Vaccini ai bambini, ora si muove il Cts. E Figliuolo accelera sugli adolescenti

Da lunedì sarà possibile fare la profilassi senza prenotarsi per chi ha tra i 12 e i 18 anni. Locatelli: sarà necessaria l’immunizzazione dei più piccoli. La Società italiana pediatria: giusto farla.

Da lunedì prossimo non sarà più necessaria la prenotazione: i ragazzi tra i 12 e i 18 anni potranno proteggersi dal Covid-19 facendosi vaccinare con le dosi Pfizer e Moderna. Il commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo ha scritto alle Regioni chiedendo per loro una «corsia preferenziale» in vista della ripresa della scuola a settembre. L’obiettivo del generale, così come quella del governo, è immunizzare quella vasta fetta di ragazzi, 1,6 milioni, che non ha fatto neanche una dose. «Sono certa che le Regioni risponderanno positivamente – dice il ministro degli Affari regionali, Mariastella Gelmini –, l’avvio in sicurezza e in presenza dell’anno scolastico è un obiettivo primario».

Meno coeso il clima scientifico sulla possibilità, tra qualche mese, di vaccinare anche i bambini al di sotto dei 12 anni: al coordinatore del Comitato tecnico scientifico Franco Locatelli che definisce «necessaria» l’immunizzazione dei più piccoli, auspicando il via libera a novembre dagli enti regolatori, replica il direttore sanitario dell’ospedale Spallanzani di Roma, Francesco Vaia: «Sono assolutamente contrario, per due motivi: nei bambini è statisticamente irrilevante non solo il contagio ma anche la malattia» e, dunque, «la bilancia rischi-benefici penderebbe tutta dalla parte del rischio».

Una impostazione comune al noto pediatra e immunologo Adam Finn, componente del Joint Committee on vaccination and immunisation della Gran Bretagna che, sulla somministrazione a bambini e ragazzi, predica «cautela». Spiegando che si tratta di raggiungere «un equilibrio delicato» fra la protezione dei giovanissimi e l’impatto statisticamente modesto dell’infezione sulla loro salute rispetto agli adulti.

Ma è proprio sui numeri che la Società italiana di pediatria invita a riflettere per offrire al più presto antidoti agli under 12. Perché «nel nostro Paese, 240.105 casi di Covid con 14 decessi riguardano la fascia di età 0-9 anni, mentre 436.938 casi con 16 decessi interessa la fascia di età 10-19 anni». Ecco perché, mette in guardia il direttore delle Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, l’antidoto per gli under 12 «è fondamentale perché, con la riapertura delle scuole, la diffusione fra i bambini fa da elemento di diffusione incoercibile. Senza aver vaccinato tutta la popolazione, bambini compresi, contenere il fenomeno diventa possibile».

Inoltre, aggiunge il virologo dell’Università Statale di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi, Fabrizio Pregliasco, sulla vaccinazione ai bambini under 12 arrivano i primi dati di studi ad hoc che «ci indicano la stessa efficacia e, soprattutto, gli stessi livelli di effetti avversi» e dunque «vaccinare i bambini è un’opportunità» perché anche loro «vengono colpiti dal virus». Una possibilità che però suscita le preoccupazioni del “Coordinamento genitori democratici”, che avverte: «A nessuno venga in mente di introdurre l’obbligo per i minori». Mentre il “Comitato genitori per la scuola” va giù duro: «I minori non sono topolini da laboratorio».

Dunque, scelte non affatto scontate, al momento, rispetto al discorso per i 12-18enni, immunizzando i quali la scuola in presenza sarà al sicuro, senza contare che sarebbe sempre più vicino l’obiettivo annunciato dal governo per fine settembre, e riconfermato da Figliuolo: aver vaccinato l’80% della popolazione over 12, vale a dire circa 43 milioni di italiani. Ne mancano 8, visto che sono 35 milioni gli immunizzati. Nella lettera ai governatori, il generale afferma infatti che la campagna «si sta sviluppando nei termini pianificati che vedono il progressivo raggiungimento degli obiettivi previsti per l’immunizzazione delle classi prioritarie, dei cittadini maggiormente vulnerabili e fragili». Per questo le Regioni devono ora organizzare le vaccinazioni dei 12-18enni predisponendo «corsie preferenziali» e «senza preventiva prenotazione». Secondo le stime del governo, per l’inizio di settembre saranno immuni quasi 3 milioni di under 19. Ne restano da recuperare poco più di 1,6 milioni. Ma vaccinare i minori – è la questione sollevata dalla sottosegretaria con delega allo Sport, Valentina Vezzali –, è importante anche per far ripartire senza restrizioni tutto lo sport di base.

Di Vito Salinaro giovedì dal sito di Avvenire del 12 agosto 2021

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