È con la messa vespertina nel cortile della RSA Villa Anna, parte del territorio parrocchiale, in contrada san Francesco, che la sera di martedì 6 maggio hanno preso il via i festeggiamenti in onore di sant’Agnese: la statua della santa martire Agnese, caricata su un pick-up con al seguito il corteo processionale capeggiato dal parroco, ha raggiunto gli anziani ospiti che, con gioia e trasporto, hanno vissuto un intenso momento comunitario. Commovente la partecipazione di coloro che, non potendo deambulare, hanno assistito alla celebrazione dalle vetrate del centro. Al termine della santa messa, la processione, al seguito della “bassa musica” e della statua della santa, ha percorso le strade del rione per poi fare ritorno in chiesa.


Santa messa a Villa Anna e processione per le strade del rione
Mercoledì 7 maggio, sempre per la celebrazione serale, la statua della santa è stata accompagnata in processione verso il quartiere di Agna le Piane, dove in Piazza delle Costellazioni è stata celebrata la santa messa. Numerosa la partecipazione dei fedeli nonostante le condizioni atmosferiche avessero minacciato pioggia fino a poco prima dell’inizio della messa, al termine della quale la santa Agnese, accompagnata da un discreto corteo, ha girato per il quartiere per poi fare ritorno in chiesa.

Per le giornate a seguire, le celebrazioni, come previsto, si sono svolte all’interno e, purtroppo, per le condizioni metereologiche il triangolare intitolato a sant’Agnese di venerdì 9 maggio è stato sospeso.
Sabato 10, invece, la piazza è stata “allestita” con bancarelle odorose di zucchero filato e palloncini per la gioia dei più piccoli. C’erano anche i gonfiabili che hanno attirato nugoli di bambini festosi con le loro famiglie.
La comunità ha atteso trepidante domenica 11 maggio per la conclusione dei festeggiamenti, con il fiato sospeso per via delle cattive condizioni del tempo che avrebbero potuto impedire tanto lo svolgimento della processione della santa martire portata a spalla dai Latori di Montescaglioso quanto l’esibizione della band e la finale estrazione dei biglietti vincenti della lotteria, idea del comitato per raccogliere i fondi necessari allo svolgimento della festa stessa.
I festeggiamenti si sono comunque conclusi nel migliore dei modi!
Mons. Carbonaro: “Attratti dalla voce del pastore, i cristiani imparano a donare la vita come ha fatto lui”
La celebrazione di domenica è stata presieduta da mons. Davide Carbonaro, arcivescovo di Potenza e metropolita di Basilicata, per la prima volta a Matera.
Numerosa la partecipazione della comunità che con grande compostezza e devozione ha partecipato alla celebrazione e ascoltato quanto il ministro di Cristo ha voluto comunicare con la sua riflessione.

L’omelia ha fatto riferimento alla pagina del Vangelo del giorno, coniugata con la memoria della giovane martire: l’arcivescovo, siciliano di origine ma vissuto a Roma, conosce benissimo la devozione popolare alla santa con l’agnellino. Mons. Carbonaro ha sottolineato, in particolare, l’evento fondante della resurrezione che entra dirompente nelle vite di ognuno, poiché “tutti siamo risorti con Cristo”, come ricorda Paolo alle prime comunità cristiane, e proprio per questo il nostro cuore deve essere lieto come fu quello degli apostoli, nonostante le controversie della vita. La comunità cristiana è chiamata a fare tesoro della Parola di Dio e i ministri suoi pastori a tessere le trame della relazione profonda fra Dio e il suo popolo, sono alcuni dei concetti che l’arcivescovo ha voluto esprimere nell’omelia.
È del buon pastore che parlava il vangelo: quel pastore che conosce le sue pecore e alla cui chiamata le pecore rispondono; l’immagine forte che è emersa è quella di un Dio che entra in relazione con noi e che ci conosce e “il verbo conoscere nella Bibbia – ancora le parole di p. Davide – è il verbo dell’amore, l’amore fattivo che entra nelle nostre esistenze e le stravolge: è l’amore dell’agnello-pastore che si dona, che dona sé stesso fino al sangue, alla totalità della vita: per tutti. È l’amore che i primi cristiani hanno compreso e che la piccola Agnese ha imparato a conoscere. Ecco la forza del Vangelo che entra nell’intimità di questa piccola ragazza che riconosce in sé la voce del pastore e per il pastore dona la vita”.
Ha continuato mons. Carbonaro: “Il cristiano non è colui che incontra la Parola come fosse una ideologia, una moda da seguire: i cristiani sono coloro che, attratti dalla voce del pastore, imparano a donare la vita come ha fatto lui. Questo sicuramente non è facile, soprattutto nel nostro tempo, ma penso ai genitori, agli educatori e anche a tutti quegli uomini e quelle donne impegnati nel dono quotidiano della vita nella nostra società e lo fanno con coerenza, con fascino, in modo attraente. E questo dove lo hanno imparato? Non in una scuola speciale, ma ascoltando e riconoscendo la voce di Dio”.
Infine, l’ultima immagine che il vescovo Carbonaro ha voluto consegnare è stata “quella, che emerge dall’Apocalisse, di un Dio forte, paterno e materno, che con la sua mano asciuga le nostre lacrime proprio come un padre e una madre farebbero con un figlio. Dio è colui che soffre con noi, che ci ama, che ci chiama per nome, un Dio che ci tiene stretti nella sua mano”.


La processione della santa vergine martire Agnese con la reliquia
Devozione sì, devozione no: la risposta di mons. Carbonaro
Una settimana ricca di sollecitazioni e una sera pregna di contenuti offerti dalla stupenda omelia di mons. Carbonaro per tornare a casa incoraggiati a vivere l’ordinarietà della fede, rivitalizzata dall’aver fatto memoria di una santa, in particolare di una martire. “Vivere una devozione non slegata dal Vangelo è cosa buona – è la risposta che mons. Carbonaro fornisce alla domanda sul valore e sul rischio di una devozione –, anzi ci ricorda che il Vangelo è vivo ancora oggi ed è segno della sua attualità; i santi sono comunicatori del Vangelo nella storia e la devozione popolare deve recuperare questa corrente che va dal Vangelo alla vita. Non sarebbe, invece, corretto vivere la devozione come segno di una propria identità, quasi in modo campanilistico in contrapposizione ad altri”.
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