


Un appuntamento molto partecipato e sentito, presieduto da mons. Michele Autuoro, vescovo ausiliare di Napoli, presidente della Commissione Episcopale per l’Evangelizzazione dei Popoli e la Cooperazione tra le Chiese e della Fondazione Missio. Presenti, inoltre, l’arcivescovo di Matera-Irsina, mons. Benoni Ambarus, diversi sacerdoti e, tra tutti, don Franco Laviola, direttore del Centro Missionario Diocesano.
La veglia, scandita da canti, letture e preghiere, si è svolta in un clima di profonda spiritualità e comunione, offrendo ai presenti un’occasione intensa di riflessione sul significato della missione: portare speranza laddove c’è povertà, sofferenza e solitudine, con piccoli gesti quotidiani che parlano il linguaggio dell’amore evangelico.
Momento centrale la toccante testimonianza-riflessione di mons. Autuoro, che ha condiviso con i presenti alcune esperienze vissute nei contesti di Chiesa più difficili. Con parole semplici e cariche di significato, ha paragonato ogni fedele a un granello di senape, che, pur nella sua piccolezza, può generare qualcosa di grande se vissuto nella logica del Vangelo. “Se voi aveste fede quanto un granello di senape…”, ha ricordato il vescovo, sottolineando come il Regno di Dio non si costruisca con potenza e apparenze, ma con la forza silenziosa e vitale della fede autentica.
Ha poi aggiunto: “Noi dobbiamo piantare il semino, e lasciare che cresca naturalmente con l’aiuto del Signore. Ma prima di tutto, serve una vera relazione con l’altro. È questo il cuore della missione: non basta donare, bisogna incontrare, creare legami e condividere la speranza”.
Un invito chiaro a seguire l’esempio di Gesù, che per primo si è fatto vicino a chi era nel bisogno, a chi soffriva, a chi cercava risposte. “Anche noi possiamo essere missionari di speranza – ha detto ancora il vescovo – facendo il primo passo, stabilendo il primo contatto. È lì che comincia il Regno di Dio”.
Dopo l’omelia, un altro momento significativo della serata: il mandato missionario conferito ai nuovi religiosi entrati in Diocesi e ai nuovi operatori del Centro Missionario. Con l’emozione visibile nei volti e nel cuore, tutti i chiamati hanno risposto il loro “Eccomi”. A tutti loro, il vescovo Benoni ha conferito la benedizione e il mandato ad essere semi fecondi nelle missioni affidate, portando il messaggio del Vangelo dove c’è più bisogno.



Il gesto simbolico: semi da piantare nel cuore del mondo
Il terzo momento della veglia, un gesto simbolico dal forte valore evocativo: la distribuzione da parte di mons. Autuoro di cestini con i semi ai rappresentanti delle diverse categorie di popolo di Dio presente: bambini, giovani, anziani, malati e operatori sanitari, catechisti, famiglie. Coloro che hanno ricevuto il cestino hanno poi distribuito tra l’assemblea le bustine che nel cestino erano contenute con i semi e l’indicazione di un popolo per cui pregare. Per iniziare subito a spargere il seme del Regno di Dio e dare l’esempio.



Infine, la raccolta di un contributo per le Pontificie Opere Missionarie – è lì che viene indirizzato quanto raccolto nella Giornata Missionaria Mondiale –. In particolare, quest’anno, la Diocesi di Matera-Irsina sta sostenendo un progetto che hanno finanziato le Opere Missionarie: la costruzione di una nuova chiesa in Indonesia, per un importo di 14.200€, di cui nella veglia è iniziata la raccolta che, l’indomani, ogni parrocchia ha continuato nelle diverse celebrazioni eucaristiche della Giornata Missionaria Mondiale.
L’incontro ha lasciato un segno profondo nel cuore di tutti i partecipanti, rinnovando la consapevolezza che ogni cristiano è chiamato ad essere un missionario, lì dove vive, opera, incontra l’altro. Siamo tutti chiamati a piantare semi di bene e a prenderci cura del mondo: la speranza si diffonde solo camminando insieme.


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