Carlo Acutìs: il primo santo dei Millennial. 15 anni per diventare santo. A breve la canonizzazione

Grande fermento nella Chiesa italiana per la notizia della canonizzazione di questo giovane di famiglia ricca, amante della vita, nato a Londra nel 1991 e morto a Monza nel 2006

Alcuni ancora non lo conoscono: se si parla loro di santi giovanissimi pensano a Domenico Savio, allievo di don Bosco, a qualche martire dei primi secoli della Chiesa, ai santi innocenti di cui fece strage Erode.

Eppure, in ogni tempo, la Chiesa ha le sue manifestazioni di santità. E per i millennial di oggi c’è la testimonianza di Carlo Acutis: 15 anni, un grande amore per l’Eucaristia, la sua “autostrada per il cielo”, la filiale devozione a Maria e il motto “tutti nasciamo diversi ma molti moriamo fotocopie”. La coscienza, cioè, che tutti siamo pensati in modo unico e irripetibile per un progetto originale di amore e felicità, per sé e per chi ci incontra, da scoprire e perseguire con tenacia, e che l’Eucaristia ci è sostegno in questo cammino. Forse questa la prima parte della sua eredità per noi.

Una famiglia ricca (quando si compivano i giorni della nascita di Carlo, gli Acutis erano a Londra per rimpegni lavorativi del papà Andrea), gli studi presso scuole private… Tutto questo avrebbe potuto chiudere Carlo nei suoi privilegi. E invece quante volte aveva acquistato con i suoi risparmi di ragazzino (di famiglia ricca!) sacchi a pelo per i migranti che bivaccavano nelle notti d’inverno sotto casa sua o la merenda per quegli stessi senza-tetto! Forse questa la seconda parte della sua eredità per noi: una fede, che quando è vera, si fa azione, preghiera vissuta.

Contagiosa al punto da convertire al cattolicesimo il domestico di casa Acutis.

Un genio, autodidatta, dell’informatica: “attraverso internet, i blog, la creazione di siti web è possibile evangelizzare”, diceva. E Carlo è stato nominato, tra l’altro, patrono del web.

Inoltre, Carlo – si proprio lui, un ragazzino! – ha creato la mostra dei miracoli eucaristici che ha fatto il giro del mondo ed è giunta anche a Matera nel giugno-luglio del 2022, alla vigilia del Congresso Eucaristico Nazionale.

Una conversione da piccolo, che forse ci fa comprendere il senso e il valore della grazia che ovunque chiama: a sette anni Carlo aveva maturato una spiritualità tale da essere ammesso alla prima comunione. E sua madre, per tener botta alle sue curiosità, iniziò a studiare teologia.

Un contesto molto laico, simile a quello di tanti ragazzi di oggi. Da qui l’auspicio che nessuno, chiamato dalla Grazia preveniente di Dio, manchi di esserle docile o veda una famiglia opporgli resistenza.

Colpito da leucemia fulminante, in ospedale disse: “Offro tutte le sofferenze che dovrò patire al Signore, per il Papa e per la Chiesa, per non fare il Purgatorio e andare dritto in Paradiso”.

E una chiesa gremitissima per i funerali: giovani e clochard, cattolici e musulmani, amici e amici di amici.

La salma di Carlo, nei suoi abiti giovanili – jeans e felpa –
fresco come fosse appena assopito, meta di tanti pellegrinaggi

Dal 2019 la salma di Carlo riposa nel santuario della spoliazione di Assisi, dove S. Francesco si spogliò dei beni paterni: un luogo caro a Carlo per la scelta lì compiuta da Francesco, anch’egli figlio di famiglia ricca, che così sceglieva la propria originalità e rifiutava di conformarsi (come “fotocopia”) ad altri modelli. Nel 2020 Carlo è stato dichiarato beato.

Assisi, il Santurio della Spoliazione,
ai tempi di Francesco era la Cattedrale di Assisi,
dove il giovane Francesco si spogliò al cospetto del vescovo Guido

I miracoli

Sappiamo che per la canonizzazione, oltre all’attestazione delle virtù cristiane vissute in modo eroico, è necessaria la certezza dell’intervento mediatore del candidato in due miracoli.

Dopo il primo miracolo che riguardava la guarigione di Matheus, un bambino brasiliano di sei anni affetto da pancreas anulare, una rara anomalia congenita per cui rimetteva qualsiasi cosa mangiasse che avrebbe potuto essere corretta solo con un intervento chirurgico, è stato certificato nei giorni scorsi un secondo miracolo.

La guarigione della costaricana Valeria, vittima di un incidente in bicicletta il 2 luglio 2022 nel centro storico di Firenze dove si era trasferita per studio: un trauma cranico molto grave, per il quale le viene asportato l’osso occipitale destro per diminuire la pressione sul cervello. Le speranze di vita sono azzerata, la mamma giunge ad Assisi per raccomandare la figlia al Beato Carlo e passa tutta la giornata inginocchiata davanti alla sua tomba. In serata riceve una telefonata dall’ospedale: il miglioramento improvviso e inspiegabile della figlia!

Due giovani guariti per intercessione di un giovane. Anche questo il senso della redenzione. O no? Dio si fa uomo per salvare l’uomo, comprendendo la sua dimensione umana, “in tutto, eccetto il peccato”. Così, tante povertà e ferite possono diventare anche per noi ricchezze e feritoie di santità se ci lasciamo penetrare dalla Grazia divina per diventare capaci di sensibilità verso chi è affetto dal nostro stesso limite.

Assieme a quella di Carlo è stata dichiarata la prossima canonizzazione di don Giuseppe Allamano (1851-1926), fondatore dei due Istituti dei Missionari e delle Missionarie della Consolata, e di altri 11 beati di diverse nazionalità. E inoltre, sono state riconosciute le virtù eroiche del fisico e politico Enrico Medi.

Una Chiesa, nonostante tutto, santa!

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Giuseppe Longo

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