Tra i viali del silenzio…

Ieri abbiamo raccontato le celebrazioni con l’arcivescovo a Irsina e Matera città. Questo contributo raccoglie invece le testimonianze sui diversi momenti celebrativi che si sono svolti nei cimiteri di altri centri della Diocesi.

Bernalda. Don Antonio: “Onorare la memoria dei defunti vivendo ogni giorno all’insegna dell’amore gratuito di Dio”

Una grande partecipazione della comunità ha richiamato domenica 2 novembre alle ore 11 la messa interparrocchiale al cimitero. Famiglie, nonni, giovani e bambini si sono uniti in un abbraccio di preghiera, silenzio e memoria. La celebrazione è stata concelebrata dai sacerdoti che servono la comunità bernaldese: don Antonio Lopatriello, don Vito Burdo e don Stefano Casamassima.

Nell’omelia, don Antonio ha toccato le corde del cuore di tutti con parole semplici ma profonde, invitando i fedeli a riflettere sul significato della morte nella nostra vita. “Siamo qui, in questo luogo di memoria, e spesso, la morte ci sembra una realtà lontana, qualcosa che non ci tocca. Ma essa diventa reale, solo quando arriva a bussare alla porta del nostro cuore, quando perdiamo qualcuno che amiamo tanto”. ​Inoltre, don Antonio ha sottolineato che è naturale sentire e provare il dolore, la nostalgia, essere malinconici per l’assenza di chi non c’è più, ma “la nostra vita è molto più grande: Dio ha preparato per noi e per i nostri cari un destino di pienezza”. Il Vangelo ci ha ricordato che l’amore di Dio è un amore gratuito e noi siamo chiamati a guardare al domani con tanta speranza e non solo con dolore, perché l’amore di Dio accoglie i nostri defunti. Don Antonio ha concluso invitando tutti a onorare la memoria dei defunti vivendo ogni giorno all’insegna dell’amore gratuito di Dio.

A Bernalda, per tutto il mese di novembre ogni venerdì al cimitero sarà celebrata una messa interparrocchiale per i defunti.

Craco. Don Alberto: “Più importante essere vicino a chi soffre che portare fiori presso le lapidi”

Non importa se tu sia potente o ricco, la morte è inevitabile: “Memento mori” – ricorda che morirai – sono le parole di un monito, forse ormai desueto, contro la superbia e un invito a vivere ogni istante in modo significativo. È a questo che ci riportano, laicamente, le giornate di oggi.

Ma se siamo cristiani non possiamo fermarci a queste parole: dobbiamo guardare al volto di Gesù che cerca il nostro sguardo. Seppur sofferenti nel ricordare la morte dei nostri cari, come cattolici dobbiamo essere fiduciosi nella resurrezione e nel ritorno del Cristo alla fine del mondo: con Lui saremo irradiati di luce nella vita eterna. Queste le riflessioni ci suggeriscono i giorni che stiamo vivendo.

E quanti incontri sulla strada per il cimitero che ci fanno rivivere la nostra vita e pensare alla qualità che essa deve avere. Ecco su questa linea le parole di don Alberto Delli Veneri, parroco di Craco, nell’omelia della celebrazione del 2 novembre alle ore 11 al camposanto: “È più importante essere vicino a chi è sofferente con la presenza, con una telefonata, prendersi cura di quelle persone sofferenti che ci stanno vicino, non lasciarli soli, mettendo da parte anche la propria vita personale. Non servono fiori da portare al cimitero, per dimostrare agli altri che ci siamo, serve la presenza al fianco di chi è solo”.

Marconia: per i viali del cimitero pregando il Rosario

È stata presieduta dal padre verbita Gheorghe Iordache la celebrazione dell’eucaristia nel cimitero di Marconia nel caliginoso pomeriggio di domenica 2 novembre, con una numerosa rappresentanza delle comunità di Marconia, Tinchi e Centro Agricolo. Poi, il popolo si è spostato al seguito del diac. Pietro Oliva che ha benedetto le tombe e guidato la preghiera del Rosario per i viali del cimitero.

Miglionico: la comunità riunita in preghiera

Anche la comunità miglionichese si è recata numerosa presso il Cimitero comunale per celebrare l’Eucaristia per tutti i fedeli defunti domenica 2 alle 11: un momento di fede e memoria, in cui il silenzio del Camposanto si è riempito di speranza cristiana.

La liturgia del giorno ha guidato i presenti in un cammino di consolazione e fiducia: l’annuncio del profeta Isaia (25,6a.7-9) di un tempo in cui il Signore “eliminerà la morte per sempre” e asciugherà le lacrime da ogni volto – una promessa di vita eterna che supera il dolore del distacco – e il messaggio di Paolo (2 Rm 8,14-23) che ci ricorda che siamo figli di Dio e che la nostra vera eredità è la gloria futura, verso la quale tutta la creazione geme e anela, in attesa della redenzione.

Celebrare la commemorazione dei defunti non significa soltanto ricordare chi ci ha preceduto, ma rinnovare la nostra fede nella risurrezione e nella comunione dei santi. È un giorno in cui il dolore si trasforma in speranza, la memoria diventa preghiera e il legame con i nostri cari defunti si rinnova nella certezza che in Cristo nessuno è perduto per sempre.
In questa solennità, la comunità di Miglionico rinnova il suo “sì” alla vita, proclamando che l’amore di Dio è più forte della morte e la speranza cristiana non delude mai.

Montalbano Jonico: con don Valerio alla riscoperta dei “novissimi”

Non solo una celebrazione ma tre sono state officiate al cimitero il 2 novembre per suffragare le anime dei fedeli defunti. È di speranza che hanno parlato le omelie in questo giorno dedicato ai defunti, nell’anno santo della speranza.

Ogni giorno di tutto l’ottavario dei defunti, sino al giorno 10, si celebra al cimitero alle 15:30: don Valerio Latela, uno dei due sacerdoti che operano a Montalbano, sta accompagnando i fedeli in un percorso sui “novissimi”, a partire dalla liturgia della parola del giorno, riletta nel solco delle realtà ultime della vita e della vita eterna.

Quest’anno, la novità dei lavori di manutenzione che hanno rinnovato la cappella cimiteriale anni ’70.

Montescaglioso. Don Mark: “Gratitudine per coloro che soffrendo nel passato ci hanno procurato il benessere oggi”

Anche la comunità montese si è ritrovata nel camposanto comunale domenica 2 novembre alle 11 per una celebrazione interparrocchiale che ha presieduto don Mark A. Stanislaus, parroco di Santa Lucia, affiancato dal clero che è in Montescaglioso, dal seminarista Pasquale Barnalda, dai ministranti, dal sindaco e dal comandante della Polizia Locale.

Una celebrazione partecipata in cui era vivo il senso di Chiesa unita: non solo quella montese, ma assieme ad essa la “Chiesa trionfante che abbiamo celebrato ieri nella solennità di tutti i santi e la Chiesa purgante che attende la preghiera di suffragio di noi che siamo riuniti intorno all’altare per pregare per loro – le parole di don Mark nell’omelia –. È proprio la chiesa purgante che oggi siamo invitati a guardare. Siamo oggi qui riuniti per mettere un ponte fra noi e i nostri cari perché un giorno con i nostri cari potremmo godere della beatitudine eterna, mentre oggi cielo e terra si uniscono”. “Non dobbiamo temere la sorella morte – ancora don Mark – ma dobbiamo temere che la nostra vita terrena sia morta, segnata dell’indifferenza verso il prossimo, piena di odio, di violenza, dell’incapacità di operare il bene, divisa in se stessa. E oggi il pensiero non solo orante ma anche grato ai defunti che con le loro sofferenze e il loro senso di dovere hanno costruito il nostro paese”.

Pisticci: pregare nel camposanto è ritrovare se stessi

Dopo il grande afflusso al camposanto dei giorni 1 e 2 novembre, nel pomeriggio di lunedì 3 la comunità parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, con il parroco don Rosario Manco, ha vissuto un importante momento di preghiera e di riflessione: la Via Crucis, un cammino di dolore e di speranza.

L’ora della sofferenza e del dolore, nella vita, arriva per tutti. Ma se rivolgiamo lo sguardo a Cristo, tutto diviene più lieve, più sopportabile. Ripercorrere la via del Calvario nei viali silenziosi del cimitero suscita emozioni di malinconia e mestizia insieme. È un modo per ritrovare pezzi di noi stessi, per sentire che quel legame, anche se invisibile, continua a vivere.  Ogni stazione suscita un ricordo, ogni fotografia un piccolo varco di eternità.

In quel silenzio che sa di fiori e di memoria, ci accorgiamo che nulla è davvero perduto. Chi abbiamo amato non è scomparso: si è solo trasformato, in una presenza diversa, invisibile ma più vicina di quanto immaginiamo.

Peccato per la pioggia, che alla quarta stazione ha costretto i fedeli a spostarsi in chiesa, nel vicinissimo Santuario del Casale: la pia pratica è continuata lì, in forma stanziale, dove poi il parroco ha celebrato la messa.

Abbiamo chiesto a Maria di accompagnarci lungo il cammino della Croce. A lei abbiamo affidato la nostra vita e le anime dei nostri cari: “Santa Maria la Sanità, Regina del Casale, liberaci da ogni male”.

Salandra. Don Fabio: “Nel silenzio del cimitero, la nostra preghiera si è fatta memoria e speranza”

Presso la chiesa di San Rocco si è riunita la comunità locale domenica 2 novembre alle 10:15 per procedere verso il camposanto, dove alle ore 11 è stata celebrata la Santa Messa per tutti i defunti del paese e, in particolare, per tutti i parroci e le suore. A seguire, il parroco, don Fabio Vena, insieme a tutta la comunità, ha fatto il giro del cimitero per la benedizione di tutti i defunti. Un’altra Messa è stata celebrata al cimitero nel pomeriggio e un’altra ancora nella chiesa di San Rocco a sera, dove don Fabio ha ricordato tutti i fratelli e le sorelle scomparsi in quest’anno.

Un piccolo pensiero di don Fabio:

Oggi, nel silenzio del cimitero, la nostra preghiera si è fatta memoria e speranza.
Abbiamo affidato al Signore i nostri cari defunti, certi che nessuno è perduto nel suo amore.
In Cristo, ogni lacrima si trasforma in attesa, ogni ricordo in promessa di vita eterna.

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Contributi di Anna Carone, don Valerio Latela, Giuseppe Mazziotta, A. M. Bruna Nicoletti, Katia Piaggione, Antonella Rinaldi, Angela Scardillo, Paolo Soranno

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