Quel miracolo che chiedono i bambini

A Roma in 70mila per la prima Giornata mondiale dei bambini indetta da Papa Francesco.

Indetta da papa Francesco, si è tenuta a Roma il 25 e 26 maggio la World Children’s Day, la prima Giornata mondiale dei bambini. La ragione di questa Giornata l’ha spiegata bene il card. José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la cultura e l’educazione. Nel suo saluto di apertura allo Stadio Olimpico, di fronte a 70mila bambini provenienti da 101 nazioni, il cardinale ha affermato: «Abbiamo bisogno di ascoltare i più piccoli, che continuano a ricordarci verità essenziali apparentemente dimenticate. Per esempio, l’arte dell’amicizia, dell’abbraccio, del perdono, della convivenza fraterna, della gioia semplice, dell’accettazione delle differenze come ricchezza e non come minaccia, della fede vissuta in modo vibrante e naturale».

Ha poi preso la parola Papa Francesco, soprattutto per rispondere alle tante domande poste dai bambini, ma anche per dire del suo desiderio che nasca un movimento di bambini e bambine che vogliono costruire un mondo di pace, dove tutti sentano di essere fratelli, un mondo che si prende cura dell’ambiente e che guarda al futuro. «In voi, bambini, tutto parla di vita e di futuro», ha detto Francesco, «e la Chiesa, che è madre, vi accoglie e vi accompagna con tenerezza e con speranza».

Il Papa ha poi ricordato le tante ingiustizie che opprimono la dignità degli uomini e perfino i bambini: bambini che non hanno da mangiare, gente che non ha lavoro, gente che dorme sulla strada. «Questa è una colpa dell’umanità» ha detto.

Tra le tante domande, un bambino ha chiesto al Papa: «Se tu dovessi fare un miracolo, quale sceglieresti?» Francesco ha espresso il suo desiderio che tutti i bambini abbiano il necessario per vivere, per mangiare, per giocare, per andare a scuola. «Questo è il miracolo che a me piacerebbe fare» ha quindi risposto, «che tutti i bambini siano felici».

Possiamo sperare che i bambini siano felici, che abbiano un futuro, che possano vivere la loro vita, come si augura il Papa? Possiamo sperare questo in un mondo che sembra sempre più stretto nella morsa dell’ingiustizia, delle guerre, delle divisioni? Possiamo sperare in questo miracolo?

Ma «come si fa per amare tutti?» ha chiesto al Papa uno dei bambini. «Dobbiamo incominciare ad amare dal poco» ha risposto, «dai più vicini».

Dobbiamo incominciare dal poco. E quel poco è il destino buono che si desidera per ogni bambino. Anni fa ebbe molto successo una canzone di Yves Duteil che si intitola “Prendre un enfant”. A un sondaggio di una rivista specializzata risultò la più bella canzone francese del XX secolo. «Prendere un bambino per mano» recita la canzone, «per portarlo verso il domani, per dargli fiducia». Bisogna provare, canta Duteil, a prendere un bambino per il cuore, per alleviare le sue pene. Prendere un bambino con amore, prendere un bambino come viene. Prendere un bambino e guardare “verso il fondo della strada”, guardare con tenerezza al suo destino.

«Vivere la propria vita per anni e poi, all’improvviso / Prendere un bambino per la mano / Guardando verso il fondo della strada / Prendere un bambino come proprio».

Papa Francesco, in questa Giornata, ci ha mostrato che basta poco per riscoprire questa tenerezza.

FOTO 25 MAGGIO_CREDIT Andrea Cova per World Children’s Day in Rome

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Paolo Tritto

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