappresentato dalle opere d’arte che arricchiscono la chiesa e i locali parrocchiali, doni di pittori, scultori e artisti provenienti da tutta Italia, che hanno trasformato la parrocchia in un piccolo scrigno d’arte contemporanea. Tra queste spicca l’attuale porta in bronzo, realizzata nel 2006 da Floriano Bodini: l’ultima opera del grande scultore, che ripropone i temi e le immagini della Porta Santa di San Giovanni in Laterano, da lui stesso scolpita per il Giubileo del 2000.
La celebrazione si è conclusa con un momento di convivialità, in un clima di gioia e commozione.

assieme a una rappresentanza della comunità parrocchiale
I fedeli si sono stretti attorno ai loro pastori di ieri e di oggi, ricordando le tante sfide che il borgo ha dovuto affrontare e che ancora oggi richiedono impegno e unità.
Questi settant’anni segnano un nuovo punto di arrivo e di partenza per una comunità molto spesso messa ai margini dalla stessa città e che nasce da un progetto pilota ardito che ha visto le menti di grossi personaggi all’opera di cui la chiesa ne è il segno più eloquente.


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