Come Posso aiutare? “Parlami, ti ascolto”

Servizio diocesano di ascolto, sostegno e accompagnamento al tempo di COVID-19

Carissimo/a,
le distanze sociali portano a distanze umane sempre più profonde soprattutto nei luoghi maggiormente attraversati dalla sofferenza, come gli ospedali e le famiglie “divise” dal COVID-19

La solitudine del cuore nella malattia e, purtroppo troppo spesso nel lutto per la perdita dei propri cari, è una ferita aperta e sanguinante, difficile da rimarginare. Vi sono abbracci spezzati o mancati che hanno attraversato e purtroppo attraversano ancora le vite di chi direttamente o indirettamente percorre questa strada dolorosa. Medici, infermieri e operatori sanitari e sociali vivono in trincea da ormai più di un anno. Le famiglie vivono in condizioni di povertà sempre più estreme. Inoltre, l’isolamento sociale spesso impedisce di rivolgersi a realtà che potrebbero accogliere e sollevare dalla pesantezza del cuore e dalle difficoltà vissute a vari livelli (fisico, psicologico, morale, sociale e materiale).


Per poter donare ascolto e sostegno a quanti hanno dovuto attraversare questo fiume di dolore controcorrente, la Diocesi di Matera-Irsina ha deciso di mettere a disposizione un servizio diocesano gratuito di ascolto, sostegno e accompagnamento al tempo del COVID-19 attraverso lo Sportello di Ascolto della nostra Associazione che con una rete di sacerdoti, professionisti (consulenti familiari, psicologi…) è a completa disposizione di quanti hanno bisogno di ascolto, sostegno e accompagnamento durante questo periodo critico alla persona nella sua interezza.


Ma questo, da solo ancora non basta…. Secondo lo psichiatra Eugenio Borgna «le persone fragili, […] hanno bisogno di presenze umane, non necessariamente professionali, capaci di ascolto e capaci di creare una comunità di cura, e magari comunità di destino, nelle quali il più forte dia una mano al più debole». Per questo, tutti insieme occorre divenire capaci di aiutare, come possibile, chiunque si trovi sul nostro cammino, per creare una comunità di amici che si prende cura l’un dell’altro attraverso relazioni autentiche e aiuti concreti.


«Come posso aiutare?». Così i medici del Bellevue Hospital di New York, il più antico ospedale pubblico d’America, si presentano a chi arriva nel loro ospedale per dare il miglior aiuto possibile a chi ne ha bisogno, come illustrato dal dottor Eric Manheimer in un suo libro autobiografico (da cui è tratto il medical drama “New Amsterdam”).


«Come posso aiutare?». Questa bellissima domanda non fornisce una risposta prestabilita ma rende unico ogni bisogno, come ogni persona, e rende l’aiuto un atto di amore unico eppur universale, perché l’amore chiama sempre amore.


Anche noi ci siamo fatti questa domanda e da qui nasce la campagna «Come posso aiutare?». Il logo, creato dai nostri amici Antonella, Alessandro e Vito, insieme alla cura dei professionisti rappresentati dall’angelo, nell’abbraccio sollecita ad una prossimità diffusa tutti coloro che, attingendo al tesoro della loro umanità, si sentono interpellati a gesti di umana e cristiana solidarietà per trovare insieme le soluzioni ai problemi legati a questo delicato momento.


Potrai incontrare persone che portano una spilletta con questo logo o che hanno sul loro profilo social questa immagine; sono persone pronte ad ascoltare e dare informazioni per accedere allo Sportello di Ascolto diocesano.


Se anche tu hai voglia di entrare in questo grande abbraccio aiutaci a diffondere questa campagna d’amore ed entra a farne parte anche tu. Chiamaci con una sola domanda, tu sai quale… Abbiamo bisogno anche di te.
Aiutaci ad aiutare.
Grazie di cuore.
Don Leo e gli Amici del Movimento Famiglia e Vita di Matera

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Redazione

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