Anniversari importanti. I rinnovi delle promesse matrimoniali per 80 famiglie nel triduo di S. Eustachio

È ormai tradizione che la festa di S. Eustachio si prepari con un bel triduo in cui, accanto alla ventata di novità che portano i sacerdoti chiamati a predicare dai dintorni, si vedono in Cattedrale tante belle coppie che rinnovano le promesse del giorno del loro matrimonio. Fare memoria è una buona prassi, sia in un cammino di crescita interiore umana che spirituale. Così per un’ottantina di famiglie della Diocesi che quest’anno traguardano i 10, 25, 50 e 60 anni di matrimonio. Nella stessa occasione è stato presentato alla comunità cristiana cittadina l’acrilico su tela “S. Eustachio e famigliari martiri” di don Ivan Santacroce, parroco di “S. Giulio I Papa” in Terzo Cavone e appassionato di arte sin dall’infanzia.

Nel ricordo del giorno in cui davanti a Dio ci siamo uniti nell’indissolubile sacramento del matrimonio, rinnovo la promessa di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti onorarti tutti i giorni della mia vita.

Dalla formula di rinnovo delle promesse di matrimonio

Le famiglie materane affidate a S. Eustachio e famigliari martiri

Tre serate solenni, di gioia per tanti, di commozione per alcuni nella bellissima cattedrale di Matera, risplendente ancora come il primo giorno dopo i restauri, per consentire ad una ottantina di coppie della Diocesi di rinnovare le promesse del loro matrimonio.

Un evento che ormai sta diventando una tradizione per le tre serate precedenti la festa di S. Eustachio. In realtà, oggi 20 settembre non festeggiamo solo S. Eustachio, patrono principale della città di Matera con la Madonna della Bruna, ma tutta la famiglia: Eustachio, Teopista, Teopisto a Agapito. Due genitori e due figli, martiri sotto l’imperatore Adriano (120 d.C.). E allora cosa di meglio che affidare all’intercessione di una famiglia che di Matera è protettrice le famiglie materane?

Un cammino di conversione, di santità. Poi di testimonianza estrema. Sebbene le condizioni di 2000 anni fa fossero diverse da quelle odierne ed è difficile immaginare delle analogie tra situazioni di allora e di ora, possiamo però riflettere sul percorso, certamente non improvvisato, che c’è dietro l’atto finale del martirio. E sull’analogia per cui, anche in tante famiglie di oggi sovente si parte senza Cristo, lungo il percorso si fa presente il Signore e la nostra vita prende strade inizialmente inattese.

La prima serata, domenica 17 settembre, è stata dedicata alle famiglie che quest’anno compiono 10 e 60 anni di vita.

La seconda serata ha raccolto le coppie che nel 2023 traguardano la tappa delle nozze d’argento.

Infine, la terza serata è stata per le famiglie che quest’anno festeggiano le nozze d’oro.

Merita un cenno la coppia Lorenzo Ribatti-Antonietta Ieva, genitori di Mauro e Vincenzo Ribatti – quest’ultimo forse meglio conosciuto come marito di Annalisa Di Gioia, una delle quattro donne che quest’anno ha realizzato il Carro della Bruna – che il 9 giugno ha celebrato 50 anni di matrimonio ed è stata ugualmente ricordata nella terza serata sebbene non fosse presente. Sì perché parliamo di una storia particolare: uniti da un grande amore per 50 anni, uniti dalla sofferenza degli ultimi anni, i Ribatti sono stati uniti anche dalla morte che li ha colti lo scorso 22 agosto, entrambi, a un’ora e mezza di distanza.

Ai figli, in loro vece, sono state consegnate le pergamene che tutte le coppie hanno ricevuto.

Una polifonia di voci. Favolosa la prima predica in cattedrale di don Davide Fusiello

Nella prima serata, la celebrazione presieduta da don Francesco Di Marzio, ha visto don Davide Fusiello, diacono dallo scorso 31 agosto, tenere la prima omelia in Cattedrale: un bellissimo “debutto” in cui ha collegato, con i toni giusti e con un eloquio eccezionali, i contenuti della liturgia della parola del giorno con il mistero d’amore racchiuso nella famiglia e nel sacramento del matrimonio. Di seguito la registrazione integrale.

La celebrazione della seconda serata, presieduta da don Giuseppe Cifarelli, parroco di S. Michele Arcangelo in Altamura, ha lasciato un segno chiaro dell’amore che è anche dolore, passione, rinuncia, croce. Come segno dell’amore di Cristo è la croce, questa diventa l’albero maestro della barca della vita coniugale, a cui sono legate le vele che ci portano lontano e in fretta se le lasciamo riempire del vento dello Spirito. E come il marinaio guarda la stella polare quando pensa di aver perso la rotta, così la famiglia ha da guardare Maria, stella polare nel cammino della vita.

L’ultima serata è stata presieduta da don Ivan Santacroce, parroco di “S. Giulio I Papa” in Terzo Cavone e vicario parrocchiale di “Maria SS. Annunziata” in Scanzano J.: urge festeggiare un santo martire al giorno d’oggi e siamo fortunati a Matera ad averne due, se pure a Maria possiamo attribuire questo titolo. E anche gli sposi sono martiri per l’atto serio ed eroico che rappresenta il matrimonio.

Don Ivan, diploma di liceo artistico prima di entrare in seminario, è inoltre l’autore della tela di “S. Eustachio e famigliari martiri” commissionatagli dall’Associazione “Maria SS. della Bruna” un anno fa. Un’opera originale perché la prima rappresentazione dell’intera famiglia del patrono della nostra città.

Di seguito le sue parole di presentazione della sua opera.

Il rinnovo delle promesse: la commozione caparra del vero amore

Condividere con altre coppie i 50 anni di matrimonio è stato emozionante: ritrovarci tutti insieme, sconosciuti eppure consapevoli di aver fatto un cammino comune, pur con tante difficoltà che però ci ha visto sempre uniti.

E sì, pensare, oggi, che si possa arrivare a 50 anni di convivenza sembra un’utopia, perché si ritiene che la
strada debba essere dritta e tappezzata di tante cose belle. La realtà è ben diversa: ci vuole coraggio,
sopportazione e… amore. Come ha sottolineato don Ivan nell’omelia, chiara e senza fronzoli.

Questi 50 anni li dedichiamo alle generazioni future, anche se per loro non è facile respingere le
tantissime tentazioni di cui il mondo ne è pieno.

Rosa Massaro e Michele Calia (una coppia di Irsina)

Ho sempre voluto pensare che chiedere di celebrare in chiesa il rinnovo delle promesse matrimoniali e già una risposta chiara per dire che è possibile, soprattutto oggi, vivere il matrimonio cristiano e portare avanti una famiglia cristiana.

Chi sceglie di vivere la vita matrimoniale coglie che oltre al desiderio che un uomo e una donna stiano insieme per formare una famiglia c’è molto di più: la grazia di Dio nella quale si coglie il suo volto, perché Dio è amore.

Mons. Antonio G. Caiazzo

Inoltre, alcune delle signore che hanno rinnovato le promesse hanno testimoniato di aver vissuto momenti commoventi! C’è chi ha confidato che rinnovare la promessa di fedeltà dopo storie di malattia, dopo anni di vita in cui per tanti versi non è andato tutto liscio, o dopo un cammino che certamente rende tutti molto meno idealisti del giorno delle nozze è stato come sentirsi vincitori di una grande battaglia e allo stesso tempo percepire la presenza della mano misericordiosa di Dio. E risentire anche gli slanci del primo giorno.

Vivete la vostra vocazione! Testimoniate come, attraverso le prove, le sofferenze, le delusioni, anche le crisi, avete sperimentato quella grazia sacramentale che viene da Dio.

Mons. Antonio G. Caiazzo

sono le parole, ancora calzanti, del nostro arcivescovo.

Fare memoria, come le coppie che hanno rinnovato le loro promesse in cattedrale in questo triduo, è un metodo per coscientizzare i momenti di grazia e di crisi e spesso si rivela come un’ottima prassi nei cammini spirituali.

Di seguito alcune testimonianze delle coppie convenute in queste sere in cattedrale.

In ultimo, bello l’invito al gesto della benedizione reciproca, prima del congedo: “Mi auguro che lo facciate anche la sera quando vi date il bacio della buonanotte”, ha commentato don Francesco Di Marzio. “Ma ve lo date?”, ha ripreso don Francesco.
Cadono a pennello anche qui le parole del vescovo:

Vi chiedo una cosa semplicissima ma dalla potenza enorme che ho imparato fin da piccolo da mia mamma: beneditevi tra di voi e benedite i vostri figli.

Mons. Antonio G. Caiazzo

S. Eustachio e famigliari martiri: modelli e mediatori

Auguri alle famiglie materane! Possano trovare in S. Eustachio e famigliari martiri uno sprone alla testimonianza (questo, semplicemente, significa la parola “martirio”) e degli intercessori nelle fatiche della vita.

“Non c’è famiglia senza disguidi né senza litigi”, abbiamo ascoltato da una coppia che sta per celebrare le nozze d’oro.

Allora, “il Signore che ha ispirato i loro propositi e le ha condotte fino a questo giorno, le confermi nella sua Grazia e aiuti la loro debolezza con la forza del suo amore”, ha pregato nelle tre sere il sacerdote che presiedeva la celebrazione a nome di tutti i presenti.

Ai novelli sposi, io dico sempre: litigate pure, arrivate anche a tirarvi i piatti addosso. Ma mai finire la giornata senza fare la pace.

Papa Francesco, Cattedrale di S. Rufino (Assisi), 4 ottobre 2013

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Giuseppe Longo

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