Torneremo spesso, per lungo tempo, a verificare il nostro essere cristiani, se la nostra fedeltà al Vangelo trova piena aderenza a quanto, solennemente, Papa Leone XIV ha proclamato nell’omelia tenuta in piazza San Pietro nella messa di inizio pontificato.
«Sulle orme di Pietro: Signore da chi andremo? (Giov. 6, 60-69).
Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16).

Pur comprendendo le difficoltà, Pietro non può trovare un’alternativa a Gesù.
Niente slogan, niente frasi famose, ad effetto, a cui aggrapparsi, da ripetere, ma un continuo rimettere al Centro Cristo, il Suo Vangelo, “scomparendo perché Lui emerga”.
DICHIARAZIONI PROGRAMMATICHE
Le sue omelie di questi giorni possiamo definirle così. Vero progetto di governo.
E subito una dichiarazione di grande umiltà:
“Sono stato scelto senza alcun merito e, con timore e tremore, vengo a voi come un fratello che vuole farsi servo della vostra fede e della vostra gioia”.

Non gli è difficile affermare tutto questo, forte della sua preziosa esperienza missionaria ed episcopale.
Anche noi, abbiamo cominciato a conoscerlo e ad amarlo, sùbito.
“Amore e unità: queste sono le due dimensioni della missione affidata a Pietro da Gesù. Ce lo narra il brano del Vangelo, che ci conduce sul lago di Tiberiade, lo stesso dove Gesù aveva iniziato la missione ricevuta dal Padre: “pescare” l’umanità per salvarla dalle acque del male e della morte”.

E ancora, la realtà che ci circonda: “Vediamo troppa discordia, troppe ferite causate dall’odio, dalla violenza, dai pregiudizi, dalla paura del diverso, da un paradigma economico che sfrutta le risorse della Terra ed emargina i più poveri”.
Preziosi i riferimenti a Sant’Agostino del quale, con la spontaneità che ricopriva quel pizzico di orgoglio con cui comunicò a tutti, da subito, la sua appartenenza, non potevano mancare nell’omelia di avvio del mandato ‘missione papale’.
“Scriveva Sant’Agostino: «Ci hai fatti per te, [Signore,] e il nostro cuore non ha posa finché non riposa in te» (Le Confessioni, 1, 1.1)”.

PASTORE: CON VOI, PER VOI
“Sono un figlio di Sant’Agostino, agostiniano, che ha detto: ‘con voi sono cristiano e per voi vescovo’. In questo senso possiamo tutti camminare insieme verso quella patria che Dio ci ha preparato”.
Riprendendo questa affermazione a tutti, poi, offre l’immagine rassicurante, chiara e ferma di come intende essere pastore: con voi, per voi!

«Pietro deve pascere il gregge senza cedere mai alla tentazione di essere un condottiero solitario o un capo posto al di sopra degli altri, facendosi padrone delle persone a lui affidate (cfr 1Pt 5,3); al contrario, a lui è richiesto di servire la fede dei fratelli, camminando insieme a loro: tutti, infatti, siamo costituiti «pietre vive» (1Pt 2,5), chiamati col nostro Battesimo a costruire l’edificio di Dio nella comunione fraterna, nell’armonia dello Spirito, nella convivenza delle diversità.
E torna Sant’Agostino: «La Chiesa consta di tutti coloro che sono in concordia con i fratelli e che amano il prossimo» (Discorso 359, 9).
Una descrizione puntuale di Chiesa e del mandato di un vescovo: di ciò che un pastore deve essere, ma anche di ciò che i credenti, i battezzati a lui affidati, possono e devono richiedere che sia il loro pastore.

“Ma le sue parole richiamano in senso più generale un impegno irrinunciabile per chiunque nella Chiesa eserciti un ministero di autorità: sparire perché rimanga Cristo, farsi piccolo perché Lui sia conosciuto e glorificato (cfr Gv3,30), spendersi fino in fondo perché a nessuno manchi l’opportunità di conoscerlo e amarlo”.

VESCOVO DIOCESANO IN PERÙ
Oltre a discendere dal modello e dall’insegnamento primario di riferimento: Cristo, il buon Pastore; di Sant’Agostino, vescovo, punto di costante attualità nella Chiesa, certamente riflette l’esperienza, la testimonianza, il servizio reso da Robert Francis Prevost nella sua responsabilità di Vescovo dal 2014 al 2023.
Una bella, lunga, viva esperienza di Vescovo fra i poveri, vissuta alla periferia del mondo, in Perù.
Dal 2001 al 2013 è stato per due mandati Moderatore generale degli Agostiniani, 2.800 confratelli, presenti in tutto il mondo le cui comunità sono state tutte visitate nelle 50 nazioni in cui sono diffuse.
L’Episcopato, lo raggiunge a conclusione del secondo mandato, il 3 novembre 2014.
Riceve l’ordinazione episcopale il 12 dicembre successivo nella cattedrale di Santa Maria a Chiclayo. Nell’agosto del 2015 ottiene formalmente la cittadinanza peruviana.
Il 26 settembre 2015 il pontefice lo nomina vescovo di quella sede. È la sua Diocesi, quella che saluterà la sera della fumata bianca, dal balcone di piazza San Pietro.
Come proprio motto episcopale sceglie la frase latina In Illo uno unum («In Lui unico [Cristo, siamo] uno»), pronunciata da Sant’Agostino nel sermone Esposizione sul salmo 127.
Papa Francesco il 30 gennaio 2023 lo vuole e lo chiama a Roma, dove gli affida la responsabilità di Prefetto del Dicastero per i Vescovi. Questo Dicastero provvede alla nomina e alla cura di tutti i Vescovi del mondo, esclusi quelli missionari affidati al Dicastero per l’Evangelizzazione.

Il 30 settembre 2023 il Papa lo crea Cardinale.
Quasi due anni dopo, l’8 maggio 2025, festa della Beata Vergine Maria del Rosario di Pompei, è eletto Papa: LEONE XIV.


Un papa che “conosce” i vescovi di tutto il mondo, avendo retto il loro Dicastero per due anni, con esperienza pastorale di vescovo (8 anni), conoscitore diretto della condizione della Chiesa di tutto il mondo, grazie ai suoi 12 anni in cui è stato Ministro generale dell’Ordine degli Agostiniani.
IN MISSIONE
Nel 1985 viene inviato nella missione agostiniana in Perù e presta servizio nella diocesi di Chulucanas fino al 1999: 14 anni.
In missione, non per turismo missionario!

UNITÀ E COMUNIONE
“Questo, fratelli e sorelle, vorrei che fosse il nostro primo grande desiderio: una Chiesa unita, segno di unità e di comunione, che diventi fermento per un mondo riconciliato”.

Pronto, come Papa, a fare quanto “a lui è richiesto: servire la fede dei fratelli, camminando insieme con loro”.
“Noi vogliamo dire al mondo, con umiltà e con gioia: guardate a Cristo!
Avvicinatevi a Lui!
Accogliete la sua Parola che illumina e consola
Ascoltate la sua proposta di amore per diventare la sua unica famiglia: nell’unico Cristo noi siamo uno”.
Credo che questi tre verbi:
Avvicinatevi, Accogliete e Ascoltate
sono il cammino che Papa Leone XIV ha voluto indicare per ognuno di noi.
L’EMOZIONE
Non posso concludere queste mie riflessioni, non richiamando quanto abbiamo vissuto intensamente in alcuni momenti particolari delle liturgie o degli eventi presieduti da Papa Leone.

È negli occhi di noi tutti quell’emozione che ha segnato il viso di Papa Leone per alcuni istanti durante il suo saluto al popolo accorso per incontrarlo e abbracciarlo per la prima volta, appena eletto.
Piazza San Pietro, con un fragoroso applauso, lo ha sostenuto, incoraggiato. Ha condiviso quella emozione sgorgata spontanea dal cuore e che si è letta chiaramente sul suo viso e nei suoi occhi.

Nel giorno dell’avvio della missione papale mentre il Cardinale Tagle gli poneva al dito l’anello papale, ancora una volta, il viso di Papa Leone XIV ha trattenuto l’emozione con un respiro profondo e uno sguardo rivolto al cielo.



Quanti abbiamo vissuto con intensità questi momenti particolari, abbiamo condiviso il grande valore simbolico dell’emozione con cui il Papa li ha avvertito.
Abbiamo percepito, condiviso, amato tutta la sua umanità.
“Fratelli, sorelle, questa è l’ora dell’amore!”
È un nuovo inizio!
Scrivi un commento