Questa estate sembra voglia riservarci sempre nuove sorprese perché, dopo l’insorgere delle guerre in Ucraina e a Gaza, la bomba dei dazi americani e le bizzarrie dell’andamento meteorologico, arriva la violenta scossa tellurica di magnitudo 8,8 nell’isola di Kamchatka dell’estrema parte orientale della Russia. La memoria va subito al disastroso terremoto di Messina del 1908 che provocò circa 80000 morti con uno tzunami di ritorno avente onde alte da 11 a 13 metri che si riversarono sulle coste siciliane e calabresi distruggendo tutto. La cosa curiosa è che i primi soccorsi concreti furono portati da una squadriglia navale russa che in quei giorni era alla fonda ad Augusta. Come cambiano i tempi pensando che i russi, solo nella notte scorsa, hanno provocato almeno 200 morti in Ucraina a seguito di un massiccio attacco con droni. E questa è un’ulteriore dimostrazione del cambiamento dei tempi a causa del comportamento umano.
Questi eventi infausti provocano in molte persone un senso di smarrimento che porta ad una sensazione di soffocamento così come capita quando ci si trova nei pressi di un grande incendio, come quello avvenuto nei giorni scorsi a Metaponto. In tale circostanza ha prevalso l’aspetto più irrazionale dell’agire umano che ha messo a repentaglio la vita delle persone, provocando danni al patrimonio privato e pubblico, al solo scopo di arrivare ad improbabili obiettivi personali o di parte. Anche questi sono segni di cambiamento perché esprimono il peggio che una comunità umana possa manifestare.
Ma la peggiore espressione del comportamento umano si sta mettendo in atto nel Medio Oriente dove, dopo l’indescrivibile attacco ad Israele del 7 ottobre 2023 da parte di gruppi armati di Hamas – che ha provocato la morte di oltre un migliaio tra civili e militari ed il rapimento di 251 persone, il Governo israeliano ha reagito bombardando la striscia di Gaza. Però il bombardamento da quel giorno è proseguito senza interruzione fino a radere al suolo la città rendendo impossibili le condizioni di vita sia per mancanza di ricoveri, che per assenza di igiene e di cure mediche e soprattutto per fame visto che non si riesce a far arrivare nemmeno i viveri inviati dalle organizzazioni umanitarie. Qualcuno lo ha chiamato genocidio e non si è lontani dalla realtà.
Alla luce di queste situazioni, come si può dare speranza a chi non vede luce in fondo al proprio tunnel di vita, in particolare quando si appartiene a quelle categorie umane più fragili come i bambini, gli anziani, i disabili e gli ammalati che in queste situazioni critiche sono quelli che soffrono di più?
Chi può dare la speranza? Forse i governi nazionali, le istituzioni internazionali, la Chiesa? Purtroppo si constata che i governi delle maggiori potenze economiche e le istituzioni internazionali poco hanno ottenuto fino ad oggi nonostante la pressione esercitata su Israele anche in presenza di bambini che a Gaza muoiono per fame.
Quali sono le motivazioni che possono spingere un governo ad attuare azioni così estreme? Intanto, la società civile reagisce mobilitandosi per far cessare i bombardamenti e tantissimi sono gli interventi.
La Chiesa sta facendo la sua parte con Papa Leone XIV che in più occasioni ha richiamato le varie nazioni a ricercare con determinazione la pace ed in particolare a Israele, all’indomani del bombardamento a Gaza che ha colpito la parrocchia della Sacra Famiglia, invitando il capo del governo a: «fermare la barbarie della guerra e di rispettare il divieto di deportazione dei palestinesi».
Anche il patriarca dei Latini di Gerusalemme il cardinale Pierbattista Pizzaballa ha preso posizione dichiarando: «Nulla può giustificare l’attacco a civili innocenti», assicurando che «non lasceremo mai soli» gli abitanti di Gaza. E il parroco della Sacra Famiglia, padre Romanelli, ferito a una gamba nell’attacco israeliano, ha ribadito: «Andrò avanti, voglio restare vicino alla mia comunità».
«Non possiamo tacere di fronte al dramma in cui si sta affamando un popolo intero», ha affermato l’arcivescovo di Matera-Irsina mons. Benoni Ambarus in una sua lettera indirizzata ai sacerdoti. «Altrettanto rifiutiamo l’uso folle degli ostaggi come strumento di ricatto. Si restituiscano i prigionieri, vivi e morti, e si fermi anche la vendetta di massa! Basta, si fermi questa insensata violenza! Non possiamo tacere! Se salvare un uomo è salvare l’umanità, altrettanto è vero che uccidere un uomo è uccidere l’umanità».
Sono molto significative, infine, le parole di Papa Leone XIV rivolte in Piazza San Pietro a 120mila ragazzi convenuti a Roma nei giorni scorsi da tutto il mondo per il Giubileo dei giovani: «Oggi stiamo cominciando. Nei prossimi giorni avrete l’opportunità di essere una forza che può dare la grazia di Dio, messaggio di speranza, una luce alla città di Roma, all’Italia e a tutto il mondo», invita poi: «Camminiamo insieme con la nostra fede in Gesù Cristo. Il nostro grido deve essere anche per la pace nel mondo». Alla piazza, poi, il Pontefice chiede di ripetere: «Vogliamo la pace nel mondo»!
La nostra speranza sono i giovani.

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