Mons. Caiazzo alla commemorazione dei defunti: La vita è amore…

In presenza di una numerosa folla di fedeli, di autorità civili e militari, di associazioni d'Arma, parecchi giovani e diversi sacerdoti, mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, arcivescovo di Matera-Irsina e vescovo di Tricarico, ha celebrato la Messa per la commemorazione dei defunti al cimitero nuovo in Via Pantano di Matera.

La commemorazione dei defunti, secondo mons. Caiazzo nell’omelia, resta sempre un appuntamento importante per i cristiani perchè fa memoria dei propri cari ma è soprattutto una manifestazione della propria fede verso Dio. Rispettare i morti non è solo un atto doveroso verso i propri congiunti ma è un celebrare la vita che si conclude con un ritorno a Dio dal quale si nasce nella vita terrena per poi ritornare alla vita eterna.

Il culto della morte non ha significato in sé ma è importante perchè dà senso alla vita che con la morte trova slancio per l’eternità. Quindi dare valore alla vita che Dio ci ha dato, dice mons. Caiazzo, significa anche dare valore agli altri, al prossimo, che dà senso anche alla vita delle comunità.

E qui don Pino diventa esplicito perché se la vita ha un valore, e quella delle comunità o dei bambini ha un valore ancora più grande, allora come si possono tollerare “scelte scellerate” che hanno portato a tutto quello che sta succedendo in Palestina oppure in Ucraina dove l’innocenza subisce e patisce la morte. Tanto più che spesso, o quasi sempre, le opposte fazioni fanno la guerra in nome di Dio, datore di vita e non di morte, e peggio ancora usano il nome di Dio per ammazzare gli altri, e questo è contro la logica della vita. Quindi, bisogna ritrovare il senso della vita.

Ma non si può ritrovare il senso della vita o dell’amore, invece, con la cultura di hallowen di cui si riempie la città il 31 ottobre con ragazzi che si vestono a carnevale e addirittura alcuni, come nell’episodio raccontato da mons. Caiazzo, vestiti come kamikaze con tanto di tute nere, bandane e cinture esplosive intorno al corpo, pronti nella realtà per farsi esplodere. Mons. Caiazzo dice: “Ora capite che questa cultura è una cultura che ci deve interrogare seriamente, perché contro la vita e non educa al valore della vita e non ci fa più stupire di fronte a quella che è la meraviglia della vita stessa”.

Infatti, mons. Caiazzo riferisce: “Un esempio e un modello di cultura della morte che deve farci riflettere, se siamo fratelli non possiamo additarci l’uno verso l’altro. Se siamo fratelli non possiamo conservare l’odio nel nostro cuore, l’odio nel cuore che c’è anche, voglio dire, nei nostri palazzi, che c’è anche nelle nostre case, nelle nostre famiglie, che c’è anche nella chiesa, l’odio non può venire da Dio. L’odio viene dal male e il male ci consuma al punto tale che non ci fa guardare più il bello”.

Nel cimitero si può ritrovare il vero senso della vita come fratelli in Cristo, e se si è fratelli non ci si può odiare e combattere che, invece, chiude gli occhi impedendo di vedere Dio e la vita, sostituendo Dio con l’esercizio dell’odio con la guerra, bisogna invece amarsi.

Nella conclusione l’arcivescovo prega il Signore affinché l’eucarestia nella ricorrenza dei  morti non sia un rito ripetitivo, automatico ma un’occasione di rinnovamento del senso della vita ed un ringraziamento al Signore per il dono della vita.

Omelia di mons. Caiazzo cimitero nuovo Matera 2/11/2023

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Domenico Infante

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