Infiorata del Congresso Eucaristico Nazionale nella chiesa San Francesco di Assisi

In occasione del Congresso Eucaristico Nazionale è stata realizzata nella chiesa di San Francesco di Assisi a Matera un'infiorata curata e realizzata da frà Carlo Basile della comunità francescana dei Frati Minori, insieme ai suoi collaboratori. Composta da ventimila petali di fiori contornati da duemila foglie di alloro, l'infiorata è costituita da 14 pannelli con temi attinti alle sacre scritture stesi lungo la navata centrale ad opera di una ventina tra scout, catechisti e fedeli.

Intervista di Cristina Garzone a Frà Carlo Basile – Video di Giacomo Laschi

L’infiorata rappresenta un’arte creativa che utilizza come materia prima fiori, petali, semi e foglie, con petali interi e tagliati a pezzi, armoniosamente inseriti in un disegno artistico come in un mosaico. Ma l’infiorata non è un mosaico anzi rassomiglia più all’arte pittorica ed infatti nasce nella prima metà del 17° secolo come nuova tecnica pittorica. Queste opere d’arte floreali vengono realizzate in occasione di manifestazioni particolari. Inizialmente e storicamente, veniva realizzata in occasione del Corpus Domini; poi, via via, è stata estesa nelle occasioni delle manifestazioni tradizionali più apprezzate, più attese dell’anno.

Questa secolare tradizione viene fatta risalire all’iniziativa di Benedetto Drei, responsabile della Floreria vaticana, e di suo figlio Pietro, che usando “fiori frondati e minuzzati ad emulazione dell’opere del mosaico” realizzarono un tappeto di fiori davanti alle tombe dei Santi Pietro e Paolo nella basilica vaticana per rendere più bella e solenne la festa dei Patroni della città di Roma; era il 29 giugno del 1625.

La tradizione di allestire le infiorate in occasione della ricorrenza del Corpus Domini sono numerose, specialmente nell’Italia Centrale e Meridionale; famose sono quelle di Genzano (RM), di Spello (PG), di Bolsena (VT) e di Alatri (FR). Da alcuni anni l’infiorata viene realizzata in diversi paesi lucani (particolarmente curata l’infiorata realizzata dalla comunità di Bella nel Potentino) ma da due-tre anni si fa anche a Matera ad opera di frà Carlo Basile, originario di Bracigliano (SA) dove ormai si realizza da una quindicina di anni.

Gli scout del Matera 1, 2 e 3 e i collaboratori parrocchiali a lavoro nella realizzazione dell’infiorata

Work in progress

La prima fase prevede la progettazione dando per scontato che, realizzando l’infiorata in chiesa, non occorre uno studio della superficie sulla quale lavorare.

Poi, si passa alla progettazione dell’abbinamento dei colori, alla previsione delle quantità di fiori prescelti in base al numero di pannelli e loro grandezza. I pannelli possono essere disegnati ad hoc od anche acquistati già con il riporto dei motivi, disegni o immagini desiderati. Quelli di questa infiorata sono stati realizzati dall’artista materano Mimmo Taccardi.

Alla fase dell’abbinamento, segue la raccolta dei fiori. La raccolta si realizza attraverso i fiori regalati dai fedeli, dai fiorai o raccolti nei giardini dei fedeli, loro amici e parenti. Alcuni dei fiori raccolti si lasciano essiccare per qualche giorno prima dell’uso. Si passa, poi, alla pulizia dei fiori, cioè la separazione dei petali freschi, al loro tagliuzzamento.

Giunti a questo punto, quando si sta all’esterno, si preparano gli stampi per la realizzazione del quadro.
La fase successiva prevede l’installazione di sistemi di protezione delle opere dagli elementi naturali, con particolare riguardo per il vento e la pioggia.

Nel caso specifico, si è all’interno della chiesa quindi è solo necessario bloccare a terra i pannelli prescelti con colla trasparente o nastro adesivo.

A questo punto, è possibile comporre il disegno con i petali. Anche in questa fase sono necessari collanti liquidi trasparenti che fissano i petali, materiale granuloso per il fissaggio dei petali insecchiti, ed altri piccoli accorgimenti. L’ultima fase, in caso di infiorate fatte con fiori freschi da conservare per molti giorni, si utilizza acqua con spruzzatori, in modo da tener freschi i petali più a lungo possibile.

Per godere completamente lo spettacolo, bisognerebbe andare il giorno prima, in modo da vedere cosa si cela “dietro le quinte”, cosa ci sta dietro ad ogni opera. Soltanto così ci si potrà rendere conto della fatica che c’è dietro ogni capolavoro e, quindi, apprezzarlo di più. Si può vedere il disegno allo stadio embrionale, poi, incollato a terra, oppure la triturazione dei petali. Tutte operazioni che, piano piano, una dopo l’altra, danno vita all’opera completa. Un’opera sublime, una vera opera d’arte.

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Domenico Infante

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