Due Diocesi in fermento. L’ordinazione episcopale di Mons. Biagio Colaianni

Due diocesi in fermento, Matera e Campobasso, per l'ordinazione di Mons. Biagio Colaianni. Una celebrazione vissuta e partecipata, come una musica polifonica che ci sembra non essere ancora terminata. Perchè presenti sono i frutti. Prossima tappa, sabato 9 marzo ore 16 a Castelpetroso (Isernia), presso la Basilica dell'Addolorata la cerimonia di presa di possesso della Diocesi di Campobasso-Bojano.

Si sono conclusi con l’ordinazione episcopale di Mons. Biagio Colaianni la sera di sabato 10 febbraio due mesi di fermento e di preparativi per la nostra Diocesi: le prove bisettimanali del coro diocesano, unito al “Piccolo coro” di “S. Giacomo”, dove don Biagio è stato parroco per oltre 11 anni; l’organizzazione logistica dell’evento d’intesa con le autorità di pubblica sicurezza; la realizzazione del palco; la predisposizione dell’impianto audio nel PalaSassi; la preparazione dei libretti, per seguire la celebrazione, e della regia liturgica e, ultima ma non per importanza, la settimana, di preparazione spirituale – di don Biagio e della Diocesi tutta – con una veglia di preghiera (03/02 u.s.) ed infine un riuscitissimo triduo.

Matera, ormai un’abitudine ai grandi eventi

Siamo ormai in Diocesi abituati, ma non assuefatti, ai grandi eventi, dopo la Settimana Liturgica del 2018 e il Congresso Eucaristico del 2022 concluso con l’arrivo del Santo Padre! L’Ufficio Liturgico Diocesano, con l’aiuto di 60 volontari laici operativi per i preparativi della celebrazione e nel servizio d’ordine della stessa, si è messo un’altra volta in moto.

C’è aria di festa: il coro diocesano “Signum Magnum”, diretto da don Vito Burdo, Michele Lisanti all’organo, fa le ultime prove dei canti. C’è chi cerca di strappare una foto con don Biagio o di immortalarlo in un video da postare sui social. Ma si sente anche aria di Grazia.

300 fedeli molisani, 1000 materani e una piccola rappresentanza delle altre Chiese lucane gremiscono, insieme ai rappresentanti del Governo e degli Enti Locali, il PalaSassi “S. Bagnale”. 150 tra diaconi, preti e consacrati e 15 vescovi provenienti da Basilicata, Puglia, Abruzzo, Molise. Uno sparuto gruppetto di fedeli materani, inoltre, è tra i banchi della chiesa di “Maria SS. Addolorata”.

Alle prime parole del canto d’ingresso “Popolo regale” inizia a sfilare, nel campo di pallavolo divenuto aula liturgica, la lunga processione di ministranti e prelati: tutti entrano nel clima orante della celebrazione, partecipata, anche col silenzio, pur essendo in uno spazio così grande. Dagli spalti si assiste oggi ad uno “spettacolo” diverso dal solito ma non meno coinvolgente.

Nitida si staglia la voce del nostro Mons. Antonio G. Caiazzo che annuncia che questa sera ordinerà vescovo il successore alla guida della Chiesa di Campobasso di Mons. Giancarlo Maria Bregantini, suo confratello crotonese di adozione, ordinati entrambi presbiteri da Mons. Giuseppe Agostino ed anch’egli nominato vescovo il 12 febbraio. E Mons. Caiazzo 30 anni fa “guidava” la liturgia dell’ordinazione di Mons. Bregantini. Dioincidenze! 

Poi, la colletta, che ci porta ancor più nel vivo della celebrazione:

O Dio, che per un puro dono della tua grazia ineffabile

oggi chiami il tuo servo, il presbitero Biagio,

a guidare come pastore la Chiesa di Campobasso-Bojano,

concedigli di adempiere fedelmente il servizio

episcopale e di pascere con la parola e l’esempio,

sotto la tua guida, il popolo a lui affidato.

Colletta della celebrazione eucaristica con il rito di ordinazione episcopale

La liturgia della Parola

E, quindi, la liturgia della Parola: la prima lettura (Lc 13,1-2.45-46, “il lebbroso se ne starà solo, fuori dall’accampamento”) proclamata dal sem. Domenico Pepe, il salmo (Sal 31, “Tu sei il mio rifugio, Signore”) mirabilmente cantato da Enza Fumi, direttrice del coro di “S. Giacomo”, e dall’assemblea che all’unisono rispondeva con il ritornello, la seconda lettura (1Cor 15,1-11, “Così predichiamo e così avete creduto”) affidata ad una figlia spirituale di don Biagio, Clelia Mormando, e il brano del Vangelo (Mc 1,40-45, “La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato”), cantato dal diac. Davide Fusiello. Dopo la lettura della nomina di Mons. Colaianni ad Arcivescovo della chiesa di Campobasso-Bojano (sì, la nomina è precedente all’ordinazione, è datata 6 dicembre) – l’omelia in cui l’Arcivescovo, prendendo spunto da prima lettura e Vangelo, ha sottolineato come “non è Gesù ad essere contagiato dal lebbroso ma il lebbroso ad esser contagiato da Gesù”.

Il ministero episcopale dev’essere espresso in questo servizio a favore di ogni creatura perché sia plasmata e amata, consapevole di avere sempre davanti uomini e donne che chiederanno di essere guarite con quella grazia divina che la pienezza del sacerdozio fa esprimere nella gratuità […]. La paura blocca il rapporto con Dio, con il presbiterio e con i fedeli […]. Mi ritorna in mente una frase del profeta Isaia che dice: “Se dovrai attraversare le acque, sarò con te, / i fiumi non ti sommergeranno; / se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai, / la fiamma non ti potrà bruciare”.

Dall’omelia di Mons. Antonio G. Caiazzo nella celebrazione con il rito di ordinazione episcopale di Mons. Biagio Colaianni

E poi, facendo riferimento all’apostolo Paolo (II lettura):

Anche tu come gli apostoli, come Paolo, da oggi avrai questo dolce e gravoso impegno nell’annunciare il cuore della nostra fede… E svolgerai la tua missione nella piena consapevolezza che tu sei “il più piccolo tra gli apostoli e non sei degno di essere chiamato apostolo”… Sarai guardato con gioia ed entusiasmo dal tuo gregge che ascolta la tua voce, ma anche con sospetto e giudizio.

Dall’omelia di Mons. Antonio G. Caiazzo nella celebrazione con il rito di ordinazione episcopale di Mons. Biagio Colaianni

Il rito di ordinazione

Ciascuno è stato colpito da un momento particolare dell’ordinazione.

Chi dalla lettura della nomina, in cui si sottolineava la facoltà data a don Biagio di scegliere la Diocesi in cui essere ordinato vescovo e il vescovo ordinante. Chi dal gesto della prostrazione (ricordando le altre due avvenute 40 anni fa in occasione dell’ordinazione diaconale e presbiterale), sentendo forte, in questo momento, l’unione della Chiesa celeste con quella terrena e la presenza di tutti i santi, invocati con il canto delle litanie, per elargire grazie su grazie per don Biagio, anch’egli – oggi più che ieri – mediatore tra Dio e il suo popolo.

C’è chi ha colto la forza del gesto dell’imposizione delle mani – con cui già gli apostoli sanavano, guarivano… – ripetuto, in silenzio, da 15 vescovi, dopo Mons. Caiazzo, uno di seguito all’altro. E inoltre qualcuno ha provato stupore per l’evangelario posto da Mons. Caiazzo sulla testa di don Biagio e tenuto così aperto dai diaconi Davide Fusiello di Matera e Antonio Martelli di Tricarico durante tutta la preghiera di ordinazione.

E c’è chi ha colto la pregnanza del segno dell’olio versato in abbondanza sul capo di Mons. Colaianni, ricordando Aronne a cui – come poco dopo abbiamo cantato e come il vescovo ha ricordato in un’omelia del triduo in preparazione alla giornata di oggi – discendeva l’olio dal capo sulla barba e sull’orlo della veste. La quarta unzione – dopo Battesimo, Confermazione e Ordine Presbiterale, in cui, però, ad essere unte, da Mons. Michele Giordano, furono le mani – che don Biagio ha voluto rappresentare con chiarezza sulle locandine di invito all’ordinazione e ai momenti ad essa collaterali e sul libretto della celebrazione.

Nondimeno, c’è chi ha colto la forza liturgica dei segni esplicativi successivi all’ordinazione consistenti nella consegna: dell’evangelario che già prima era stato sul capo di don Biagio; dell’anello, segno di fedeltà e dedizione sponsale; dalla mitria, anticipazione di una corona di gloria; del pastorale, riccamente cesellato con il trigramma IHS e la figura di Gesù Buon Pastore.

Il discorso di don Biagio

Un lungo discorso di ringraziamento, che riporteremo integralmente nei prossimi giorni, ha chiuso la celebrazione. Don Biagio ha rivolto un grazie accorato a tutti: dagli ammalati a chi fosse stato impossibilitato a partecipare alla cerimonia e stava seguendo da casa; dai seminaristi di Potenza – che negli anni in cui don Biagio è stato vicerettore e rettore del seminario interdiocesano di Potenza gli hanno confermato la freschezza della fede e la bellezza del sacerdozio – ai collaboratori di “S. Giacomo”, ormai maturi per età ma ancora sempre operosi nel Signore; da don Cosimo Papapietro – presente dal cielo, con cui don Biagio ha condiviso tutti gli anni di seminario e tanto altro dopo – ai confratelli con cui ha condiviso l’esperienza di moderatore dell’Unità Pastorale di Ferrandina-Borgo Macchia-Pomarico; dal suo predecessore, passato anch’egli ad altra vita – don Franco Taccardi – ai viceparroci che lo hanno affiancato nel ministero pastorale a “S. Giacomo”; dai suoi genitori – presenti anch’essi dal cielo e che Mons. Caiazzo ha tenuto presenti nell’Eucaristia – e dai suoi fratelli a due persone significative nella sua vocazione: don Nicola Colagrande e la sua catechista, Maria Locantore.

Auguri ancora don Biagio, ti ricordiamo nella preghiera! Tu ricordati di noi!

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Giuseppe Longo

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