Il restauro della chiesa di Santa Maria di Costantinopoli

La chiesetta di Santa Maria di Costantinopoli, gioiello del XV sec. fatto costruire dai confratelli della Confraternita del Santissimo Sacramento, è stato oggetto di restauro conservativo con i fondi dell'8xmille..

La chiesetta di Santa Maria di Costantinopoli è ubicata accanto alla Cattedrale di Matera ed è accessibile dalla navata sinistra della stessa Cattedrale. Fu costruita nel XV sec. dai confratelli della Confraternita del Santissimo Sacramento. Luogo riservato e accessibile nei secoli passati ai presbiteri, (il piccolo complesso si colloca al latere della cattedrale e all’interno del palazzo arcivescovile), e ai laici (cavalieri, condottieri e nobili), che partivano per le guerre e per le imprese straordinarie. Ivi si recavano da soli per pregare e portare a Dio le proprie istanze oppure per chiedere la protezione di Dio per le imprese che dovevano affrontare.

Chiesette antiche, santuari ed eremi sono luoghi di silenzio, di meditazione e di preghiera ed è facilmente comprensibile come sia importante disporre di essi in quanto oggi costituisce una “ricchezza” difficilmente quantificabile ma i cui frutti sono tangibilmente apprezzati e verificati.

E’ questo il caso della chiesa di Santa Maria di Costantinopoli. La chiesa, attualmente chiusa al culto, ha una lunghezza di circa 11 metri ed un’altezza di circa 7 metri ed è retta da don Angelo Gallitelli, parroco della Cattedrale “Maria SS. della Bruna”.

Ha una navata unica, la cui chiusura orizzontale è costituita da una volta a botte riccamente decorata.

L’aula centrale è arricchita, inoltre, dalla presenza di numerose decorazioni a stucco e da cornici e fregi; una porta, posta in adiacenza all’altare, collega la chiesa alla sacrestia, collocata ad una quota differente, attraverso un vano scala. La chiesa è realizzata in muratura portante in pietra locale regolarmente tessuta, mentre la copertura si presenta esternamente a falde inclinate rivestite da coppi.

La zona del presbiterio, di altezza maggiore della navata centrale, presenta una volta a crociera costolonata. Vi è un solo altare, la cui alzata è databile al XVI secolo. Al centro dell’alzata, è collocato un bassorilievo della Madonna con Bambino, scolpito, unitamente alla statua del Cristo Risorto (1540), inserita nella nicchia sovrastante, e al gruppo dell’Annunciazione, dallo scultore Altobello Persio da Montescaglioso.

La chiesetta presentava un quadro patologico evidente, prevalentemente legato alla presenza di umidità, che interessava l’intera fabbrica. Nello specifico, erano presenti evidenti segni di danni provocati da umidità da infiltrazione che interessava tutta la copertura della fabbrica e da umidità ascendente che interessava l’intero perimetro della fabbrica.

Pertanto, si rendeva necessario realizzare lavori di restauro conservativo consistenti in: consolidamento e restauro sostituzione lattonerie, rimaneggiamento manto copertura e impermeabilizzazione copertura; rifacimento impianto elettrico, consolidamento e restauro interni, volte, facciate e murature portanti.

Il costo totale del restauro, sostenuto con i fondi dell’8xmille, è stato di €.250.000.

“Se fare un gesto d’amore ti fa sentire bene, immagina farne migliaia”. Questo il claim della nuova campagna di comunicazione 8xmille della Conferenza Episcopale Italiana, che mette in relazione il valore di ogni firma con la realizzazione di migliaia di progetti in Italia.

Sono oltre 8.000 i progetti che, ogni anno, si concretizzano in Italia e nei Paesi più poveri del mondo, secondo tre direttrici fondamentali di spesa: culto e pastorale, sostentamento dei sacerdoti diocesani, carità in Italia e nel Terzo mondo. La Chiesa chiede ai fedeli ed ai contribuenti italiani di riconfermare con la destinazione dell’8xmille la fiducia e il sostegno alla sua missione per continuare ad assicurare conforto, assistenza e carità grazie ad una firma che si traduce in servizio al prossimo.

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Domenico Infante

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