
Una ricorrenza, quella della Giornata diocesana del Mare, che ha offerto ancora una volta l’occasione alla Chiesa di mostrare il suo volto universale. Una presenza che non si limita a celebrare, ma che benedice e rende fecondo il bene del creato a vantaggio dell’umanità tutta.
La celebrazione eucaristica, vissuta nel contesto naturale della pineta del Lido di Metaponto nella cappella dell’Assunta, è stata presieduta da S.E. Rev.ma Mons. Benoni Ambarus, alle sue prime uscite pastorali, arcivescovo della Arcidiocesi di Matera-Irsina e vescovo di Tricarico, accanto a cui hanno concelebrato i sacerdoti del luogo: don Angelo Gioia, don Giuseppe Lavecchia e don Pasquale Ditaranto. Presenti le autorità civili e militari, oltre ai numerosi soci dell’Associazione Italiana Marinai d’Italia, sezione di Bernalda, e una numerosa assemblea desiderosa di ascoltare le parole del nuovo pastore che per la prima volta visitava la comunità metapontina, mista di locali e turisti. Un gruppetto del Rinnovamento nello Spirito Santo ha animato con la musica e il canto la celebrazione.
Mons. Ambarus, già con il suo incedere attento e sorridente tra le molte persone convenute e con il suo parlare franco ha toccato i cuori di tutti. Non è mai scontato tutto ciò: si legge negli occhi, nei gesti di chi vede intercettati sguardi, vite, speranze.
Don Giuseppe Lavecchia, delegato diocesano dell’Ufficio per l’Apostolato del Mare, ha accolto l’arcivescovo illustrando la storia di questa ricorrenza molto sentita in Diocesi. Ci ha ricordato il recente incendio che ha interessato con gravi conseguenze il Lido di Metaponto, sottolineando così il valore di queste iniziative che valorizzano il territorio e richiamano l’attenzione che occorre sempre riservare al bene grande che è il Creato in ogni sua espressione.




Nel corso della celebrazione eucaristica, tutti hanno percepito una speciale esperienza di Chiesa – “Dove c’è il vescovo, c’è la Chiesa”, ha osservato l’amministratore parrocchiale don Angelo Gioia – e di comunione intorno all’altare, la franchezza nell’annuncio di mons. Ambarus e la sua capacità di scendere nel vissuto concreto. Una riflessione ricca e saggia quella che ha proposto ai fedeli presenti mons. Benoni nell’omelia a partire dalla Parola di Dio del giorno, che parla di lavoro, che è vanità se “chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato” (cf Qo 2,21). Vanità è tutto ciò che “evapora, svanisce”, sottolinea molto chiaramente il vescovo. Ad esempio, è vana la ricchezza, a cui spesso l’uomo è attaccato – attaccamento che Gesù biasima, non la ricchezza in sé, puntualizza il vescovo Benoni nell’omelia – dimenticando che “questa notte stessa” gli potrà essere “richiesta la vita” (cf Lc 3,20); eppure di quanti dissapori familiari e anche “guerre nazionali”, sottolinea il vescovo, questo attaccamento è causa.
Per cosa spendi la vita in fondo, dimenticandoti di vivere?
è il nocciolo della riflessione che il vescovo propone ai presenti. E benvenute le ferie, allora, che possono aiutare a ricentrarci sulle più giuste priorità e – continua mons. Benoni – “ci rilassano, ci fanno allentare la corda che è tanto tesa nel quotidiano”. Allora “arricchire davanti a Dio” (cf Lc 3,21), l’imperativo che Gesù ci consegna alla fine del brano evangelico proclamato, significa “saper condividere” quel che abbiamo e vivere nella certezza che il “garante della mia vita è Dio” e non quello che possiedo.
Di grande spessore umano si sono rivelate le intenzioni di preghiera che l’arcivescovo ha formulato, come la Parola di Dio suggeriva, per tutte le situazioni di conflitto che agitano il cuore degli uomini, per le relazioni familiari intaccate dalla bramosia del possesso e per tutti coloro che lavorano a contatto con il mare: per i marittimi, impegnati nel commercio, in missioni di sicurezza, magari fungendo da ponti tra paesi lontani, e per coloro che operano nei lidi, in questo tempo a servizio dei villeggianti. Al termine della celebrazione è stato distribuito il messaggio che il Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale ha predisposto per questa giornata.


Grazie, quindi, al “mare” e a tutti gli operatori del settore per averci offerto l’opportunità di lodare Dio insieme al nostro Pastore, di attingere ancora una volta alle sorgenti della Salvezza come fratelli e sorelle uniti dal sacrificio di Cristo, Re dell’Universo e Signore del tempo e della storia, e dalla Chiesa che fa sue “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi” (LG, 1).
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