Per glorificare maggiormente il Santo Patrono di Miglionico, Antonio da Padova la cui festa solenne si tiene ogni 29 del mese di giugno, si è dato compimento a un progetto di esposizione di antichi corali, ideato e curato dallo storico dell’arte Gabriele Scarcia.
In premessa, dichiara Scarcia: «Grazie alla preziosa guida spirituale della comunità cristiana miglionichese, Don Egidio Musillo, e alla collaborazione della Congrega del SS. Crocifisso nella figura del Priore Domenicantonio Comanda, si è inteso allestire per la comunità e offrire ai visitatori – nella ricca cornice della cappella del Patrono – un viaggio nel tempo attraverso le pagine ingiallite degli antichi libri liturgici di grande formato, contenenti le parti cantate dell’officiatura quotidiana. Testi di gran pregio che svelano un microcosmo di note, lettere, colori, fantasia, con copertine borchiate rivestite in pelle, a volte anche in legno intagliato. Da quando la liturgia li ha oramai messi da parte, questi volumi, al presente, si ritrovano nella maggior parte dei casi confinati nelle scaffalature delle sagrestie o degli archivi e solo in taluni contesti, esposti ben illuminati e restaurati nelle vetrine dei musei diocesani».


A tal punto Scarcia percorre e illustra idealmente la mostra: «I rari esemplari – dichiara – pervenutici in dotazione della collegiata di Miglionico, purtroppo in precarie condizioni conservative, includono “antifonari” e/o “graduali” con le parti cantate della liturgia, dove non mancano interi fogli vergati a mano, con i “capolettera” frutto di abilità ora miniaturista ora di efficace capacità inventiva se non caricaturale. Con datazioni soprattutto sei/settecentesche, mostrano dimensioni notevoli per agevolare la lettura dei cantori accomodati sugli stalli del coro. Grandi fogli pergamenacei dai colori accesi si dividono tra testi e musiche con le atmosfere del canto gregoriano che fanno da sottofondo a talune lettere capitali particolari, come l’interessante esempio esposto in primo piano: il capolettera “D” realizzato da un cantore e ornato con profili umani, tra nastri, elementi decorativi e svolazzi calligrafici».




Il dialogo prosegue chiedendo a Scarcia se si hanno notizie storiche di costui: «Il cantore è Don Matteo Montescaglioso, così come rileviamo nelle lettere che s’inseguono, seguendo il verso, sui cartigli decorativi del capolettera. Canonico e cantore, morto nel 1649, commissionò l’antico altare maggiore in legno intagliato e dorato, che includeva la grande tela dell’Assunzione di Maria che ancora sopravvive in fondo al coro, lavoro prezioso fatto arrivare da Venezia. Fu anche lui ad acquistare un altro polittico diviso in nove comparti, sparito nell’Ottocento, misteriosamente!»
Esistono altri particolari? – «Le noticine riportanti notizie curiose a margine della sguardia. In una è trascritta l’intera iscrizione marmorea di un sepolcro vescovile quattrocentesco che si trovava nelle mura della chiesa, giusto per fare un altro esempio».
Perché una mostra di antichi oggetti sacri? «Per avere consapevolezza dei beni. Per vivere compiutamente nella propria comunità parrocchiale. Per tramandare valori. Per essere orgogliosi delle proprie origini».
Si avvicina la festa patronale ma non è chiaro se è Pietro o Antonio il patrono. «Basta entrare in chiesa madre e osservare la terza cappella nella navata laterale destra. Il Santo posto in una nicchia sopra l’altare è palesemente Sant’Antonio da Padova. Ma ab immemorabili la festa si celebra il 29 giugno, giorno nel quale si ricorda San Pietro. La motivazione è storica ma avrebbe bisogno di una trattazione a parte. Comunque il Patrono è Sant’Antonio da Padova».
Dopo la chiarissima esposizione dello storico dell’arte Gabriele Scarcia è opportuno inquadrare la mostra in un’ottica più generale compito che affidiamo al parroco don Egidio Antonio Musillo: «Carissimi, siamo lieti di presentare una nuova mostra nella nostra antica e beneamata chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore in Miglionico. Questa volta oggetto della mostra sono alcuni corali e messali antichi che hanno attraversato secoli di storia e innumerevoli generazioni di fedeli miglionichesi. Essi ci rivelano l’importanza della chiesa matrice in quanto “Collegiata” ma anche la devozione di un popolo verso il Santo Patrono, cioè Sant’Antonio di Padova. Antica, infatti, è la fede verso il santo patavino soprannominato “Il Santo dei miracoli”, per l’impressionante numero di miracoli da lui operati. In vista allora della festa patronale, si è pensato di allestire la mostra nell’omonima cappella – una delle più belle e simboliche presenti nella nostra chiesa – al fine di dare slancio e profondità culturale ai festeggiamenti ormai alle porte. Grazie di cuore a coloro che, hanno concepito e realizzato l’evento».
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