Ucraina. Shevchuk (arcivescovo di Kyiv): “5 milioni sull’orlo della fame. Necessitano di accesso al cibo ma nessuno ne parla”

Cinque milioni di ucraini soffrono la fame e necessitano di accesso al cibo, ma le organizzazioni internazionali possono sostenere al massimo 2 milioni persone. A denunciare dati alla mano la “preoccupante tendenza verso una drastica riduzione degli aiuti umanitari all’Ucraina” è l’arcivescovo di Kyiv, S.B. Sviatoslav Shevchuk.

Di M. Chiara Biagioni del 26 maggio 2025 dal sito del SIR

(Foto Siciliani – Gennari/SIR)

“Si stima che 4 milioni di ucraini abbiano perso la propria casa, ma la ricostruzione delle case è possibile a meno della metà di loro. 12,7 milioni necessitano di aiuti immediati, tuttavia solo a un quarto è possibile fornire tale aiuto. 5 milioni soffrono la fame e necessitano di accesso al cibo, ma le organizzazioni internazionali possono sostenere al massimo 2 milioni persone”. A denunciare dati alla mano la “preoccupante tendenza verso una drastica riduzione degli aiuti umanitari verso l’Ucraina” è l’arcivescovo maggiore di Kyiv, S.B. Sviatoslav Shevchuk in un video messaggio diffuso al termine del Sinodo dei Vescovi della Chiesa greco-cattolica ucraina in Ucraina. Con la partecipazione dei 27 vescovi della Chiesa greco-cattolica ucraina, il Sinodo si è svolto la scorsa settimana presso il Santuario Madre di Dio di Zarvanytsya ed ha messo al centro dei lavori il servizio sociale della Chiesa in tempo di guerra.

“Stando agli ultimi dati forniti dal coordinamento umanitario delle Nazioni Unite — Ocha Ukraine, la guerra in Ucraina continua ad aggravare una crisi umanitaria, che rischia di diventare non solo la più grande in Europa, ma in tutto il mondo”.

“Abbiamo ascoltato cifre assurde”, dice Shevchuk che denuncia: “Nel nostro Paese ci sono 4,6 milioni di sfollati interni; 6 milioni di ucraini si trovano sotto occupazione; 6,5 milioni — si trovano fuori dai confini della patria come emigranti forzati, rifugiati. Oltre 16 milioni di ucraini, secondo i criteri Onu, sono considerate vittime croniche della guerra”. L’arcivescovo lancia un appello: “Tutti noi dobbiamo unire i nostri sforzi affinché questa enorme crisi non si trasformi in una catastrofe umanitaria. Lo Stato e la Chiesa, le istituzioni civili e internazionali devono collaborare per dare l’aiuto necessario alle persone che si trovano in difficoltà. Colgo questa occasione per esprimere la gratitudine alle organizzazioni internazionali, tra cui ‘Caritas Internationalis’, a tutti i benefattori delle comunità cattoliche e delle Chiese di tutto il mondo, per il sostegno dato all’Ucraina. Sfortunatamente, oggi quasi nessuno parla della crisi umanitaria in Ucraina.

Non sentirete, nei notiziari in diversi paesi del mondo, riguardo ai milioni di ucraini che sono sull’orlo della fame. Per questo, a nome del martoriato popolo ucraino, sarà la nostra Chiesa a innalzare la voce verso la comunità internazionale”.

Nonostante i tentativi di trattative in corso, è un’Ucraina che continua a vivere sotto le bombe e gli attacchi russi. “Quasi ogni notte, le nostre città e i nostri villaggi pacifici subiscono attacchi aerei”, racconta Shevchuk. “Così, nella notte del 24 maggio il nemico ha sferrato un massiccio attacco combinato su tutta l’Ucraina, lanciando 14 missili balistici e 250 droni. Il bersaglio di questo attacco è stata la nostra capitale, Kyiv. Molti edifici sono stati distrutti, ci sono feriti tra la popolazione civile. Colpite anche Odesa, Zaporizhzhia e altre nostre città e villaggi. Questa settimana, i droni russi hanno raggiunto perfino l’Occidente dell’Ucraina – nella regione della Ciscarpazia, a Ivano-Frankivsk, in Bucovina, nella regione di Chernivtsi”.

“Nonostante queste giornate dure – prosegue l’arcivescovo maggiore –, il popolo ucraino continua a vivere nella speranza della pace, quella pace che costruiscono al costo della propria vita, per la quale pregano, affrontano il pellegrinaggio verso i luoghi santi dell’Ucraina. É di questa pace che continua instancabilmente a parlare Papa Leone XIV, invitando in Vaticano coloro che sono pronti a sedersi al tavolo dei negoziati, un appello che rinnova costantemente. Tuttavia, abbiamo udito da parte della Russia un gesto dispregiativo di rifiuto non solo al dialogo, anche con la Santa Sede, ma di qualunque altro passo importante per fermare la guerra, anche solo per un breve periodo. Eppure, nonostante questi sforzi forse fallimentari, continuiamo a vivere, a lavorare, a pregare, a sperare. Per questo vogliamo che ancora una volta tutto il mondo ci senta: l’Ucraina resiste! l’Ucraina combatte! L’Ucraina prega!”. Il messaggio si conclude con parole di “gratitudine a Papa Leone XIV, che dai primissimi giorni del suo pontificato, segue gli avvenimenti in Ucraina con grande attenzione e sensibilità, facendo tutto ciò che è in suo potere per fermare la mano assassina dell’aggressore e ogni cosa che essa provoca”.

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