Don Antonio Lopatriello: dieci anni di fede e servizio. Bernalda in festa domani 31 ottobre

Certe date non sono semplici cifre, ma tappe che segnano il cuore di una comunità. Venerdì 31 ottobre, Bernalda si stringerà con gioia e gratitudine intorno a don Antonio Lopatriello per celebrare i suoi primi dieci anni di sacerdozio. Alle ore 18:30 sarà celebrata una messa interparrocchiale di ringraziamento presso la “Mater Ecclesiæ”, dove don Antonio è parroco.  Un traguardo che è un dono non solo per l’attuale parrocchia, ma per tutte le parrocchie che hanno beneficiato del suo ministero, da Matera (Santa Famiglia) a Craco (San Nicola Vescovo), fino a Tinchi (Madonna del Carmine).

Per un sacerdote, il decennale è un momento intimo e profondo: significa rinnovare con gioia quel “sì” a Dio e l’impegno ad essere “ponte” tra l’uomo e Dio. Sono dieci anni spesi a camminare insieme alla gente, portando conforto e speranza, avvicendandosi alla guida di tre comunità (Craco, Tinchi e Mater Ecclesiæ in Bernalda).

Ma chi è davvero don Antonio per la sua gente?

Per conoscerlo meglio, abbiamo raccolto la voce e i ricordi di chi ha camminato e cammina al suo fianco.

Tinchi: grande entusiasmo in una piccola comunità

“‘Veniamo a Messa a Tinchi! Da don Antonio’, è questa una delle frasi che mi sono più sentita ripetere, dagli amici di parrocchie limitrofe, nel periodo in cui la parrocchia Madonna del Carmine di Tinchi ha avuto come parroco don Antonio Lopatriello.

Era ottobre quando ha fatto il suo ingresso”, ricorda Mirna Mastronardi. “La parrocchia ‘vestita a festa’, piena di ospiti, tantissimi i giovani. Veniva nominato parroco un giovane sacerdote. La sua capacità oratoria e la sua grande cultura hanno saputo raggiungere chiunque, attraverso le parole semplici con cui don Antonio si rapportava alla comunità.

Ed è stato così che la comunità in cui io sono cresciuta, si è animata di entusiasmo e voglia di partecipazione. Purtroppo, il periodo più cruento della pandemia e la necessità di vivere distanziati, hanno reso complicato ogni rapporto.

Ho in me il dispiacere di non aver averlo avuto accanto nella fase in cui la mia Dea, forse, ne avrebbe avuto più bisogno. Oggi mia figlia ci guarda dal Cielo e lui, il caro don Antonio, era con noi durante le esequie, per non farci mancare il suo abbraccio sincero, che è valso più di mille parole e che porto nel cuore, tra i miei ricordi più cari”.

La prima volta parroco è a Craco: anni travolgenti e pieni di entusiasmo

“Quando don Antonio arrivò nella parrocchia di San Nicola Vescovo di Craco, fu subito chiaro che avevamo davanti un sacerdote che, nonostante la sua giovane età, aveva le idee chiare su come vivere e impostare il suo servizio all’interno della comunità”.

Fin dai primi giorni, ognuno di noi – riferisce Domenica Mormando – provò per lui una simpatia istintiva e sincera, che nel tempo si è trasformata in affetto vero e stima profonda.

I primi anni del suo ministero a Craco furono travolgenti e pieni di entusiasmo: tante attività, lavori di sistemazione, iniziative pastorali… una vera rinascita della nostra parrocchia.

“Poi arrivarono gli anni difficili del Covid, e lì vedemmo un altro volto di don Antonio: un volto di padre, vicino, attento, partecipe. In quel periodo ci fu accanto in molti modi: con gesti autentici e silenziosi ci ricordò che Dio era ancora presente, che non ci aveva abbandonati. Ricordo le sue benedizioni per le strade del paese, quando passava con la croce tra i quartieri, e le innumerevoli celebrazioni in streaming che organizzava con tenacia, per non lasciare nessuno senza la Parola e la Messa.

Quando arrivò la notizia del suo trasferimento in una comunità più grande, ammetto che fu dura da accettare. Non capivamo fino in fondo quel disegno di Dio, e in fondo eravamo anche un po’ arrabbiati: il nostro Don non aveva ancora portato a compimento i suoi nove anni tra noi.

Oggi, pur non riuscendo a seguirlo da vicino nelle sue nuove attività, continuiamo a sentirlo parte della nostra comunità, perché don Antonio, per tutti noi crachesi, resterà sempre ‘il nostro don Antonio’.

Per me, in modo particolare, è stato un punto di riferimento prezioso nei momenti più delicati della vita. Nei suoi occhi attenti e profondi ho trovato accoglienza, forza e senso. Mi sono sentita ascoltata, compresa e stimata. Grazie, don Antonio, per essere stato strumento di crescita nella mia fede. Il Signore ti benedica e ti conceda ancora tanti anni di buon servizio tra il tuo popolo”.

La prima comunità che don Antonio serve da sacerdote: la Santa Famiglia in Matera

“Dieci anni di sacerdozio non sono soltanto un traguardo da celebrare, ma un tempo di grazia da ricordare e da restituire a Dio con gratitudine. Nel corso di questi anni – testimonia Nico Paolangelo – don Antonio Lopatriello ha saputo vivere il suo ministero con quello stile di semplicità, dedizione e prossimità che lo contraddistinguono fin dai suoi primi passi nel servizio pastorale.

Appena ordinato sacerdote, don Antonio ha iniziato il suo ministero come vicario parrocchiale: si è subito distinto per la sua capacità di ascolto e per la sua presenza costante e discreta.

È stato un sacerdote capace di entrare in punta di piedi nella vita delle persone, di farsi prossimo con umiltà e rispetto, di accompagnare con parole profonde, mai pesanti, con gesti concreti e pieni di carità evangelica.

Nel suo modo di vivere il sacerdozio si è sempre percepita la convinzione che l’annuncio del Vangelo passi prima di tutto attraverso le relazioni: attraverso uno sguardo che accoglie, una parola che incoraggia, una presenza che sostiene.

“Sono ancora vivi nella nostra memoria i giorni della sua ordinazione sacerdotale, carichi di emozione e di speranza. Molti di noi ricordano con affetto la gioia di quella celebrazione, segno di una Chiesa che si rinnova attraverso la risposta generosa di un giovane che ha scelto di dire ‘sì’ al Signore con tutto se stesso.

La sua prima messa nella nostra parrocchia fu un momento di grazia e di festa: un giorno di luce e di commozione condivisa, nel quale tutta la comunità si sentì parte di un dono più grande. Quell’immagine di don Antonio all’altare, con lo sguardo colmo di gratitudine e di fede, resta impressa nel cuore di molti come un segno di speranza e di rinnovata fiducia nella bellezza del sacerdozio.

Durante gli anni trascorsi nella nostra parrocchia, don Antonio ha saputo intrecciare legami autentici con giovani e adulti, con famiglie e anziani, lasciando un segno di comunione e serenità”.

La sua spiritualità, alimentata da una fede matura e da un costante desiderio di approfondimento, ha ispirato molti a riscoprire la bellezza di una vita vissuta alla luce del Vangelo.

“Chi lo ha conosciuto sa bene quanto sia capace di unire profondità e leggerezza, riflessione e sorriso, contemplazione e azione: un sacerdote che sa stare tra la gente, ma che non smette mai di cercare Dio nel silenzio della preghiera. Sul piano personale, custodisco con gratitudine la fraterna amicizia che negli anni è cresciuta tra noi. Don Antonio è una di quelle persone con cui è naturale condividere non solo progetti e responsabilità pastorali, ma anche pensieri, domande, momenti di gioia e di fatica.

Ho sempre ammirato in lui la coerenza, la serenità con cui affronta le sfide della vita e la capacità di leggere gli eventi con uno sguardo di fede. La sua presenza nella mia vita e nel cammino della nostra comunità è stata e continua a essere una testimonianza concreta di cosa significhi essere prete oggi: non un ‘funzionario del sacro’, ma un uomo che si lascia plasmare dall’amore di Dio e che di quell’amore si fa strumento”.

Dieci anni di sacerdozio sono un dono non solo per lui, ma per tutti coloro che hanno incrociato il suo cammino.

Don Antonio è il segno di un ministero vissuto nella fedeltà, nella disponibilità e nella gioia del Vangelo.

“A lui va la mia riconoscenza, la mia stima e la mia preghiera, perché il Signore continui a guidarlo e a sostenerlo nel suo servizio alla Chiesa, con quello spirito mite e luminoso che da sempre accompagna il suo cammino”.

Ultima tappa: Bernalda

“La storia di don Antonio e Bernalda ha il profumo di un destino voluto dalla Provvidenza”, racconta Angela Scardillo. “Lo conobbi quando era seminarista e venne in parrocchia: un ragazzo dalla semplicità disarmante, che si fece subito voler bene per il suo modo naturale di stare con tutti. Nonostante il ministero lo abbia portato altrove, il legame non si è mai spezzato e, nel 2022, la sorpresa: il Signore ce lo ha riportato come parroco! Un nuovo inizio non è mai una ‘passeggiata’ – né per noi fedeli, né per i sacerdoti – ma don Antonio ci ha conquistati in fretta e la simpatia che provavamo per lui è diventata profonda stima e fiducia”.

La sua forza, il suo segreto, è la semplicità evangelica con cui annuncia Dio; ci parla di Gesù in modo talmente schietto e vero che il messaggio arriva dritto al cuore.

“Don Antonio è un pastore che si è messo in cammino con noi con umiltà e rispetto.

Fin da subito, ho apprezzato la sua discrezione: è entrato nella vita di ciascuno in punta di piedi e ha rispettato i tempi di ogni parrocchiano.

Ammiro la sua pazienza infinita, una vera ‘pazienza di Giobbe’!

È una persona fiduciosa, soprattutto verso i giovani, nei quali crede moltissimo.

È capace di infondere serenità, minimizzando gli errori o non facendoli pesare.

E poi c’è il suo lato più umano e simpatico, quello che ci fa sentire l’amore di Dio anche nelle piccole cose.

Don Antonio ha uno sguardo attento, un sorriso pronto e quella battuta che, con leggerezza, stempera ogni tensione. Riesce a gestire con il sorriso anche i fedeli più ‘zelanti’ che lo cercano per qualsiasi appunto, anche a pranzo o ‘a ior call’ (nel momento del riposo). Questo dimostra quanto sia autentico, vicino alla gente e quanto sappia incarnare la carità con il sorriso, senza perdere mai la calma.

Non è solo il parroco della nostra comunità; si è impegnato fin da subito per unire le forze con l’altra parrocchia, coltivando grande rispetto e affetto per don Mariano, prima, e oggi per don Vito.

Per me, don Antonio è diventato un punto di riferimento prezioso.

Nelle sue parole trovo accoglienza ed incoraggiamento. Mi sento ascoltata, compresa e valorizzata, mai lasciata sola, anche nei momenti di maggiore dubbio o difficoltà.

Il cammino è ancora lungo, ma con la sua umiltà e il suo servizio, sappiamo di poter costruire tanto bene per Bernalda.

Grazie di cuore, don Antonio, per essere uno strumento così autentico per la crescita della nostra fede e della nostra comunità. In questo tuo decennale, la nostra preghiera più grande è che il Signore mantenga sempre vivo in te il cuore di pastore, ti doni la forza di cui hai bisogno (e la ‘pazienza di Giobbe’… per sopportare con il sorriso tutti noi!) e ti continui a guidare con gioia in mezzo al tuo popolo.

Preghiamo per te e ti vogliamo bene. Ad multos annos!”.

Domani 31 ottobre, alle ore 18:30, don Antonio presiede una messa interparrocchiale di ringraziamento presso la parrocchia “Matera Ecclesiæ” di Bernalda, dov’è parroco dal 27 settembre 2022. 

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A cura di Angela Scardillo, con i contributi di Mirna Mastronardi, Domenica Mormando, Nico Paolangelo

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