
30° di sacerdozio di don Rosario D. Manco
Una chiesa gremitissima per festeggiare don Rosario in questa tappa importante della sua vita nella sera della festa dei santi Pietro e Paolo, domenica 29 giugno.
Ben rappresentata la città di Pisticci attraverso la comunità ecclesiale, i sacerdoti – don Antonio Di Leo, don Mattia Albano, don Giuseppe Ditolve e il parroco di Bernalda, di natali pisticcesi, don Antonio Lopatriello –, il sindaco Domenico A. Albano e una rappresentanza del Comando dei Carabinieri. Vi è anche una rappresentanza della comunità di Metaponto – dove don Rosario è stato parroco dal 1997 al 2018 e il ricordo di lui è ancora vivo -, della famiglia, ovviamente, e di tanti amici, tra cui il consigliere regionale Cosimo Latronico.
Il presbiterio è pieno di sacerdoti, seminaristi e ministranti. Il bianco e rosso delle vesti liturgiche, che i ministri indossano nel giorno della festa dei martiri Pietro e Paolo, ritorna nel colore dei fiori che solennemente adornano la chiesa.
Un altro anniversaro a cifra “tonda” di don Rosario con mons. Ligorio
È mons. Salvatore Ligorio, che già aveva già celebrato i 10 e 20 anni di ordinazione di Rosario, che ora presiede anche la liturgia di ringraziamento per i 30. “Ci vedremo anche tra dieci e venti anni, allora!”, è la battuta che gli rivolge don Rosario.

La celebrazione del 30° di sacerdozio di don Rosario D. Manco
Prendendo come esempio una famiglia che al mattino gli ha chiesto di esser benedetta e di poter ringraziare insieme a lui il Signore per un anniversario importante di matrimonio, mons. Ligorio sottolinea il senso della celebrazione di una ricorrenza davanti al Signore. Un cammino, come per Pietro, fatto di cadute, ma anche di riprese, in cui è il Signore il protagonista che ringraziamo.
Quasi un segno profetico che don Rosario, ordinato il giorno della festa dei santi Pietro e Paolo dovesse prendersi carico della parrocchia pisticcese che proprio a loro è intitolata: “Una missione non sempre facile – le parole di una parrocchiana nel saluto che rivolge a don Rosario a nome dell’intera comunità alla fine dell’Eucaristia –. Tante le cose da risolvere, tante le cose da sistemare, tanti i restauri da fare. Ma ora con cuore ricolmo di gratitudine puoi guardarti indietro e ringraziare il Signore per i traguardi raggiunti: la riapertura al culto della Chiesa di San Rocco che ti ha visto protagonista instancabile di molte battaglie”.




Alcuni momenti della celebrazione del 30° di sacerdozio di don Rosario D. Manco
Una comunità che ama il suo parroco
Una comunità che ama il suo parroco, come la stessa parrocchiana nel discorso cerca di esprimere:
Ti ringraziamo di cuore perché con amore e con grande dedizione, ogni giorno, spezzi e condividi con noi la Parola ed il Pane di nostro Signore Gesù Cristo e ci ascolti, condividendo le nostre gioie ed i nostri affanni. E scusaci se troppo spesso ci dimentichiamo della tua carne, non vediamo le tue lacrime.
E lo stesso affetto traspare dal dono che la sua comunità gli offre per questa tappa importante di vita: una moneta di argento con l’incisione della Chiesa Madre, un “segno di appartenenza alla nostra comunità”.
Dono degli altri sacerdoti pisticcesi, anche per conto delle loro comunità, Sant’Antonio e Cristo Re, una la stola – segno distintivo del sacerdote, come sottolineava don Tonino Bello – con l’immagine di san Rocco, patrono di Pisticci, già in possesso degli altri parroci. Così, nel giorno della festa del paese, i sacerdoti pisticcesi avranno tutti questo distintivo che li accomuna tra loro e si addice alla festa che si celebra.
Un parroco operoso per il bene della sua comunità è don Rosario, attivamente in dialogo con le istituzioni civili per le tante problematiche del paese. È quanto emerge dalle parole del sindaco Domenico A. Albano alla fine della celebrazione, che esprime con cordialità i suoi auguri a don Rosario e gli fa dono di una targa a nome di tutta l’Amministrazione Comunale “con gratitudine per la fede, la dedizione e il servizio alla comunità”.
L’impegno pastorale vocazionale di don Rosario
“Un ministro fedele, un fedele amico. Attento e fedele accompagnatore vocazionale, sensibile ad ogni realtà di vita”, sono le parole che esprime a proposito di don Rosario uno dei seminaristi presenti, Carlo Casalaspro, marconense come lui.
È don Rosario stesso, per anni vicedirettore del centro diocesano vocazioni, che, nel suo indirizzo di saluto al termine della liturgia, testimonia di aver dedicato il suo entusiasmo giovanile all’animazione vocazionale: “Ho incontrato tanti ragazzi e giovani, alcuni dei quali hanno intrapreso un cammino vocazionale e oggi sono sacerdoti”. Tra loro, ci sono alcuni dei presenti.
Nel discorso, che introduce con le parole “Signore, fa di me uno strumento della tua pace”, don Rosario ricorda anche le diverse battaglie portate avanti a Metaponto: l’alluvione, la presenza numerosa di extra comunitari: “Abbiamo toccato l’umanità segnata dalla sofferenza”. Ricorda rivolgendosi a mons. Ligorio che ringrazia pubblicamente per l’aiuto ricevuto negli anni di episcopato. A Pisticci lo sforzo ha riguardato l’interparrocchialità dell’azione pastorale.
Un pensiero non indifferente del ringraziamento finale, don Rosario lo rivolge ai suoi genitori, che qui hanno celebrato le proprie nozze e il suo battesimo: viene celebrata in loro suffragio l’Eucaristia di quella sera.
Ma a Pisticci, che è realtà più complessa di quanto si immagini, don Rosario entra quasi come forestiero, essendo vissuto sempre a Marconia: coglie, pertanto, l’occasione di ringraziare confratelli e parrocchiani che gli hanno insegnato a conoscere “le tradizioni e la storia di questa nobile città”.




Celebrazione del 30° di sacerdozio di don Rosario D. Manco
Dalla mensa eucaristica all’agape fraterna
Infine, un piacevole momento di convivialità nell’ex-Orfanotrofio offerto da don Rosario a tutti i presenti, preceduto dalla proclamazione di una poesia augurale per don Rosario da parte di una parrocchiana, che riportiamo di seguito e concluso con un’ottima torta.
Grazie, don Rosario, per aver voluto condividere questa tappa gioiosa con i tuoi fratelli in Cristo e auguri per il tuo ministero!
“Che dirti, caro don, la tua missione la vivi bene in qualsiasi occasione”, son le parole che hanno scritto i tuoi parrocchiani sul tuo biglietto di auguri. Tu possa continuare, allora, a pronunciare ogni giorno il tuo “eccomi” incondizionato al Signore e a servirlo offrendo la vita per la tua comunità! Per godere del centuplo!


Momento di festosa convivialità per concludere i festeggiamenti
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