Cioccolatini da Leopoli

Ucraina così lontana, così vicina: il mio primo regalo di Natale è arrivato quest’anno da Leopoli.

Hanno passato i controlli alla frontiera i cioccolatini che la mia amica ucraina ha portato con sè da Leopoli.

Motivi di sicurezza” – le hanno detto – mentre apriva il sacchetto trasparente con i gustosi cioccolatini avvolti in sgargianti involucri colorati.

Ho atteso qualche giorno prima di assaggiarne uno provando una certa vergogna all’idea che per farmene dono fossero stati negati a qualche bambino.

Li ho immaginati con gli occhi sgranati di fronte al disegno dell’orsetto sorridente e della mucca, così simile alla mucca Carolina della mia infanzia.

Un brivido mi ha percorso la schiena mentre, sotto la doccia, li ho sentiti tremanti di freddo nella campagna ucraina.

Ludmilla mi ha raccontato pochi particolari del suo soggiorno a Leopoli: era rientrata pochi mesi prima quando sembrava che il conflitto stesse per esplodere in tutto il Paese.

Suo fratello, chiamato dal governo a Kiev per lavorare nella protezione civile, aveva lasciato sua madre, sola e malata, nella casa di famiglia.

Così si era vista costretta a rientrare dall’Italia per portarle aiuto.

Vent’anni prima, quando in casa avevano installato i termosifoni, sua madre era stata irremovibile: – La stufa a legna deve restare al suo posto!

Questa profetica caparbietà ha permesso di alleviare i non pochi disagi del presente, con l’elettricità spesso a singhiozzo ed assente nelle ore notturne.

Nel racconto della mia amica non ho trovato rabbia ne dolore quanto piuttosto stupore e incredulità.

Come di fronte alla denuncia, portata dai russi nel palazzo di vetro dell’Onu, di fantomatiche “zanzare killer” che sarebbero state addestrate dagli ucraini per sterminare l’esercito russo!

Di vero rimangono solo le trappole esplosive disseminate ovunque e nascoste perfino in giocattoli abbandonati per strada.

Ludmilla mi assicura che tutti, perfino i bambini, hanno superato la paura delle bombe: ne distinguono dal rumore tipologia e provenienza.

La peggiore minaccia viene dai droni armati perché il loro sibilo è volutamente silenziato ad un chilometro dal bersaglio: mi mostra, a mò di ex voto, il piccolo frammento del drone che, sfiorandolo, ha risparmiato la vita di suo fratello nel centro di Kiev.

A Leopoli i profughi continuano ad arrivare accolti dalla benevolenza della popolazione: tutti hanno ospiti in casa, in misura della propria disponibilità. Un grande edificio scolastico di oltre 2000 metri quadri, distribuito su più piani, è stato adibito a centro di accoglienza.

In prossimità del Natale ortodosso che sarà celebrato, in uno con l’Epifania, il prossimo 7 gennaio i segni di speranza non mancano: il bene si fa strada anche nel cuore dei nemici.

Si racconta di militari russi che hanno chiesto scusa per essere entrati in alcune case di Kharkiv mentre certuni ordinavano, senza scrupoli, di abbandonarle in appena dieci minuti.

Altre merci attraverseranno la frontiera alla fine dell’anno, alcune di notte, sui convogli inviati dai governi europei, altre alla luce del sole sui camioncini dell’Associazione Incontro di Como che porteranno aiuti umanitari e un augurio di pace ai nostri fratelli ucraini.

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Erasmo Bitetti

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