Omelia del Cardinale Mauro Gambetti
Vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano
11 settembre 2024
La moltiplicazione dei pani nel Vangelo di Luca è posto a metà della narrazione. I discepoli sono stati inviati a due a due per evangelizzare la Galilea, hanno avuto successo, hanno annunciato la Parola, hanno guarito persone. Erode è venuto a sapere di questi avvenimenti e sta indagando per capire cosa sta accadendo. I discepoli tornano da Gesù e Gesù li raduna conducendoli in disparte.
Marco nel suo Vangelo dice che li porta in disparte perché possano riposarsi un pò. Ecco mi piace leggere questa lettura, questa parola che abbiamo ascoltato, compresa anche la prima lettura sotto questa angolazione della tenerezza di Gesù. C’è entusiasmo, c’è anche fatica, ci sono le preoccupazioni per possibili persecuzioni da parte dei discepoli e Gesù rivolge un’attenzione particolare.
Possiamo identificarci anche noi qui riuniti nei discepoli, riuniti in gran numero come d’altronde poi anche intorno a Gesù e ai discepoli si riunisce una grande folla. Possiamo chiederci che riposo ci è riservato ma al contempo anche che servizio ci è chiesto. Sembrano inconciliabili tra loro riposo e servizio perché come abbiamo ascoltato poi Gesù, ancora mosso a compassione, si mette a servizio.
Sottolineo tre passaggi del Vangelo: i discepoli fanno una osservazione logica ma difficile da attuare perché la folla se viene congedata per cercare alloggio e cibo nei dintorni di un luogo deserto non riuscirà a trovarne. È anche la nostra tentazione quando non abbiamo forze sufficienti o risorse oppure parole o gesti in grado di sfamare, educare alla fede tanta gente: potremmo voler congedare tanta gente. Gesù ragiona a rovescio e dice: voi stessi date loro da mangiare. I discepoli allora presentano cinque pani e due pesci, un dollaro eucaristico. Anche fossero stati 100 o 1000 questi pani o questi dollari eucaristici non sarebbero stati sufficienti. Il punto decisivo è mettere a disposizione e deporre tutto, non il risultato della nostra azione.
Il successo di questo Congresso Eucaristico non dipende dal dollaro eucaristico ma quello era necessario. E allora il terzo passaggio voi stessi date loro da mangiare diventa: date la vostra vita in cibo per loro! Solo quando rovesciamo il nostro modo di pensare la pastorale, in genere l’evangelizzazione, potremo conquistare il mondo intero a Dio. È un fatto innanzitutto spirituale come quello che rende il pane corpo di Cristo sull’altare, sull’altare della Croce.
La pastorale non è un insieme di cose o di attività da fare ma prima di tutto è la consegna di sé, come dice Pietro parafrasando il suo testo: – Non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati ma con il sangue prezioso di Cristo – il sangue prezioso di Mauro, di Esteban, di Lucia, di ciascuno di noi.
La consegna di sé, questo è il punto che può rovesciare anche la prospettiva della evangelizzazione. Il potere sacerdotale ricevuto nel battesimo ci abilita a diventare corpo di Cristo per la vita del mondo. Quindi la condivisione della nostra esistenza e dei nostri beni, spirituali e materiali, porterà la salvezza: Gesù al mondo! Per questo la fraternità sana il mondo, sanerà il mondo. Per questo un dollaro eucaristico è stato indispensabile per realizzare il Congresso eucaristico perché si è moltiplicato per opera dello Spirito Santo operante nel cuore di ogni battezzato che si è messo a disposizione. Per questo un dollaro eucaristico è stato indispensabile per realizzare il Congresso. La Vergine madre è l’esempio più fulgido, più chiaro di una vita, di un cuore e di una vita sacerdotale: Lei ci insegni ad essere uomini e donne eucaristici.
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