Speciale 8xmille 2022

Non è mai solo una firma.

E’ di più, molto
di più
.

8xmille alla Chiesa cattolica, la firma della solidarietà

Non è mai solo una firma. È di più, molto di più. Questo il claim della nuova campagna di comunicazione 8xmille della Conferenza Episcopale Italiana, che mette in evidenza il significato profondo della firma: un semplice gesto che vale migliaia di opere.

Torna dall’8 maggio la campagna della Conferenza Episcopale Italiana

When you

La campagna, on air dalprossimo 8 maggio, racconta come la Chiesa cattolica, grazie alle firme dei contribuenti riesca ad offrire aiuto, conforto e sostegno ai più fragili con il supporto di centinaia di volontari, sacerdoti, religiosi e religiose. Così un dormitorio, un condominio solidale, un orto sociale diventano molto di più e si traducono luoghi di ascolto e condivisione, in mani tese verso altre mani, in occasioni di riscatto.

Gli spot mettono al centro il valore della firma: un segno che si trasforma in progetti che fanno la differenza per tanti. Dal dormitorio Galgario che, nel centro storico diBergamo, offre ospitalità e conforto ai più fragili, alla Locanda San Francesco, un condominio solidale nel cuore di Reggio Emilia per persone in difficoltà abitativa; dalla Casa d’Accoglienza Madre Teresa di Calcutta, un approdo sicuro, a Foggia, per donne vittime di violenza a Casa Wanda che a Roma offre assistenza e supporto ai malati di Alzheimer e ai loro familiari, passando per la mensa San Carlo di Palermo, a pieno regime anche durante la pandemia per aiutare antiche e nuove povertà. Farsi prossimo con l’agricoltura solidale è, invece, la scommessa di Terra Condivisa, orto solidale di Faenza, che coltiva speranza e inclusione sociale.

L’8xmille consente anche di valorizzare il patrimonio artistico nazionale con preziose opere di restauro come è accaduto a Grottazzolina dove la Chiesa del SS. Sacramento e Rosario, da tempo inagibile,è stata restituita alla cittadinanza continuando a tramandare arte e fede alle generazioni future.

L’obiettivo della campagna 2022 è dare ancora una volta voce alla Chiesa in uscita – afferma il responsabile del Servizio Promozione della CEI Massimo Monzio Compagnoni – motivata da valori che sono quelli del Vangelo: amore, conforto, speranza, accoglienza, annuncio, fede. Gli spot ruotano intorno al ‘valore della firma’ e ai progetti realizzati grazie ad essa. Chi firma è protagonista di un cambiamento, offre sostegno a chi è in difficoltà ed è autore di una scelta solidale, frutto di una decisione consapevole, da rinnovare ogni anno. Dietro ogni progetto le risorse economiche sono state messe a frutto da sacerdoti, suore, operatori e dai tantissimi volontari, spesso il vero motore dei progetti realizzati”.

La campagna, ideata per l’agenzia Another Place da Stefano Maria Palombi che firma anche la regia, sarà pianificata su tv, con spot da 30” e 15”, web, radio, stampa e affissione. Le foto sono di Francesco Zizola.

Sul web e sui social sono previste campagne “ad hoc” per raccontare una Chiesa in prima linea, sempre al servizio del Paese, che si prende cura degli anziani soli, dei giovani in difficoltà, delle famiglie colpite dalla pandemia e dalla crisi economica a cui è necessario restituire speranza e risorse per ripartire.

Su www.8xmille.it sono disponibili anche i filmati di approfondimento sulle singole opere mentre un’intera sezione è dedicata al rendiconto storico della ripartizione 8xmille a livello nazionale e diocesano. Nella sezione “Firmo perché” sono raccolte le testimonianze dei contribuenti sul perché di una scelta consapevole. Non manca la Mappa 8xmille che geolocalizza e documenta con trasparenza quasi 20mila interventi già realizzati.

Sono oltre 8.000 i progetti che, ogni anno, si concretizzano in Italia e nei Paesi più poveri del mondo,secondo tre direttrici fondamentali di spesa: culto e pastorale, sostentamento dei sacerdoti diocesani, carità in Italia e nel Terzo mondo.

La Chiesa chiede ai fedeli ed ai contribuenti italiani di riconfermare con la destinazione dell’8xmille la fiducia e il sostegno alla sua missione per continuare ad assicurare conforto, assistenza e carità grazie ad una firma che si traduce in servizio al prossimo.

Per informazioni e aggiornamenti:

https://www.8xmille.it/
https://www.facebook.com/8xmille.it
https://www.youtube.com/8xmille
https://www.instagram.com/8xmilleit/

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DOSSIER CAMPAGNA 8XMILLE 2022

Progetti ed esperienze dalle varie realtà diocesane

Bergamo: Dormitorio Galgario

Situato in un ex convento del ‘200 parzialmente ristrutturato, il Galgario non è solo un dormitorio: è uno spazio aperto alla cittadinanza, in cui la povertà viene vissuta non soltanto come un’emergenza da risolvere “al riparo da occhi indiscreti” ma come luogo di incontro, di confronto, di scambio e di riflessione aperta.

Realizzata dalla Caritas diocesana di Bergamo la struttura accoglie, nel centro storico della città, uomini senza fissa dimora che ricevono ospitalità, conforto e ascolto. Grazie ad una squadra di 25 volontari e 15 operatori il centro, che dispone di 80 posti letto, è un punto di riferimento per tante persone in difficoltà.

Accogliere gli ultimi, è la nostra missione – spiega Don Roberto Trussardi, direttore della Caritas diocesana di Bergamo – È un lavoro complesso che realizziamo grazie al team di operatori e volontari della Caritas che si prendono cura dei nostri ospiti. Questi vengono inseriti in un percorso di assistenza tramite una prima segnalazione del Centro di ascolto di Caritas Bergamasca e dello Sportello Prossimità del Comune di Bergamo”.

Attivo tutto l’anno, il dormitorio opera a pieno ritmo nei mesi dell’emergenza freddo. È un servizio “di bassa soglia”: alle persone interessate non viene chiesta nessuna disponibilità ad un eventuale percorso di recupero sociale. Successivamente, se il soggetto è disponibile, può essere avviata una specifica progettualità.

Sugli 80 posti, suddivisi in stanze al massimo da 5 letti, ce ne sono 10 sempre liberi per offrire 3 notti in emergenza – aggiunge Don Roberto I nostri volontari svolgono un lavoro prezioso relazionale in sinergia con gli operatori e, durante la notte, si recano, con le Unità di Strada operanti sul territorio, nei quartieri più poveri della città per sottrarre i nostri fratelli in difficoltà da una notte al gelo. Proprio per far fronte a tante storie di disagio ho modificato lo stile d’accoglienza passando da uno a tre mesi.”

La destinazione dell’8xmille alla Chiesa cattolica significa per questa realtà mezzi e porte aperte. Grazie ad un contributo, dal 2019, di 510.000 euro, circa 80 persone vi trovano riparo ogni notte d’inverno e 62 d’estate. Aperto tutti i giorni, dalle 20.00 alle 8.00, il dormitorio è integrato da altri servizi: ambulatorio di presidio sanitario, gestito dalla Croce rossa italiana che visita e fa tamponi agli ospiti 2 sere alla settimana; l’armadio condiviso, che distribuisce scarpe ed indumenti in kit imbustati che possono essere lavati ed asciugati al centro diurno; un magazzino per custodire gli effetti personali e i vestiti degli ospiti; il centro diurno Punto Sosta, definito “l’oratorio dei senza fissa dimora”,dedicato alle persone in situazione di grave marginalità di Bergamo: un servizio ricreativo che offre opportunità relazionali, creative e laboratoriali, aperto ad accesso libero ogni giorno dalle 14.00 alle 17.00 come multi-spazio, che offre una sosta dalla strada, promuove e valorizza le esperienze e il “tempo insieme”. Per tutte le persone che lo frequentano è, innanzitutto, uno luogo di riposo pomeridiano, uno spazio di svago (carte, freccette, biliardino), di preghiera con una stanza dedicata, un luogo di chiacchiere davanti ad un tè caldo e di condivisione di esperienze, di racconti e di vissuti, dove si può cantare insieme e usare il pc/internet, uno spazio di tutti da tenere pulito e in ordine insieme. “È un primo passo per motivare al cambiamento – conclude il direttore – Qui in tanti trovano un sorriso ed una parola di conforto insieme ad uno spuntino che consente, ai senza tetto, di spezzare il ritmo di una giornata per le vie della solitudine”.

Il dormitorio, ristrutturato nel 2018, sarà presto ampliato per offrire risposte concrete alle crescenti richieste. Con l’Ambito territoriale di Bergamo e con il comune di Bergamo, si sta condividendo una progettualità integrata che prevede un aumento dei posti letto; uno sportello di informazione, orientamento al servizio sociale professionale o ai servizi specialistici e presa in carico; lo sportello di consulenza legale e di previdenza sociale; l’orientamento al lavoro; la banca del tempo; un servizio di mediazione linguistico-culturale e corsi di lingua italiana per stranieri.

Solo nel 2021 sono stati accolti 2.120 uomini per un totale di 26.904 notti.

Anche le donne usufruiscono di un progetto di accoglienza, più contenuto nei numeri, che prevede un punto sosta diurno, dalle 10 alle 14, ed un dormitorio notturno con 8 posti letto.

Il Galgario offre, inoltre, un programma, in costante aggiornamento, di eventi ed iniziative aperte a tutti: laboratori, mostre, spettacoli, proiezioni di film e cene condivise.

Fondi 8xmille Chiesa cattolicaI numeri del progetto
510.000 euro dal 201980 posti letto
2.120 persone accolte nel 2021
26.904 notti offerte nel 2021
15 operatori
25 volontari
Aperto 365 giorni l’anno
2 sere a settimana presidio medico con CRI
Una chiesa “ritrovata” grazie alle firme e all’impegno dei parrocchiani

Grottazzolina (FM) – Ricostruzione e restauro del SS. Sacramento e Rosario

Dichiarata inagibile dal 2016, la Chiesa del SS. Sacramento e Rosario di Grottazzolina è stata chiusa per 4 anni a causa di una serie di lesioni profonde che avevano fortemente compromesso la struttura.

Il piccolo paese marchigiano è caratterizzato, con poche moderne eccezioni, dalla muratura in “mattone fermano a faccia vista”, arte in cui erano molto abili i muratori di Grottazzolina e che li ha resi celebri. Questa tecnica, sviluppata tra il XVIII e il XIX secolo, caratterizza le facciate delle case della classe borghese ed i portali delle chiese come la parrocchiale di San Giovanni Battista e la chiesa del SS. Sacramento e del Rosario.

Quest’ultima, eretta nella seconda metà del ‘700 dalle due confraternite a cui è intitolata, dalla semplice pianta rettangolare absidata, presenta una tradizionale facciata a cortina di mattoni, organizzata con coppie di paraste su due ordini sovrapposti. Sei alte finestre consentono alla luce di inondare l’interno, compiutamente e armonicamente decorato nel secondo ‘800 da Luigi Fontana. Viene così valorizzato ogni dettaglio, cromatico e plastico, stabilito dall’artista nell’unitarietà dello spazio. Un gioiello architettonico, nel cuore del borgo, che rappresenta il riferimento principale per il culto.

Dopo quattro anni di chiusura, finalmente, nel 2020 grazie all’8xmille alla Chiesa cattolica – spiega la dott.ssa Alma Monelli, incaricato della Diocesi di Fermo per i beni culturali– abbiamo potuto avviare i lavori di restauro che, in meno di un anno dal dicembre 2020 al settembre 2021, ci hanno permesso di riappropriarci della nostra splendida chiesa, espressione della memoria storica del nostro paese”.

L’intervento, principalmente strutturale, ha previsto il rifacimento totale della copertura ed il consolidamento di camorcanna e strutture murarie; il restauro ha rappresentato anche l’occasione per adeguare gli impianti e intervenire sulla ricca superficie pittorica e decorativa.

Grazie a 411mila euro provenienti dalle firme degli italiani, ai quali si sono affiancati l’impegno finanziario locale e la generosità della comunità, la chiesa è stata restituita in tempi brevi alla cittadina ed ai fedeli.

L’opera di restauro è stata dettata da esigenze improrogabili di sicurezza conclude la dott.ssa Monelli – l’urgenza dell’intervento è stata sottoposta all’attenzione del nostro Arcivescovo Mons. Rocco Pennacchio che non ha esitato a sostenere la richiesta dei fondi 8xmille che, tuttavia, pur costituendo un contributo prezioso, coprono fino al massimo del 70% dei costi di consolidamento e restauro. Era necessario reperire altri fondi, 280.000 euro: la sensibilità, la generosità della comunità tutta sono state determinanti. L’importo era ed è considerevole in relazione al numero contenuto di abitanti della cittadina, solo 3.380. Con impegno notevole, le famiglie hanno liberalmente contribuito e, grazie anche al sostegno di piccole e medie attività artigianali e industriali del territorio, sarà possibile (non è ancora stato tutto saldato) onorare tutti gli impegni economici assunti”.

Uno sforzo collettivo, una sinergia tra le diverse realtà del paese, ha consentito di recuperare un patrimonio unico continuando a tramandare arte e fede alle generazioni future.

Fondi 8xmille Chiesa cattolicaI numeri del progetto
411.000 euro
Consacrata nel 1803
1834 giorni di chiusura
3380 Abitanti
60 bambini che frequentano il catechismo
14 interventi in corso in diocesi
10 mesi impiegati per il restauro
280.000 euro contributo comunità
Un condominio solidale per persone in difficoltà abitativa.

Reggio Emilia – Locanda San Francesco

Un Museo trasformato in una casa d’accoglienza: questo il progetto realizzato dalla Comunità dei Frati Cappuccini per ospitare persone in emergenza abitativa. Al posto delle sale espositive dieci confortevoli alloggi, per un totale di 30 posti letto, accolgono famiglie intere mentre i singoli sono ospitati in camere con bagno con l’uso della cucina condivisa. Tutti gli ospiti sono alla ricerca di una soluzione temporanea, in attesa di riprendere in mano la propria vita.

Situata nel centro di Reggio, in via Ferrari Bonini, la locanda San Francesco, gestita dalla Caritas reggiana, ospita in modo stabile una famiglia che garantisce una presenza continuativa ed è punto di riferimento per gli altri che abitano questo condominio solidale mentre Giulia, Miryam e Laura sono tre ragazze che hanno deciso di abitare in uno degli appartamenti e vivere in comunità come compagne di “viaggio” e di vita delle persone che sono accolte all’interno della casa. La Locanda è un luogo nel quale non si vive la delega dell’assistenza a qualcun altro, ma dove si sperimentano l’ascolto e l’aiuto reciproco. Una sala da pranzo comune, luoghi per la preghiera, spazi condivisi permettono di costruire relazioni, confrontarsi e trascorrere insieme il tempo libero. Un operatore, inoltre, è presente tutto il giorno per qualsiasi necessità.

La locanda vuole essere luogo di ristoro per chi vive ai margini e nelle periferie esistenziali della storia – spiega Isacco Rinaldi, direttore della Caritas Reggiana– Da cinque anni ospitiamo tante famiglie rovinate dal gioco d’azzardo legalizzato con le macchinette dei bar, nuclei sfrattati per non essere più in grado di pagare un affitto o un mutuo per la perdita del lavoro, aggravata dall’emergenza Covid, e molte donne desiderose di mettersi alle spalle una passato segnato dalla prostituzione. Purtroppo sono situazioni in crescita, anche a seguito delle pesanti conseguenze economiche dovute alla pandemia, le persone che si rivolgono ai nostri centri d’ascolto, senza più riporre speranza nella propria vita e nel futuro. Offrire loro un luogo accogliente è un modo per farli sentire a casa, per rialzarsi e rimettersi in piedi dopo un brutto incidente di percorso. Entrando in casa non c’è distinzione tra chi accoglie e chi è accolto”.

Inaugurata in occasione della prima Giornata mondiale dei Poveri voluta da Papa Francesco, il 19 novembre 2017, la “Locanda San Francesco” non a caso è stata intitolata al Santo. Sicuramente perché inserita nel contesto della comunità francescana reggiana, ma anche e soprattutto perché il suo stile di povertà diventi quello di chi vive la casa, per un periodo lungo o solo per qualche giorno.

Prima di iniziare i lavori, si è costituito un gruppo di riflessione –conclude il direttore– per capire come iniziare quest’opera di cohousing sociale nel miglior modo possibile, coinvolgendo la città e le parrocchie del centro storico. Alla Locanda mettiamo al centro le esigenze dei singoli e la progettazione viene costruita insieme alla famiglia. Chiediamo agli ospiti di essere soggetti del loro percorso e di impegnarsi anche a servizio della collettività. Molti una volta reinseriti nella società continuano a sentirsi legati alla locanda e si trasformano da assistiti in volontari”.

La struttura è un luogo di accoglienza per persone e famiglie in difficoltà, che hanno già iniziato un percorso con Caritas, e rappresenta un invito per le comunità parrocchiali a farsi carico di chi è nel bisogno e a occuparsi delle cure necessarie alla ripartenza. Il tempo di permanenza presso la Locanda varia da tre mesi a un anno circa.

Fondi 8xmille Chiesa cattolicaI numeri del progetto
50.000 euro per la gestione 2021
Aperta dal 2017
2 operatori
10 volontari
30 posti letto
10 appartamenti
58 persone accolte di cui 25 minori
Tempo di permanenza variabile da 3 mesi ad un anno
Un approdo sicuro per donne vittime di violenza

Foggia– Casa d’accoglienza Madre Teresa di Calcutta

Quest’anno la campagna 8xmille fa tappa a Foggia per raccontare la realtà della Casa di accoglienza Madre Teresa di Calcutta,un porto sicuro per donne vittime di abusi, costrette a vivere in strada per sfuggire a uomini violenti e sfruttatori.

Ubicata presso la parrocchia di San Salvatore e ristrutturata con fondi 8xmille alla Chiesa cattolica per 30 mila euro, la struttura accoglie quattro giovani mamme nigeriane con i loro bimbi. Come Loveth, che si è presentata presso la casa quando era incinta di 6 mesi del suo bambino, perché aveva sentito parlare delle attenzioni e degli aiuti che la Caritas di Foggia da sempre rivolge ai ragazzi stranieri. Oggi il piccolo Alessandro ha un anno ed è stato battezzato da Don Carmelo, il nuovo parroco della parrocchia di San Salvatore. Quando è arrivata Loveth, ha raccontato una storia di violenza: il compagno, anch’egli nigeriano, la costringeva a prostituirsi ma, una volta rimasta incinta, per amore di se stessa e della creatura che portava in grembo, ha deciso di uscire dal giro della prostituzione, allontanandosi dall’uomo. La ragazza, che in poco meno di un anno ha imparato l’italiano, seguirà a breve un corso da aiuto cuoca che prevede un successivo inserimento presso uno dei ristoranti in contatto con la Caritas di Foggia.

Sono storie di coraggio e di riscatto di giovani donne arrivate in Italia con il miraggio di un lavoro e finite nelle mani di sfruttatori senza scrupoli. Il nostro progetto è partito nel 2016 con l’obiettivo di intercettare quante non denunciano gli abusi, per minacce, difficoltà economiche o culturali spiega Giuseppina Di Girolamo, direttore della Caritas Foggia Bovino con l’intento di metterle in salvo in un’abitazione protetta. In sei anni abbiamo accolto 75 donne con 16 minori, grazie al supporto del nostro team composto da 13 persone, tra volontarie ed operatori”.

Dopo un colloquio con il Centro Ascolto è stato offerto loro un piccolo alloggio, autogestito, nella struttura coordinata dalla Caritas. Qui le giovani donne vengono aiutate a reinserirsi nella società e nel mondo lavorativo e riacquistano la speranza in un futuro migliore. La Casa è il luogo ideale dove poter crescere in sicurezza il proprio bambino; la permanenza è garantita anche per periodi lunghi, fino a quando la giovane mamma non sarà ben integrata nella società.

È un’iniziativa a cui teniamo molto – conclude il direttore della Caritasperché è uno spazio pieno di vita e, quindi, di speranza.Alcune ragazze hanno partorito durante l’accoglienza, altre, dopo aver superato la fase critica iniziale, hanno trovato un’occupazione che ha consentito loro di iniziare un percorso di autonomia. La Chiesa diocesana cammina vicino a queste donne, che meritano una nuova vita.”

La struttura è coordinata da otto operatori coadiuvati da cinque giovani del servizio civile che insegnano l’italiano ai bambini e li intrattengono con attività didattiche e ludico-ricreative. Anche le mamme sono sostenute dalle volontarie che si occupano, insieme alla responsabile del progetto, di istruirle e di coinvolgerle nella gestione della casa per tenere puliti ed in ordine tutti gli ambienti.

Grazie alle firme per l’8xmille alla Chiesa cattolica è stato possibile apportare sostanziali migliorie alla Casa come la ritinteggiatura completa delle stanze, l’acquisto di mobili, elettrodomestici e biancheria. È stato possibile, inoltre, sollevare economicamente la parrocchia di San Salvatore dalle spese di gestione che, in precedenza, erano interamente a suo carico.

Fondi 8xmille Chiesa cattolicaI numeri del progetto
30.000 euro per la ristrutturazione
Aperta dal 2016
8 operatori
5 Volontari
75 donne accolte dall’apertura
16 bambini ospitati dal 2017
4 mamme con bimbi ospitate nel 2022

Farsi prossimo con l’agricoltura solidale

Faenza – Terra condivisa

A pochi chilometri da Faenza, nel cuore delle colline di Castel Raniero, si trova Terra condivisa, un orto dove si coltivano soluzioni all’emarginazione e alla disoccupazione. È un progetto di agricoltura sociale, promosso dalla Caritas di Faenza Modigliana, destinato a persone svantaggiate, con l’obiettivo di fornire competenze utili per il lavoro agricolo e per l’inserimento in una nuova dimensione relazionale.

Terra, lavoro e persone sono i cardini di questo progetto: tramite unaformazione retribuita e imparando il mestiere del contadino nell’orto di ‘Terra Condivisa’ a Castel Raniero,spiega Erica Squarotti, referente per il progetto -, accompagniamo persone inoccupate e con situazione di svantaggio sociale in un percorso di autonomia, così che, una volta acquisite competenze spendibili nel mercato del lavoro, sia facilitato il loro inserimento nel tessuto produttivo locale. Qui si impara ad essere responsabili e ad aver fiducia nell’altro. Stare insieme diventa un’occasione di confronto e di crescita, di scambio di idee e di ricerca di soluzioni, come in una famiglia. Una breve sezione teorica ed una più ampia parte pratica vanno nella direzione del raggiungimento dell’obiettivo, secondo un modello volto a favorire l’indipendenza e la responsabilizzazione”.

Al centro del tirocinio formativo figurano tematiche specifiche come sicurezza, orticoltura, raccolta e potatura senza trascurare la pratica della lingua italiana e la comprensione delle dinamiche legate all’impiego, affrontate nell’ottica di aumentare le future opportunità lavorative dei partecipanti.

Sostenuto nel primo triennio, dal 2019 al 2021, con 225.000 euro provenienti dai fondi 8xmille alla Chiesa cattolica, questo progetto di agricoltura solidale coniuga la formazione e il recupero delle tradizioni contadine. Questo avviene grazie ad un percorso sul “campo” assicurato dal coinvolgimento di ortolani esperti che condividono il proprio “sapere contadino” con la forza lavoro composta inizialmente da richiedenti asilo, ospitati sul territorio, ed ora da persone in fragilità socio-economica, con lievi disabilità e disoccupati che chiedono aiuto alla Caritas e ai servizi sociali.

Terra Condivisa significa condividere i frutti della Terra abitandola insiemeaggiunge Chiara Resta, operatrice del progetto – Se non ci fosse stata la possibilità di accedere ai fondi 8xmille sarebbe stato impossibile avviare il progetto. Gli elementi chiave della buona riuscita sono la promozione e la creazione di una rete nel territorio finalizzata al suo supporto, così come lo sviluppo del ruolo del volontariato in un’ottica di protagonismo”.

Filiera corta e produzione a chilometro zero sono i tratti distintivi dell’orto, realizzato dall’Organizzazione di volontariato Farsi Prossimo, con una lunga esperienza nel campo dell’accoglienza, e fortemente voluto dalla Caritas diocesana di Faenza Modigliana. Su un ettaro di terreno viene coltivata una ricca varietà di ortaggi e verdure mentre un’area è dedicata alla produzione di cachi. Il fiore all’occhiello sono le fragole con una produzione annua che si attesta sui 1000 chili.

I prodotti della terra, lavorati nel rispetto della natura, sono venduti ai privati e ad alcuni ristoranti della zona mentre le eccedenze vengono recuperate attraverso le mense Caritas o la distribuzione di alimenti.

Sono circa 90 i clienti che prenotano mensilmente una cassetta di verdure con le primizie di stagione.

Nonostante le difficoltà legate alla pandemia, le attività dell’orto non si sono mai fermate. Gli operatori e gli esperti ortolani periodicamente aprono i cancelli ai visitatori, nel rispetto delle misure anti Covid, per far conoscere l’orto, i suoi prodotti e la cultura della solidarietà e inclusione sottostante, mentre giovani animatrici si occupano di organizzare laboratori per i più piccoli coinvolgendoli in attività manuali legate alla coltivazione.

Un progetto articolato, dunque, reso possibile anche da un team di volontari che assicurano le competenze professionali necessarie.

Fondi 8xmille Chiesa cattolicaI numeri del progetto
225.000 euro (triennio 2019-2021)
Aperta dal 2019
18 beneficiari
29 volontari
335 clienti sostenitori
19 enti no profit sostenitori
39 tipologie di ortaggi
90 cassette di verdure prodotte ogni mese
Un centro diurno nella Capitale dove si cura il buio dell’Alzheimer.

Roma – Casa Wanda

In Italia sono un milione e 400 mila le persone che vivono con la demenza, di cui 38.000 nel Lazio. Tra questi il 45% è affetto dalla forma più nota e grave: l’Alzheimer. L’incidenza è in costante aumento e, purtroppo, non coinvolge soltanto gli anziani.

Per affrontare e curare la malattia la conoscenza è fondamentale, non solo per le persone ammalate ed i loro familiari, ma per tutta la comunità che deve farsi carico nel suo insieme di queste problematiche.

Lo sanno bene a Casa Wanda, centro di sollievo per malati di Alzheimer situato nel cuore di Villa Glori a Roma presso il complesso dell’ex Colonia Marchiafava e ristrutturato grazie alla donazione della Fondazione Wanda, da sempre impegnata ad aiutare e assistere anziani fragili e soli.  Promossa dalla Caritas di Roma e finanziata con i fondi Cei 8xmille, la struttura accoglie gratuitamente fino a 20 persone al giorno. Qui gli ospiti si ritrovano in un luogo accogliente e stimolante, insieme con i propri familiari. Ambienti interni sicuri e spazi esterni progettati con cura favoriscono una corretta stimolazione mentale e fisica grazie anche a laboratori e attività creative coordinate da personale specializzato.

Casa Wanda si è affermato come centro dedicato ai malati di Alzheimer gravi, – spiega Salvatore Grammatico, responsabile del centro Con la nostra equipe di professionisti offriamo ascolto e supporto psicologico a chi presenta un declino cognitivo, ai loro familiari e ai caregivers. Ci preoccupiamo, tramite diverse tecniche, di stimolare la memoria del corpo per far riaffiorare il potenziale dell’essere umano in qualunque condizione, anche di disagio estremo.

È di estrema importanza sostenere non solo il malato ma anche la famiglia, disorientata, soprattutto nella fase iniziale, dall’infausta diagnosi. Per loro è attivo uno sportello di supporto psicologico per orientarli nella migliore gestione del malato.

Accettare che i propri cari si aggravino fino a smettere di riconoscere i propri familiari non è facile; bisogna capire che si smette di comunicare con le parole aggiunge Grammatico – Qui le famiglie sanno di poter trovare un aiuto concreto per elaborare il lutto dell’Alzheimer e accettare che il proprio caro non è più la persona di una volta. Cerchiamo di fare la differenza e di strappare un sorriso, un momento di gioia ai nostri ospiti che, alla fine, diventano parte della tua famiglia “.

In cinque anni, grazie al prezioso contributo dell’8xmille alla Chiesa cattolica, il centro romano ha fatto la differenza per tanti. Sono state accolte più di 60 persone, con percorsi di recupero personalizzati,e sono stati garantiti 300 giorni di apertura all’anno, 750 consulenze medico-geriatriche, osteopatiche e psicologiche, 528 ore annue di laboratori di musico-danza terapia, arte terapia, stimolazione cognitiva, eventi speciali. Numeri di grande rilievo per una struttura che èdiventata, rapidamente, un importante punto di riferimento per i malati della Capitale dove le famiglie degli anziani soli o colpiti dal morbo ricevono un aiuto prezioso nell’assistenza quotidiana.

Anche durante la fase più acuta della pandemia il centro non si è mai fermato ed ha continuato a garantire un assistenza da remoto attraverso le ‘pillole’, video monotematici realizzati dagli specialisti della Casa, condivisi quotidianamente tramite chat costituite su WhatsApp. Un modo per continuare ad essere vicini, attraverso piccole attività e consigli da svolgere a casa per continuare a stimolare i pazienti e sostenere le loro famiglie nella gestione quotidiana.

Fondi 8xmille Chiesa cattolicaI numeri del progetto
200.000 euro (triennio 2017-2020)
Aperta dal 2017
300 giorni di apertura all’anno
60 persone accolte
6 professionisti dell’equipe medica
750 consulenze mediche all’anno
528 ore di laboratori ogni anno
48 ore all’anno per incontri di sostegno alle famiglie
Quarantamila pasti caldi in un anno, la tavola diocesana serve la città

Palermo – Mensa diocesana San Carlo

Destinata a chi è in povertà estrema, per la maggior parte disoccupati, migranti, senza fissa dimora, in continuo aumento anche a Palermo, la Mensa San Carlo, nel cuore del centro storico,è una mano tesa rivolta a quanti sono a rischio di esclusione sociale.

Opera segno della Caritas diocesana di Palermo, attiva dal 2004, è aperta 365 giorni all’anno, anche a Pasqua e ad agosto, grazie ad una squadra di volontari.

In un ambiente familiare, gli operatori condividono con gioia alcuni momenti della giornata con gli ospiti: un aiuto gratuito che non si concretizza solo nella preparazione di un pasto caldo, ma anche nel reinserimento della persona nel contesto sociale, con una rinnovata dignità.

Accanto ai volontari, la ‘macchina’ della Caritas diocesana che organizza l’accesso, autorizzato da un apposito centro d’ascolto per valutare le reali esigenze e necessità dei richiedenti, ai quali viene rilasciato un tesserino personale. Il colloquio è motivato dalla necessità non solo di rilevare e discernere i bisogni ma anche di garantire una relazione che non si limiti al solo momento del pasto. Dopo alcuni mesi gli assistiti vengono ascoltati nuovamente per una rivalutazione.

Oltre alla mensa è attiva la consegna di aiuti e pasti a domicilio a disposizione dei più vulnerabili e degli anziani soli. Dalle firme, nel quinquennio 2015-21, sono arrivati 644 mila euro che hanno permesso di offrire un servizio stabile di mensa sociale con un regime ottimale di funzionamento che si attesta sui 110 pasti giornalieri.

I fondi 8xmille rappresentano la risorsa fondamentale che ha permesso di avviare la struttura nel 2004 – spiega il vice direttore Caritas Don Sergio Ciresi – e che consente di fare fronte alla gestione quotidiana. L’8xmille è fondamentale perché non è solo una firma; dietro quel gesto ci sono storie, c’è un sostegno, una presa in carico, un accompagnamento. È importante avere cura di quest’azione del cittadino grazie alla quale si possono mettere in atto una serie di attività e servizi. È un contributo che ci permette di sviluppare anche laboratori, come quello di musica e di pittura, e un servizio di prossimità attraverso attività di animazione”.

Dalla mensa alla scoperta della città e dei luoghi storici dove i senza tetto spesso stazionano per giorni o mesi.

Sta partendo in questi giorni un nuovo progetto di valorizzazione che, grazie al supporto dei nostri volontari, aggiunge Don Ciresi- intende coinvolgere i nostri ospiti con visite guidate ad hoc. Siamo partiti da una considerazione semplice, far scoprire ai senza dimora le bellezze dei luoghi dove si fermano per la loro sopravvivenza. Pensiamo che sia giusto far conoscere loro cosa c’è dietro il cancello di un teatro o un museo che è stato per molto tempo la loro casa.”

Palermo parla di sé con gli oltre 40mila pasti caldi serviti in un anno, 7 mila famiglie seguite dalla rete Caritas e dalle associazioni per un totale di circa 22mila persone.  Numeri che, dopo una prima fase di pandemia, sono lievitati a 15mila famiglie e 45.500 persone (tre quarti in città e il resto nelle zone limitrofe). 

La crisi del Covid ha comportato pesanti ripercussioni nella nostra città. Sono migliaia le persone che hanno dovuto affrontare molte difficoltà – aggiunge Don Ciresi – dovute al reddito insufficiente o alla disoccupazione, a problemi abitativi, familiari, di salute o legati al loro status di migranti.  In quel periodo molti ‘nuovi poveri’ hanno bussato alla nostra porta, persone che non avevano mai avuto bisogno di una mano si sono rivolte a noi per un sostegno. Anche nel pieno del lockdown siamo rimasti sempre aperti, unica mensa a Palermo, garantendo, grazie alla nostra squadra di circa 500 volontari, la distribuzione di cestini da asporto”.

La Mensa è il luogo ideale per raggiungere gli ultimi, anche con il Polo diurno e notturno che ospita 24 persone, accolte con un piano individualizzato di reinserimento sociale, la raccolta e redistribuzione di viveri, il servizio docce e lavanderia. Inoltre, l’Unità mobile offre un servizio di pronto intervento su strada ai senza fissa dimora con la consegna di pasti caldi, acqua e materiale igienico-sanitario. Tutti i servizi forniti agli utenti sono completamente gratuiti.

Fondi 8xmille Chiesa cattolicaI numeri del progetto
644.000 euro (2015-2021)
Aperta dal 2004


365 giorni di apertura nell’anno
40.000 pasti serviti in un anno
110 pasti distribuiti ogni giorno
500 volontari coinvolti squadra Caritas
13.000 persone aiutate durante il lockdown
24 ospiti accolti al Polo diurno e notturno


Dalla diocesi di Matera-Irsina

CiBus, un progetto di economia circolare di fraternità

“Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvarlo? Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date loro il necessario per il corpo, che giova? Così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa”. (Gm 2:14-26)

di Domenico Infante

Nel predetto brano, Giacomo parla della differenza tra una fede vera, quella che salva, e una fede morta, che non può salvare; ed è un’affermazione che vale per tutti i credenti. Ciascun credente, in base al proprio ruolo nella società, alle proprie risorse e carismi, considera “le opere” in maniera diversa. Ma le opere a chi portano i maggiori benefici, a chi ne riceve i frutti oppure a chi le realizza? Ovviamente tante sono le risposte ma ciò che muove le persone e i gruppi è sempre una sola: l’amore verso Dio e il prossimo.

Quindi, l’insegnamento che scaturisce dalle parole di Giacomo si rivolge al cuore dei credenti, alla disponibilità degli uomini buoni, a quelli che hanno carisma, che hanno le possibilità materiali, morali e organizzative, a quelli che possono fare qualcosa per chi è nel bisogno. Le opere di carità più grandi, ovviamente, sono quelle che provengono dalle organizzazioni che aiutano i poveri, i bisognosi, i fragili, chi attraversa difficoltà perché disoccupato, chi è solo ed è disadattato.

E qui vale la pena citare un’opera di grande valore caritativa e sociale che è stata realizzata a Matera prima con il supporto di varie associazioni e successivamente sostenuta con un finanziamento decisivo dei fondi dell’8xmille. Trattasi del Progetto CiBus (ritiro di cibo fresco di giornata risultato in eccedenza nei bar, panifici, negozi di frutta) che ha preso il suo avvio nel 2015 con la collaborazione di diverse associazioni (Cittadini Solidali, la Caritas diocesana di Matera-Irsina, l’Associazione don Giovanni Mele Onlus, Volontariato Materano, Joven, Gruppi di Volontariato Vincenziano). “Il primo anno abbiamo utilizzato le risorse del 5×1000 dell’associazione “Cittadini Solidali” e successivamente l’8×1000 della Caritas diocesana di Matera-Irsina. Fondi che hanno ridato ossigeno al progetto e permesso il suo prosieguo”, sostiene la presidente dell’associazione Cittadini Solidali, che gestisce il Progetto CiBus, Pina Giordano.

La Rete CiBus iniziava la sua attività con lo scopo di raccogliere cibo rifornendo solo le mense dei poveri. Ma le esigenze di consumo aumentavano e per fortuna anche i donatori per cui era necessario avere più risorse economiche, attrezzarsi ulteriormente con mezzi e volontari, come dotarsi di un furgone frigo . Ed ecco, quindi, sorge la necessità di ulteriori aiuti pena il non poter più assolvere adeguatamente ad un servizio ben organizzato sia dal lato della raccolta e che da quello del rifornimento dei luoghi di consumo. Mentre all’inizio si raccoglieva il cibo che proveniva solo dalle chiamate spontanee degli esercenti disponibili a cedere merce, successivamente è stato necessario contare su quantitativi certi in maniera da poter fare un calendario per le consegne mettendo in condizione le mense di organizzare le loro cucine e i pasti giornalieri in base alle consegne previste.

E siamo all’aiuto concreto ottenuto dai fondi dell’8xmille attraverso un Progetto di un’opera segno della Caritas diocesana di Matera-Irsina che ha consentito di attivare nel settembre del 2019, nei locali del Villaggio del Fanciullo dei Padri Rogazionisti a Matera, la “Dispensa Cibus” per il recupero di ogni tipo di eccedenza alimentare.

Il progetto CiBus può contare su una quindicina di volontari fissi che garantiscono il servizio giornaliero ed una sessantina di esercenti che donano le eccedenze. Questi derrate alimentari vanno ad alimentare la Mensa “Don Giovanni Mele”, la Mensa del Centro di accoglienza “Don Tonino Bello” ed in alcuni giorni prestabiliti, a turno, i centri di ascolto parrocchiali e il centro socio-educativo delle Vincenziane.

La presidente dell’associazione “Cittadini Solidali” che gestisce il Progetto, Pina Giordano, ci ha fornito una serie di dati che dimostrano l’importanza dell’attività svolta dai volontari del CiBus e l’effetto che l’iniziativa ha prodotto sul territorio coinvolgendo un numero sempre crescente di esercenti desiderosi di dare una mano alle persone in difficoltà. Infatti, Pina Giordano sostiene che: “La ricaduta del progetto nella comunità è positiva poiché la sensibilizzazione al recupero delle eccedenze del cibo ha generato un cambiamento, non solo istituzionale, ma anche dello stile di vita dei singoli e delle famiglie”.

Le modalità operative di distribuzione si sono evolute negli anni dall’inizio di questa meravigliosa esperienza in un modello virtuoso di economia circolare esportato anche in altre realtà fuori regione, tanto che per il 2021 il progetto ha ottenuto un prezioso riconoscimento sia dalla Regione Basilicata che dal Ministero dell’Agricoltura. I volontari del Cibus in 6 anni (dal 2016 al 2021) non solo hanno “salvato” circa 1.500 quintali di cibodalla spazzatura ma hanno rimesso in circolo quasi 360.000 euro cioè il valore di quel cibo diventato risorsa preziosa. Nell’anno 2021, nonostante i primi due anni di pandemia, i livelli di raccolta di cibo si sono mantenuti alti con 330 quintali pari ad un valore di 220.000 euro.

Infine, si sta valutando, con l’inizio del nuovo anno scolastico, di estendere la raccolta dei piatti pronti e sigillati in eccedenza dalle mense scolastiche della città al fine di evitare un enorme sperpero e destinare a persone bisognose un cibo fresco e genuino.

Non è mai solo una firma. È di più, molto di più. Questo il claim della nuova campagna di comunicazione 8xmille della Conferenza Episcopale Italiana, che mette in evidenza il significato profondo della firma: un semplice gesto che vale migliaia di opere.

Sono oltre 8.000 i progetti che, ogni anno, si concretizzano in Italia e nei Paesi più poveri del mondo,secondo tre direttrici fondamentali di spesa: culto e pastorale, sostentamento dei sacerdoti diocesani, carità in Italia e nel Terzo mondo.

La Chiesa chiede ai fedeli ed ai contribuenti italiani di riconfermare con la destinazione dell’8xmille la fiducia e il sostegno alla sua missione per continuare ad assicurare conforto, assistenza e carità grazie ad una firma che si traduce in servizio al prossimo.

Torna a splendere la cattedrale di Matera, anche grazie all’8xmille

Di Domenico Infante

“La cattedrale, cuore della vita liturgica, è il luogo dove il Vescovo, successore degli Apostoli, esercita la sua autorevole funzione di insegnamento, dove si rende visibile la comunione, la fraternità e l’unità della Chiesa e dove i fedeli percepiscono che la loro Chiesa locale è strettamente unita a quella universale e a quella apostolica”. (Card. Pietro Parolin 5-3-2016)

La cattedrale di Matera, gioiello dello stile romanico costruita tra il 1230 e il 1270, il 5 marzo 2016 è stata riaperta al culto dopo 13 anni di restauri. Era stata chiusa a causa di alcuni crolli avvenuti prima nel 2003 e successivamente nel luglio del 2006, dopo i festeggiamenti in onore della Madonna della Bruna. E’ stato proprio il segretario di Stato del Vaticano, il Cardinale Pietro Parolin ad aprire la Porta della Misericordia della Cattedrale e successivamente a presiedere il rito della dedicazione del nuovo altare e la celebrazione eucaristica.

Durante la chiusura della cattedrale la popolazione materana ha sofferto molto, intanto perché era privata dell’utilizzo della chiesa Madre, poi perché la cattedrale di Matera è il centro pulsante delle principali manifestazioni realizzate in occasione della Festa di Maria SS della Bruna che si celebra da oltre 600 anni.

Si poneva quindi il problema del ripristino dell’uso del sacro tempio in tempi non storici di una chiesa importante perché cattedra del Pastore di quella comunità ma strategica per l’esercizio della vita pastorale diocesana.

Ed ecco, quindi, dopo le verifiche di rito in tali circostanze, avvenute in entrambi gli eventi, le istituzioni ecclesiastiche diocesane, in primis, e quelle amministrative del territorio si sono poste il problema del reperimento dei fondi e dell’apprestamento dei ripristini. Ai più è noto che questioni di questo genere non sono di facile soluzione intanto perché la burocrazia, che svolge il ruolo principale, è sempre molto lenta poi perché al primo crollo e alle prime determinazioni si è aggiunto l’altro crollo che ha fatto ripensare le soluzioni in maniera più radicale sia sotto il punto di vista della sicurezza delle persone ma anche per la valutazione di apportare alla cattedrale quelle opportune modifiche al fine di un adeguamento alle norme liturgiche varate col Concilio Vaticano II.

Infatti, la relazione tecnica progettuale riportava nel suo corpo che “Durante le operazioni di scavo nell’area presbiteriale, sono emerse alcune lastre dell’antica pavimentazione che rivelano la quota originaria del presbiterio e sono emersi i gradini del precedente altare (XVII secolo) con alzate decorate”. Questi disvelamenti convinsero tecnici e istituzioni di approfondire la situazione variando la soluzione progettuale individuata dopo il primo crollo. Si arrivò, quindi ad altre determinazioni per cui si legge nella seconda relazione progettuale: “La opportunità, a distanza di circa mezzo secolo, di adeguare strutturalmente il presbiterio ai dettami del Concilio Ecumenico Vaticano II e l’esigenza di ricavare spazio per le solenni celebrazioni, sono alla base delle modifiche all’impianto liturgico. La presente variante, inoltre, mira a conservare i ritrovamenti di cui in premessa”.

Da tutto ciò premesso, si capisce che l’intervento acquistò una dimensione quantitativa e quindi anche di finanziamento di un certo livello per cui si decise di intervenire con una quota finanziaria molto congrua da parte delle istituzioni dello Stato a carico del Po Fesr di 3,250 mln ed una quota minoritaria con 250 mila euro a carico dell’Arcidiocesi di Matera-Irsina, reperiti attraverso i fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica.

Il restauro radicale della cattedrale di Matera è solo un esempio dell’8xmille che Non è mai solo una firma. È di più, molto di più. Questo il claim della nuova campagna di comunicazione 8xmille della Conferenza Episcopale Italiana, che mette in evidenza il significato profondo della firma: un semplice gesto che vale migliaia di opere.

Migliaia sono i progetti che, ogni anno, si concretizzano in Italia e nei Paesi più poveri del mondo, secondo alcune direttrici fondamentali di spesa: culto e pastorale, sostentamento dei sacerdoti diocesani, carità in Italia e nel Terzo mondo,beni culturali e monumentali.

La Chiesa chiede ai fedeli ed ai contribuenti italiani di riconfermare con la destinazione dell’8xmille la fiducia e il sostegno alla sua missione per continuare ad assicurare conforto, assistenza e carità grazie ad una firma che si traduce in servizio al prossimo.


"Un piccolo gesto, una grande missione."

L'8xmille non è una tassa in più, e a te non costa nulla. Con la tua
firma per l'8xmille alla Chiesa cattolica potrai offrire formazione
scolastica ai bambini, dare assistenza ad anziani e disabili, assicurare
accoglienza ai più deboli, sostenere progetti di reinserimento
lavorativo, e molto altro ancora. Come e dove firmare sulla tua
dichiarazione dei redditi è molto semplice. Segui le istruzioni
riportate sul sito www.8xmille.it/come-firmare.

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