
È andata in scena qualche giorno fa nel PalaLanera di Matera la quarta edizione de “Il sì alla vita” che don Michele La Rocca portò in scena per la prima volta il 6 gennaio 2010 nel teatro “E. Duni” di Matera.
Vite rinnovate che parlano di speranza: questo il fil rouge che in 500, tra attori e spettatori, hanno portato a casa in questa rappresentazione durante l’anno santo “della speranza” e che porta non più la firma del solo don Michele ma di tutta la commissione diocesana per la Cultura.
Sono una decina di personaggi del vangelo che hanno parlato di speranza e vita: l’evangelista Matteo – al secolo Levi, il pubblicano –, la donna adultera, un altro pubblicano, Zaccheo, la Samaritana, Nicodemo, i pastori di Betlemme, i discepoli di Emmaus. Storie di vita che hanno presentato don Michele e Antonella Losignore – un duetto che ormai è una tradizione – e chiosano i giovanissimi della Parrocchia “Maria SS. Addolorata” di Matera riportando all’inizio di ogni quadro un paio di citazioni della bolla “Spes non confundit”, con cui Papa Francesco indiceva il Giubileo della Speranza.




Duecento artisti, poi, fanno rivivere questi uomini e donne nell’oggi della storia con le loro canzoni e coreografie che fanno da cornice e suggello ad ognuno di essi. Cosa di più appropriato che accompagnare la figura della samaritana con “Sally” interpretata da Giuseppe Rizzi, accompagnato dalla Groove Master Band e dalla corale polifonica “Totus Tuus”? Non meno efficaci gli altri brani che hanno accompagnato la stessa figura, “Ho cambiato i piani per te”, interpretato dal Coro “Vissi d’arte” con la voce dominante di Angela Girardi e “Back to Back”, interpretato da Carla Volpe, da un quartetto costituito per l’occasione, dalla corale “Totus tuus” e da una originale coreografia. Non si dimenticano un paio di duetti – coppie nella vita oltreché nel canto, Cettina Urga-Rocco Claudio Ferrara con “Vivere” e Giuseppe Duni-Katia Sardone con “I belong to you” – né Enzo Labarbuta con “E non abbiam bisogno di parole”.
Ma la grande novità di quest’anno sono i ragazzi e i bambini dell’IC “E. Fermi” di Matera. I primi – clarinettisti, sassofonisti, pianisti e chitarristi degli ultimi due anni delle scuole medie – hanno aperto la serata con un’ottima esecuzione strumentale de “Il mio canto libero”, i secondi – due terze elementari – hanno calamitato il pubblico e inorgoglito i loro genitori con “Supereroi”, che ha accompagnato la figura di Matteo.


Un grande sforzo artistico curare l’arrangiamento per accompagnare questi brani, come nella conferenza stampa di presentazione della serata sottolineava il pianista Marco Carmentano, che ha accompagnato proprio questo brano assieme a un chitarrista e a un bassista. Alle volte è stata anche originale la reinterpretazione del brano: è il caso di “Meraviglioso”, che ha interpretato Vito Pentasuglia.
Non è stato semplicemente uno “spettacolo”, quello che ha riempito gli spalti del PalaLanera mercoledì 22 ottobre, memoria di San Giovanni Paolo II, amante – tra le altre cose – del teatro: il momento di silenzio e l’affidamento dell’esecuzione dell’opera al Signore l’ha reso per molti un momento, seppure alternativo, di preghiera. Un evento reso possibile grazie al sostegno di tanti sponsor, dalla Regione a diversi piccoli e medi imprenditori, che don Michele ha ringraziato uno ad uno.
Presenti i vicari episcopali – don Filippo Lombardi, don Pasquale Giordano e don Angelo Gioia -, p. Antonio Paciello, parroco di Sant’Antonio in Matera, nonché lo stesso vescovo Benoni, che è intervenuto a metà spettacolo in dialogo con Antonella Losignore:
La speranza è la certezza incrollabile che qualunque cosa mi accada ha un senso.
È segno di speranza la Chiesa quando si rimbocca le maniche ed estende il suo perimetro tra le corsie degli ospedali, nei condomini dove c’è spazio per l’ascolto, negli spazi di una parrocchia dove viene ospitata una famiglia povera…
È segno di speranza la società quando l’altro è visto non come nemico ma come opportunità. Il mio auspicio: che ogni uomo guardi il suo simile con la dignità che gli è propria: “Come gli angeli lo hai fatto”, recita il salmo 8.
E alla fine, l’arcivescovo ha guidato in un momento di riflessione – venti secondi di silenzio – e ha benedetto tutta l’assemblea riunita.

Entusiasta il pubblico che ha accompagnato molte volte gli artisti con la sua voce ed è stato positivamente colpito dal gran numero di artisti, tra tutti i bambini e i ragazzini – oltre cento – del Fermi. Tanti gli applausi scroscianti, belli i giochi di luce.
Si spera tutti i partecipanti siano stati edificati dai tanti personaggi evangelici incontrati e dai messaggi spirituali, diretti e indiretti, trasmessi. Per vivere un’esistenza più dignitosa, dono della speranza.



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