L’informazione nel tempo delle autocrazie

La necessità di difendere i media indipendenti. Il valore della stampa locale. Le parole di von der Leyen e il pensiero di don Giussani.

«In diverse comunità di tutta Europa i media tradizionali sono in crisi. In molte zone rurali, l’epoca in cui si andava a comprare il giornale locale è un lontano ricordo. Questa situazione ha trasformato molti luoghi in deserti dell’informazione, in cui la disinformazione trova terreno fertile. Si tratta di un fenomeno estremamente pericoloso per la nostra democrazia».

Sono le parole pronunciate dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nel corso del suo discorso sullo Stato dell’Unione 2025. Come hanno notato un po’ tutti gli osservatori, quelle della von der Leyen sono state parole molto decise nei toni e che, da questo punto di vista, rappresentano indubbiamente un cambio di passo della politica della Commissione.

Anche nel passaggio riservato all’informazione, la Presidente ha mostrato determinazione: «La nostra democrazia è sotto attacco. La manipolazione delle informazioni e la disinformazione crescenti stanno dividendo le nostre società, erodendo non solo la fiducia nella verità, ma anche nella democrazia stessa». È un passaggio del discorso che era iniziato con un forte richiamo: «L’Europa è impegnata in una lotta. Una lotta per un continente integro che viva in pace, per un’Europa libera e indipendente».

Se da un lato queste parole esprimono preoccupazione per la tenuta democratica, dall’altro si può vedere come le istituzioni dell’Unione europea riconoscano alla stampa un valore primario per fronteggiare questa inedita emergenza democratica.

Perché il gesto di recarsi in edicola ad acquistare il giornale avrebbe un valore politico? Perché, spiega la Presidente della Commissione, è un gesto che rappresenta una forma di resilienza democratica. L’Unione Europea è consapevole della necessità di rafforzare i presidi dell’informazione e a questo proposito, dice von der Leyen, oltre a impegnare adeguate risorse finanziarie, sarà istituito un nuovo centro «per la resilienza democratica (European Centre for Democratic Resilience), che riunirà tutte le competenze e le capacità degli Stati membri e dei paesi vicini».

In questo modo si vuole contrastare il grave fenomeno dei “deserti dell’informazione”, luoghi in cui la disinformazione trova terreno fertile. Infatti, per la von der Leyen, «il primo passo della strategia di un autocrate è sempre quello di neutralizzare i media indipendenti. Perché il silenzio favorisce il regresso democratico e la corruzione». Le istituzioni europee vogliono impegnarsi di più «per proteggere i media e la stampa indipendente. Intendiamo pertanto avviare un nuovo programma per la resilienza dei media (Media Resilience Programme), che sosterrà il giornalismo indipendente e l’alfabetizzazione mediatica».

Sono necessari adeguati investimenti, ha concluso la Presidente, per arginare i pericoli della manipolazione delle informazioni e della disinformazione. Per questo, l’Unione europea aumenterà in modo significativo i finanziamenti destinati ai media già nel prossimo bilancio.

Il discorso di Ursula von der Leyen e quell’accenno alla stampa locale meritano una particolare attenzione. Sebbene tutta l’informazione libera sia un indispensabile sostegno alla vita democratica, la stampa locale incide nei luoghi dove la persona concretamente vive e dove si stabiliscono diretti rapporti sociali.

Perché, di fronte a un potere autocratico, il punto di resistenza non può essere garantito soltanto da un potere di diversa natura, ma dalla persona, dall’ideale di libertà che anima la persona e da una comunità che questo ideale condivide e sostiene. Diceva a questo proposito don Luigi Giussani: «Quando infatti la morsa di una società avversa si stringe attorno a noi fino a minacciare la vivacità di una nostra espressione e quando una egemonia culturale e sociale tende a penetrare il cuore, aizzando le già naturali incertezze, proprio allora è venuto il tempo della persona».

La persona è elemento fondamentale nella comunicazione, è il soggetto della comunicazione. Un’informazione che prescinde dal soggetto che comunica o dove se ne nasconde l’identità – lo si vede benissimo nei social, con i suoi troll – porta in sé un seme di violenza che prima o poi si imporrà.

Non a caso il nuovo Codice deontologico di cui si è dotato l’Ordine dei giornalisti sottolinea questo carattere personalistico e, per questa regione, è stato dato il titolo di Codice deontologico delle giornaliste e dei giornalisti. È un codice che non contiene dunque semplicemente impersonali norme della professione giornalistica ma precise e preziose indicazioni. Norme che se fossero rispettate da tutti forse anche il mondo dei social sarebbe più umano e il potere della disinformazione rimarrebbe disarmato.

Parlamento europeo dall’UE, CC BY 2.0, via Wikimedia Common

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Paolo Tritto

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