L’1 maggio è la data che segna l’entrata in vigore nel 1867, a Chicago, della legge delle 8 ore di lavoro giornaliere e 48 settimanali. In quella stesso giorno, allora a tutti noto per quella conquista – 19 anni dopo – si tennero sempre negli USA delle manifestazioni per rivendicare tale diritto dove ancora si lavorava 12 o 16 ore al giorno. Poi, nel 1889, il congresso internazionale socialista di Parigi estese le manifestazioni laburiste dappertutto. Così, in molti Stati di tutto il mondo, si continua ancora oggi in questa data a manifestare o a festeggiare.
Ma quali altri diritti è ragionevole oggi rivendicare a oltre 150 anni di distanza da quella data? Quello che tanti oggi rivendicano è il diritto al lavoro.
Giustamente! “Il lavoro nobilita l’uomo”, recita un vecchio adagio; il lavoro è la comune vocazione (laica) di ogni uomo e donna, potremmo dire; legittimo strumento di realizzazione di sé, da un lato, e “dovere di ciascun cittadino”, dall’altro, per contribuire “al progresso materiale e spirituale della società”, come recita l’art. 4 della nostra Costituzione. Ma oggi più che mai è soprattutto un mezzo di sostentamento per tante persone che diversamente non avrebbero come vivere. Infatti, la vera rivendicazione di diritti è quella di avere un lavoro stabile, adeguato per poter vivere. E la mancanza di lavoro oggi significa povertà. Peraltro, una quantità sempre maggiore di giovani è caratterizzata dal mito del non lavoro, del rifiuto dell’apprendimento e con ciò entrano in quel mondo disperato degli inoccupati che si spostano in un’area di illegalità e di violenza fisica.
E che dire del senso cristiano del lavoro, strumento di cooperazione alla divina creazione e redenzione di sé? Una forma di spiritualità del lavoro, questa, che sovente gli stessi cristiani non conoscono.
Ben che vada, i cristiani sentono il senso morale del dovere di un lavoro fatto bene, cosa buona pure questa, ma la società di oggi richiede anche altro: tanta creatività, in un mondo che si trasforma più rapidamente di ogni altra epoca mai esistita e, inoltre, per ricavarsi, legittimamente, quella fetta di lavoro che, in forza dell’automazione, è ormai sempre più ridotto. Esempi di creatività che genera lavoro anche nel nostro territorio ne abbiamo: se ormai abbiamo dimenticato il progetto Policoro che nella nostra provincia ha avuto origine, non possiamo dimenticarne i frutti, quali sono alcune “nostre” cooperative sociali:“ Il Sicomoro”, “Oltre l’arte”, che hanno dato e danno speranza a tanti giovani.
Questo spirito di servizio creativo è forse la rivendicazione lavorativa di cui oggi i cristiani devono essere fautori. Tutti, in tutte le realtà.
Chiesa locale e Chiesa universale: sede vacante
Non solo il mondo del lavoro sovente è caratterizzato da molte chiacchiere. Anche la Chiesa è oggi spaccata più che mai tra blocchi di pensiero contrapposti, ancor più dal momento della dipartita di papa Francesco. Un pontificato che ha segnato la storia di questi ultimi anni, più di ogni altro perché ha provocato l’emersione di pensieri e visioni diverse. Una Chiesa divisa tra eredi di Francesco e cosiddetti conservatori che cercano un “padre” che sperano possa diventare il prossimo successore di Pietro. Ma alle volte i dibattiti hanno più natura ideologica che sinceramente atta a preoccuparsi di come meglio la Chiesa possa essere erede del messaggio di Cristo. Non ci resta che pregare lo Spirito Santo che guidi con saggezza il Conclave che inizia i lavori il prossimo 7 maggio a lasciarsi da Lui ispirare. Mettendo da parte ogni pretestuosa ideologia.



Giubileo diocesano
Nel frattempo, tre autobus – due da Matera e uno da Marconia – sono appena giunti a Roma: come alcuni mesi fa era stato programmato da oggi primo maggio sino a sabato tre si svolge il pellegrinaggio giubilare diocesano. Oggi la tappa a S. Maria Maggiore, dove i pellegrini, varcata la porta santa, celebreranno la liturgia penitenziale e si fermeranno alla tomba di Francesco. Domani sono previste le tappe a S. Pietro in Vaticano e sabato a S. Giovanni in Laterano. Questa sera per Roma partiranno gli autobus che porteranno le comunità di Maria Madre della Chiesa e Ferrandina.


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