Cosa si può cambiare per affrontare le questioni climatiche? La “Laudato Si” ci indica la strada

La salvaguardia del creato è al centro dell'enciclica di Papa Francesco "Laudato Sì". La sua profonda conoscenza fa nascere la consapevolezza dell'importanza di battersi per la salvaguardia dell'ambiente, della custodia della casa comune che è il nostro pianeta.

Papa Francesco al n. 14 dell’enciclica Laudato Sì dice: “Rivolgo un invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta. Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti. Il movimento ecologico mondiale ha già percorso un lungo e ricco cammino, e ha dato vita a numerose aggregazioni di cittadini che hanno favorito una presa di coscienza. Purtroppo, molti sforzi per cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale sono spesso frustrati non solo dal rifiuto dei potenti, ma anche dal disinteresse degli altri. Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche fra i credenti, vanno dalla negazione del problema all’indifferenza, alla rassegnazione comoda, o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche. Abbiamo bisogno di nuova solidarietà universale. Come hanno detto i Vescovi del Sudafrica, «i talenti e il coinvolgimento di tutti sono necessari per riparare il danno causato dagli umani sulla creazione di Dio». Tutti possiamo collaborare come strumenti di Dio per la cura della creazione, ognuno con la propria cultura ed esperienza, le proprie iniziative e capacità”.

Cambiare il sistema economico e affrontare i cambiamenti climatici, modificare profondamente l’arroganza della finanza e del capitalismo non è solo possibile ma è necessario. E’ imperativo cambiare il modello di sviluppo dominante basato sul capitale e la rendita finanziaria, le cui politiche economiche stanno distruggendo il pianeta, per cui passare dal massimo profitto di pochi, alla distribuzione democratica della ricchezza prodotta rappresenterebbe l’ottimismo della ragione: una “economia integrale” come l’ha definita Papa Francesco. Non si tratta solo di modificare profondamente un modello di sviluppo causato dai vertici politici, economici e finanziari della società del terzo millennio, ma anche di modificare una cultura e una pratica che si sono imposte a tutti i livelli della vita sociale. “I poveri stessi, scrive Papa Francesco, cadono nell’inganno di un mondo che non viene costruito per loro”. Tutti siamo immersi in una gara ad ostacoli imposta dal dio denaro con tutti i danni collaterali che esso provoca (violenza sulle persone, migrazioni, sfruttamento, guerre e altro). 

Non è irriverenza rivolgersi ai credenti e non credenti e affermare che la soluzione potrebbe essere l’estinzione del genere umano. Non è assolutamente questa la soluzione, allora “gramscianamente” vale il cosiddetto ottimismo della volontà e soprattutto l’affermazione di Francesco “nessuno si salva da solo”. Occorre lottare uniti per cambiare i rapporti sociali, politici ed economici, salvaguardare il sistema sanitario pubblico, arrestare il consumo di suolo, controllare lo sfruttamento delle risorse, combattere la povertà in tutte le sue forme, ecc.

Non si tratta di fare chissà quale rivoluzione; forse è stato un fallimento aver sottovalutato ciò che stava accadendo, ma l’augurio è che il buon senso porti a prendere coscienza che le sorti dell’umanità sono solo nelle nostre mani. C’è da chiedersi quanto sia presente in Papa Francesco l’ottimismo della ragione. Nei suoi interventi egli chiama sempre in giudizio “il potere reale”, nazionale e internazionale, e aggiunge che “se i cittadini non controllano il potere politico nazionale, regionale, municipale non è possibile un contrasto dei danni ambientali, sanitari e sociali”. Anche Francesco si accontenta di un semplice “contrasto” su quanto accade nel mondo? Oppure è sostanziale e profondo realismo storico, sostenuto da una grande visione profetica che solo da un papa che porta il nome di Francesco poteva scaturire? Questo Papa rivolgendosi ai giovani, ma pensando anche gli adulti, li ha incitati con l’esortazione “fate rumore”. 

Come e cosa fare per mettere in atto una tale esortazione a “fare rumore”, per cambiare il modello di sviluppo capitalistico illiberale che distrugge la vita del pianeta e quindi tutti noi? Si potrebbe farlo, ad esempio, organizzando in tutte le sale delle parrocchie della Diocesi incontri sull’Enciclica Laudato Sì, in cui leggerla, discuterla, farla propria, e infine decidere tutti insieme una azione fatta di esortazioni e proposte concrete.

Dissertare ulteriormente non è necessario, vale quanto dice Papa Francesco al numero 18: “La continua accelerazione dei cambiamenti dell’umanità e del pianeta si unisce oggi all’intensificazione dei ritmi di vita e di lavoro, in quella che in spagnolo alcuni chiamano “rapidación” (rapidizzazione). Benché il cambiamento faccia parte della dinamica dei sistemi complessi, la velocità che le azioni umane gli impongono oggi contrasta con la naturale lentezza dell’evoluzione biologica. A ciò si aggiunge il problema che gli obiettivi di questo cambiamento veloce e costante non necessariamente sono orientati al bene comune e a uno sviluppo umano, sostenibile e integrale. Il cambiamento è qualcosa di auspicabile, ma diventa preoccupante quando si muta in deterioramento del mondo e della qualità della vita di gran parte dell’umanità”.

Scrivi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

marino-trizio

Latest videos