Miglionico celebra la festività del SS. Crocifisso con due prestigiose iniziative culturali

Lo storico dell’arte Gabriele Scarcia arricchisce le celebrazioni con una mostra dedicata alla figura del francescano Padre Eufemio da Miglionico e un’esposizione fotografica di Domenico Notarangelo, valorizzando il patrimonio devozionale e antropologico della comunità.

Nel cuore della Lucania, dove il tempo scorre con la misura austera della memoria di una civiltà spirituale ancora integra, Miglionico ha rinnovato, dal 30 aprile al 3 maggio 2025, l’antico e solenne tributo al Santissimo Crocifisso, cifra indelebile dell’identità religiosa e culturale della comunità. In un clima di composta partecipazione, la comunità ha celebrato non semplicemente una ricorrenza liturgica, ma un evento che affonda le sue radici nella più profonda stratificazione del vissuto collettivo, divenendo espressione tangibile di un culto che resiste al tempo e si rigenera nella sua esemplarità antropologica. Al centro di questa esperienza la Parrocchia di Santa Maria Maggiore, epicentro di un sentire condiviso che si è fatto voce corale grazie alla guida autorevole e instancabile del parroco Don Egidio Musillo.

Le celebrazioni liturgiche, articolate in un denso calendario culminato nel triduo eucaristico, hanno trovato la loro pienezza nel 3 maggio, presieduta da Sua Eccellenza Mons. Salvatore Ligorio, Arcivescovo emerito di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, alla presenza di Don Egidio stesso e di Fra Domenico Marcigliano, religioso francescano responsabile dell’Ufficio Cultura e Arte della Provincia Salernitano-Lucana dei Frati Minori, noto per la sua competenza nell’ambito dell’arte sacra e per l’acume delle sue riflessioni storico-religiose. L’intera funzione è stata arricchita dalla presenza delle autorità civili e militari.

E proprio nella solenne Celebrazione le parole di Sua Eccellenza Monsignor Salvatore Ligorio si sono levate come sintesi alta e vibrante del senso profondo della devozione al Crocifisso, tracciando con sapienza pastorale un orizzonte di riflessione che ha saputo congiungere teologia e vita. Con voce pacata, ma ferma, l’Arcivescovo emerito ha richiamato i presenti alla necessità di tornare all’essenziale, a quella radice del Vangelo che è dialogo, accoglienza, ascolto sincero, spirito di unità. Ha affermato con lucidità evangelica che l’amore, quello vero, incarnato, crocifisso e risorto, vince ogni cosa, ogni divisione, ogni paura, ogni barriera. Nel cuore dell’omelia ha elevato un pensiero speciale agli anziani, ai poveri, a coloro che vivono il dolore in silenzio, a quanti, spesso invisibili al mondo, sono invece intimamente legati alla figura del Cristo crocifisso e in lui trovano non solo consolazione, ma dignità. Ha esortato la comunità a contemplare la Croce non come simbolo di rassegnazione, bensì come chiamata alla testimonianza, alla solidarietà, alla dedizione generosa. “Dobbiamo osservare – ha detto – la vita di Cristo nella sua sofferenza e farne dono agli altri”, perché in quell’offerta redentrice si manifesta la bellezza più autentica: quella che nasce dalla ferita, quella che splende nell’oscurità, quella che si fa carezza sulle piaghe del mondo.

Così, nell’eco di queste parole, Miglionico ha riconsegnato al Crocifisso la propria fede, la propria storia e la propria umanità, nella consapevolezza che ogni passo compiuto in nome dell’amore, ogni gesto rivolto all’altro è già seme di eternità.

A qualificare ulteriormente la ricorrenza, due mostre distinte – entrambe coordinate con intelligenza curatoriale da Gabriele Scarcia, studioso di indiscussa finezza critica e profondo conoscitore della storia religiosa del territorio – le quali hanno saputo restituire al visitatore non solo immagini e oggetti, ma forme di pensiero e codici di devozione. La prima, inaugurata la sera del 2 maggio presso la chiesa della Madonna del Carmine, dal titolo “Il Volto della Devozione”, è stata dedicata agli scatti in bianco e nero realizzati nel 1978 da Mimì Notarangelo, testimone visivo della processione di un’epoca ormai distante, ma ancora perfettamente riconoscibile nei suoi tratti costitutivi. L’iniziativa è stata resa possibile grazie ai figli Giuseppe e Antonio, dall’Associazione Pier Paolo Pasolini di Matera, da Don Egidio Musillo, dall’Amministrazione comunale sempre attenta e presente la cui sensibilità ha permesso che tale esposizione potesse offrire al pubblico una mostra di alto livello. Le immagini proposte non sono state concepite come mera documentazione storica, bensì come un vero e proprio dispositivo di rivelazione del gesto devoto, del pathos rituale, dell’etica del sacro che caratterizza la pietà popolare di Miglionico.

La seconda esposizione, invece, è stata allestita nella cappella del Patrono della chiesa madre di Santa Maria Maggiore e ha visto protagonisti alcuni pregevoli bracci reliquiario, testimoni silenziosi e materiali di una fede saldamente ancorata alla dimensione incarnata e concreta del culto. Curata anch’essa da Gabriele Scarcia, con la collaborazione fondamentale del priore della confraternita del Santissimo Crocifisso, Nino Comanda e di don Egidio, l’esposizione ha avuto il merito di riportare l’attenzione sull’aspetto tangibile della devozione, laddove l’oggetto liturgico diventa medium tra il fedele e il mistero, tra la corporeità e il trascendente. La sapiente disposizione delle reliquie e l’accuratezza della selezione hanno reso possibile una fruizione che non si limita all’ammirazione estetica, ma invita a una riflessione sul valore sacrale degli strumenti del culto, sulla loro funzione nella costruzione del sentimento religioso e sulla loro potenza simbolica all’interno dell’universo spirituale locale.

Di grande rilievo la rievocazione della figura di Padre Eufemio da Miglionico, effigiato nella riproduzione fotografica di un affresco realizzato nel XVII secolo, indicato da Gabriele Scarcia, sulla base di attente indagini storiche, quale committente del Crocifisso ligneo, attribuito a Frate Umile da Petralia Soprana, insigne scultore siciliano del XVII secolo. In questa prospettiva, si è rinsaldato altresì il legame con la Sicilia e con la città di Bisignano in Calabria, che anch’essa conserva un Crocifisso dello stesso autore. La presenza istituzionale del sindaco di Bisignano, Francesco Fucile, nel contesto delle celebrazioni per i quattrocento anni dalla creazione della prima opera del Frate, ha suggellato un gemellaggio ideale fondato sulla condivisione di un patrimonio devozionale che travalica i confini geografici e si radica in un sentire spirituale comune.

La partecipazione del Dott. Giovanni Papasso sindaco di Cassano allo Ionio e Presidente Nazionale delle Città del SS. Crocifisso, ha infine conferito ulteriore statura alla manifestazione, richiamando l’attenzione su un culto che, pur nella sua specificità locale, si inserisce in una più ampia trama nazionale di espressioni religiose ribadendo la necessità di tutelare e valorizzare un patrimonio immateriale che costituisce una delle matrici profonde dell’identità italiana.

Così Miglionico ha rinnovato con consapevolezza il suo profondo legame con il Santissimo Crocifisso, ritrovandosi unita attorno a un simbolo che da secoli ne custodisce l’identità e la fede. Tra liturgie, mostre, gesti antichi e nuove riflessioni, ha saputo rendere viva una devozione che non appartiene solo alla memoria, ma che continua a parlare al presente, coinvolgendo ogni generazione. In questa armonia tra passato e futuro, spiritualità e cultura, Miglionico ha riaffermato il valore del Crocifisso come segno di speranza e di comunione, cuore pulsante della sua storia più profonda.

La mattinata del 3 maggio della Festa del SS. Crocifisso si è chiusa alle ore 12,00 con la processione, dopo la celebrazione eucaristica durante la quale la Confraternita del SS Crocifisso di Miglionico ha consegnato un attestato di benemerenza a varie persone che in qualche maniera hanno contribuito alla buona riuscita della Festa. La processione si è snodata per le strade del centro storico, accompagnata dal Concerto bandistico “Città di Miglionico”.

In serata, dopo varie manifestazioni svolte nel centro storico, la Festa si è conclusa a Piazza Castello alle 22,00 con lo Spettacolo pirotecnico della Ditta “La Pirotecnica MD”.

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Milena Ferrandina, storica dell'arte

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