Don Michele Francabandiera: il “don dei giovani” festeggia 25 anni di sacerdozio. “La musica è il dono che Dio mi fatto”

Attualmente parroco di San Potito Martire in Tricarico, don Michele ha lasciato la sua traccia in particolare tra i giovani in tutte le comunità che ha servito. Di indole entusiasta e genuina, don Michele ha il carisma della musica. Ma non gli manca lo spirito comunitario e la capacità aggregativa, di facilitare gli incontri, soprattutto tra generazioni diverse, e di ascoltare. "Gli anni in parrocchia trascorsi con don Michele sono stati i più belli della nostra vita", testimonia più di qualcuno. Due le celebrazioni di ringraziamento: il 14 settembre a Tricarico e il 21 a Irsina. Questa sera a Irsina, inoltre, la Dommy Band tiene per l'occasione un concerto-evento.

Ringrazio il Signore per il dono della vita, che sento fortemente realizzato nel mio sacerdozio, nell’entusiasmo di vivere come padre e nello stesso tempo come figlio, chiamato a generare la vita nel servizio agli altri.
Ringrazio Dio per il dono della famiglia e della sua testimonianza di fede che mi ha permesso di diventare “sacerdote per sempre”: essere prete è un privilegio che indegnamente Dio mi ha donato.
Mi ha permesso di essere più uomo tra gli uomini.
Ha dato bellezza e significato ad ogni momento della mia esistenza, valore nell’essere portatore di speranza.
Mi ha permesso di sentire che l’abbondanza del bene che si riceve trova valore nell’essere un dono per gli altri e nel portare pazienza.
Il mio ringraziamento oggi va inoltre a quanti mi hanno voluto bene, sostenuto, affiancato, soprattutto nei momenti più difficili.

Era il 20 luglio 1971 quando veniva alla luce don Michele di cui oggi ricorrono i 25 anni di sacerdozio.

Un difficilissimo parto gemellare: la vita della mamma è stata letteralmente strappata dalla morte e il fratellino non ha visto la luce. È possibile che proprio questo evento tragico, ma al tempo stesso miracoloso, abbia accompagnato il giovanissimo Michele nel maturare la convinzione che la sua vita dovesse essere un dono prezioso per la sua famiglia e per la sua comunità e nel fargli compiere, pertanto, la scelta di farsi prete.

Così, dopo aver frequentato la scuola elementare a Irsina, Michele inizia il suo percorso in Seminario Minore: a Matera gli anni delle medie, a Potenza il ginnasio.

È una pausa nel suo percorso seminariale che dà chiarezza della vocazione presbitarale al giovane Michele. La ripresa della formazione presso il Seminario Interdiocesano di Potenza è la risposta matura e certa alla chiamata a farsi dono per la sua gente, per i giovani, per le famiglie, per gli anziani, per la Chiesa di Matera-Irsina e per la Chiesa universale.

È il 14 settembre 2000 quando mons. Antonio Ciliberti ordina presbitero don Michele nella concattedrale di Irsina.

Subito, don Michele viene nominato viceparroco di Sant’Agostino in Irsina, insieme a don Nicola Tommasini, parroco – mentre don Gerardo Forliano, zio di don Michele, che sino ad allora ne è stato il parroco, viene nominato rettore del seminario minore di Potenza -.

Quattro le realta servite in questo quarto di secolo da don Michele: Grottole, Matera (vice-parroco alla Santa Famiglia), ancora Irsina (parroco alla Concattedrale di S. Maria Assunta, a Sant’Agostino e a San Francesco) e, dal 2023, Tricarico, dov’è attualmente parroco in San Potito Martire.

Il carisma per i giovani

In tutte le parrocchie, don Michele si è distinto nella pastorale dei giovani e dei ragazzi, coinvolgendoli con il suo carisma musicale in recital, musical, spettacoli, campi estivi, spesso con canzoni scritte da lui.

Una ventata di freschezza nella nostra piccola comunità di Grottole: ricordo bene tutte le attività che ha realizzato in parrocchia dove riusciva a coinvolgere i più piccoli, ma anche gli adulti: varie generazioni, con lui, riuscivano a connettersi tra loro.
Molto presente nelle famiglie, molto affettuoso con i più piccoli, don Michele passava tanto tempo insieme a noi giovani: ricordo i campeggi, le gite in montagna e tanti momenti di preghiera all’interno del nostro piccolo oratorio parrocchiale.
Lo trovavi sempre per strada, al bar, in pizzeria: era proprio quella testimonianza di “Chiesa in uscita” di cui poi Papa Francesco ci avrebbe parlato. Un grande afflato pastorale, un forte senso della comunità.

Accanto alle parole di questo giovane grottolese, non meno positive sono le attestazioni di Luca e Francesco della Parrocchia Santa Famiglia in Matera, che, insieme ad altri ragazzi di quegli anni, saranno felicemente presenti il 21 a Irsina per festeggiare con lui:

Gli anni in parrocchia trascorsi con il nostro “Dommy” (è così che lo chiamano in tanti ed è noto sui canali social don Michele, n.d.r.) sono stati senza dubbio i più belli della nostra vita.

Con lui abbiamo condiviso esperienze che sono rimaste scolpite nel nostro cuore: dalle vacanze estive (indimenticabile quella in Trentino), all’organizzazione di vari musical, ma anche, semplicemente, alle innumerevoli cene e pranzi insieme, dove abbiamo condiviso risate e sorrisi.

Ma sono anche tanti i suoi insegnamenti che ci hanno responsabilizzato: “Le cose o si fanno bene o non si fanno”, uno tra tutti.

Con lui siamo cresciuti e diventanti adulti, condividendo la gioia di essere (e rimanere) amici, in Dio: un’amicizia che, proprio per questo, non finirà mai.

E sempre gli saremo tutti eternamente grati perché ci ha insegnato a essere un gruppo, non solo nei momenti più belli, ma anche e soprattutto nei momenti più difficili in cui la preghiera ci ha dato la forza di andare avanti.

Don Michele è stato, è e sarà sempre il “don dei giovani” perché la sua energia e il suo modo di essere è unico. Il gruppo parrocchiale di giovani di ogni parrocchia che ha servito ricorderà sempre il periodo in cui c’è stato lui: coinvolgeva chiunque, dai più piccoli ai più grandi, per rappresentare i musical, ad esempio, perché la musica è la sua passione più grande: talmente grande che riusciva ad attrarre anche chi non si sentiva parte di una realtà, come quella parrocchiale, ma che con il tempo ne diventava autentico protagonista.

In una mano la Bibbia, nell’altra lo spartito

Don Michele è stato anche direttore di cori polifonici e compositore di brani sacri che sono stati raccolti in due CD realizzati con la collaborazione di professionalità e artisti di fama nazionale. Tra tutti i suoi brani ricordiamo: Vero Pane del Cielo, eseguito durante la messa presieduta da Papa Francesco a Matera in occasione del Congresso Eucaristico Nazionale (2022), Gesù, vino nuovo, composto per il Sinodo Diocesano, Solo per amore, composto proprio per il 25° anniversario dell’ordinazione presbiteriale e, dulcis in fundo, Un dono grande è la vita, dedicato a san Carlo Acutis.

Dice don Michele di se stesso a proposito del carisma musicale:

La musica è il dono che Dio mi fatto: un dono che non rimane chiuso in me ma diventa il modo per far crescere la bellezza delle relazioni, dei rapporti e scoprire quanta bellezza esprime l’essere strumento che raggiunge i cuori.

Poi, la musica è principalmente per me il modo di esprimere ciò che a volte le parole non possono dire e partecipare ad intonare l’armonia che edifica e fa crescere l’amore di Dio per il bene della sua Chiesa.

Orgogliosa di lui la comunità irsinese

Non meno intense le testimonianze degli irsinesi, che lo associano alla Dommy Band, con cui don Michele gira le piazze della Basilicata offrendo concerti bellissimi. Tra tutti, quello di questa sera di festa – 14 settembre – in onore di don Michele e Sant’Eufemia, che allieterà il popolo irsinese, e di chi voglia giungere dagli altri centri della Diocesi, alle ore 22:00 in Largo Cattedrale.

E gli irisinesi inoltre ricordano con piacere le numerosissime iniziative da lui promosse, tra cui la celebrazione della festa patronale a Irsina in pieno Covid – nel totale rispetto di tutte le disposizioni sanitarie in vigore, in una piazza C. Marx gremita di fedeli curiosi e attenti –, le rappresentazioni della Passio Christi – a Irsina, a Grottole e a Corleto Perticara –: una catechesi a cielo aperto nel centro dei nostri borghi – con il coinvolgimento di tanti giovani locali, e anche degli emigrati – e il musical “Forza venite gente” su San Francesco d’Assisi.

Personalità vulcanica con capacità di ascolto e di fare da collante

“Don Michele è un vulcano”, ripete più volte una sua parrocchiana di Irsina:

Gli anni in cui don Michele è stato parroco a Sant’Agostino sono stati per me i più belli per come ci ha coinvolto con la sua passione come corale, nei campi estivi, nell’Estate Ragazzi in cui sono stata animatrice e lui si è sempre messo in gioco in prima persona, nei pellegrinaggi, nella Passio Christi che ci ha visti partecipi nel cercare figuranti e attori e ci ha fatto sperimentare come sarte per preparare i vestiti… ma il ricordo più bello rimane quello della Passio Christi a Corleto…

Don Michele è sempre un vulcano al punto che anche quando parliamo gli dico: “A cosa stai pensando?”. perché, incrociando lo sguardo, sono sicura che mentre parliamo di qualcosa la sua mente sta già volando su qualche altra idea.

Ma don Michele è anche una persona semplice e buona, che mette a proprio agio chi gli parla, capace di ascolto. È proprio quest’ultima qualità che di lui evidenzia una catechista di Irsina:

È difficile vedere don Michele solo, com’è sempre pronto e disposto ad ascoltare tutti e a parlare con tutti. Con il suo carattere gioioso, cerca sempre di coinvolgere tutti, di fare da collante… Pur nella consapevolezza che il sacerdote deve svolgere la sua missione ovunque venga chiamato, pronto a cambiare, come lui che con il dispiacere di molti è stato trasferito a Tricarico.

Il trasferimento a Tricarico è il passaggio inaspettato per la vita di don Michele – una richiesta avanzatagli da mons. Caiazzo, da poco divenuto pastore anche della Chiesa tricaricese – ma che lui accoglie con serenità: “Essere adesso parroco a Tricarico significa semplicemente continuare a servire e amare la Chiesa”.

Eppure nella sua Irsina non si sente troppo la mancanza di don Michele che porta sempre nel cuore il paese natale continuando a organizzare attività che prendono sempre la piega di eventi indimenticabili.

E una sua ex-parrocchiana di Grottole lo definisce “uomo dai mille talenti, sempre disponibile ed amorevole con tutti, un uragano di gioia che con il suo esempio ci ha avvicinati a quel Dio che spesso sentiamo lontano. Non basterebbe un libro per raccontare tutto ciò che ha fatto per la nostra parrocchia”.

Figuriamoci, allora, se potesse bastare un articoletto per parlare di lui!

Non ci resta allora che ringraziare don Michele per tutto il bene che ha seminato in questi 25 anni di sacerdozio e per tutto quello che ancora continuerà a seminare: che Dio gliene renda merito.

Le sfide non finiscono mai. Nella sincera consapevolezza che al prete oggi è richiesto più coraggio, più determinazione.

Alle volte ci fermiamo a guardare da spettatori quando forse dobbiamo essere protagonisti di una civiltà più bella e più viva. Non conformandoci alla mentalità corrente ma lasciandoci trasformare attraverso un discernimento più maturo.

Desidero offrire me stesso alla Chiesa per continuare ad essere prete soprattutto verso i bambini, i ragazzi e i giovani.

Queste le parole di don Michele, che rende grazie al Signore per i suoi 25 anni di vita presbiterale:

  • domenica 14 settembre, ore 10:30, con una celebrazione da lui presieduta nella sua parrocchia di San Potito Martire in Tricarico;
  • domenica 21 settembre, ore 11, con la celebrazione presieduta dal vescovo Benoni nella Concattedrale di Irsina.

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Maddalena Masiello e Giuseppe Longo

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