Nel 2022 record dell’export lucano per l’agroalimentare

Importanti ricadute non soltanto occupazionali. Tornano a crescere anche le nascite.

In una regione come la Basilicata, dove automotive, idrocarburi e mobile imbottito sono da sempre le voci prevalenti nell’export regionale, si registra oggi un sorprendente incremento nel settore food. Scrive Luigia Ierace il 22 maggio 2023 su Il Sole24ore che, «il comparto, come rileva l’Istat, è passato da 87 milioni nel 2017 a 212 milioni di euro nel 2022, il valore più alto negli ultimi 30 anni. Al suo interno il 77% è dato dai prodotti alimentari lavorati (aumentati del 327% dal 2017 al 2022; da 38 milioni a 163 milioni nel 2022) e il 56% è attribuibile ai prodotti da forno e farinacei, passati 68 milioni nel 2021 a 118 milioni nel 2022: il 74,3% in più».

Sono risultati che fanno tirare un sospiro di sollievo, in presenza di prospettive ormai non più tanto rosee del settore automobilistico che regista un calo costante dal 2018, tanto più preoccupante se si considerano le incognite legate al passaggio dai motori termici all’elettrico. È facile prevedere che questo processo di transizione energetica porterà a un sensibile calo anche nel settore delle estrazioni petrolifere, la maggiore fonte di ricchezza per la regione.

A trainare il trend positivo dell’agroalimentare lucano è la Ferrero, insediatasi in questo territorio dopo il terremoto del 1980 per contribuire alla rinascita economica delle zone sconvolte dal sisma. Dallo stabilimento di Balvano proviene l’intera produzione dei “Nutella Biscuits”, i biscotti più venduti in Italia, produzione che ha superato di gran lunga anche le più ottimistiche previsioni al momento del lancio del prodotto (oltre 47 milioni di confezioni in un anno rispetto all’obiettivo di 25 milioni) e nonostante le gravi difficoltà incontrate per la pandemia. Ma il valore di questi risultati si vedono appunto nella capacità di stimolare l’export verso i mercati stranieri, non soltanto europei dove si è in presenza di risultati anche maggiori di quelli che si registrano nel mercato interno. Negli USA, per esempio, il movimento dell’export passa dai 3,5 milioni del 2021 ai 7,5 nel 2022.

Per Il Sole 24ore, non sono da trascurare nemmeno le produzioni di aziende di dimensioni minori che, pur imponendosi in settori di nicchia, riescono a raggiungere significativi risultati sui mercati internazionali. È il caso della Di Leo di Matera, anche questa presente sul mercato con prodotti da forno, particolarmente con i savoiardi, utilizzati in tutto il mondo per il tiramisù, un prodotto che fa volare il fatturato aziendale verso i 16 milioni di euro annui. Risultati simili li ottiene La Laurieri Srl, azienda di panificazione nata a Matera negli anni Settanta, tra i fornitori delle maggiori compagnie aeree internazionali, con un fatturato al 2022 di circa 15 milioni, grazie soprattutto alla produzione di un tipico cracker rustico.

Incoraggianti sono ovviamente anche le ricadute a livello occupazionale. E un caso significativo si è registrato sempre a Balvano dove, grazie ai prodotti “Forno di Balvano” la Ferrero ha provveduto ad assumere 150 nuovi lavoratori, portando il totale a 450 unità.

Sebbene già questo sia un grande risultato, il dato più significativo è che a Balvano la stabilità di queste occasioni di lavoro ha incoraggiato le famiglie a incrementare le nascite, con un tasso di natalità del 9,46 per mille contro il 7,13 regionale, in netta controtendenza rispetto al preoccupante fenomeno dell’inverno demografico che affligge pesantemente la regione Basilicata.

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Paolo Tritto

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