C’è fermento in questi giorni in uno dei borghi più belli d’Italia: Irsina festeggia il 15 e il 16 settembre le sante patrone Maria Madre della Provvidenza e la giovanissima Eufemia, vissuta nel terzo secolo d.C. e martire sotto l’imperatore Diocleziano.
Tra le numerose iniziative organizzate dalla Chiesa locale, molto apprezzata la rappresentazione teatrale della vita di sant’Eufemia, in un unico atto, messa in scena da diciassette bambini e ragazzi dai sei ai tredici anni preparati da Vincenza Coniglio e Francesco Ibelli – due volontari della protezione Civile – con la regia e i testi di Francesca Amoroso, giovane e talentuosa irsinese. Commosso il numeroso pubblico attento e silenzioso.
Far conoscere ai più piccoli la vita, la forza, il sacrificio della santa patrona di Irsina attraverso il teatro ha una valenza educativa importante oltre che di forte impatto emotivo.
Lo sappiamo bene: le feste patronali sono un’occasione, per i bambini – e anche per gli adulti – per far festa a scuola, riunire le famiglie attorno a ricche tavole imbandite, lunghi giri sulle giostre… La chiesa locale, però, ha colto questa opportunità per evangelizzare il popolo, spesso distratto da piccoli e grandi problemi familiari e pigro nel partecipare ad eventi religiosi nella quotidianità.
Ogni sera, inoltre, la novena in preparazione alla festa ha affrontato un tema particolare riunendo con riti speciali famiglie, ammalati, studenti, volontari in associazioni operanti nel territorio. Tutto questo, per riportare la festa al vero senso delle celebrazioni: portare ad ogni uomo la lieta notizia, portare l’uomo a Cristo, Via, Verità e Vita. Ma possa anche essere l’esempio dei santi, come sant’Eufemia, guida e faro per le nuove generazioni, per ciascuno di noi.
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